Gli Azzurri battuti 17-29 all’Olimpico da dei Dragoni cinici fanno un passo indietro anche a livello di prestazione. I Bleus sbancano Twickenham dopo 18 anni con un perentorio 10-53, il maggior numero di punti mai subito in un match casalingo dall’Inghilterra
Per tutta la settimana si è parlato di pronostici e di favoriti, e sebbene in molti continuassero a prevedere una vittoria del Galles sull’Italia e una seconda vittoria esterna della Francia sull’Inghilterra, nessuno si sarebbe aspettato uno svolgimento così pieno di dramma sportivo, tra riscossa e sprofondamento.
Gli uomini di Warren Gatland ci hanno insegnato di essere capaci di dare il meglio quando messi con le spalle contro il muro. A Roma sono stati capaci di tirare fuori una prestazione precisa, con un piano di gioco ben studiato per limitare le qualità azzurre, aiutati dalla peggior prestazione fin qui della nazionale italiana, evidentemente messa fuori fase dalla pressione arrivata insieme all’importanza della gara.
A Twickenham la Francia ha fatto la voce grossa davvero, distruggendo l’Inghilterra con un primo tempo granitico e poi prendendo il largo nel finale, quando la squadra di casa è definitivamente implosa, annichilendosi di fronte al proprio pubblico.
La macchina del tempo di Rhys Webb
Il miglior giocatore in campo allo stadio Olimpico è stato il numero 9 Rhys Webb, 34 anni, alla prima presenza da titolare con la nazionale gallese dal 2017. In questo torneo aveva fin qui disputato poco più di mezz’ora, sempre da subentrante, senza convincere particolarmente. Per un pomeriggio, invece, Webb è salito sulla sua personale Delorean ed è tornato indietro nel tempo, al giocatore capace di sorprendere ogni difesa e di gestire con ritmo e personalità l’attacco gallese. Contro l’Italia Webb è stato chirurgico nei suoi box kick, che hanno messo in estrema difficoltà il triangolo arretrato degli Azzurri, ed ha saputo infilarsi in un pertugio vicino al punto d’incontro come ai tempi belli. Se lo sprint, poi, non è stato quello di qualche stagione fa, in suo soccorso è arrivato a grandi falcate Taulupe Faletau, che ha depositato il cioccolatino offertogli dal suo numero 9 in mezzo ai pali, sancendo fondamentalmente la fine anticipata della gara: con mezz’ora da giocare, l’Italia era a quel punto sotto di 19 punti.
Zuliani si salva
Per gli Azzurri è stato uno di quei pomeriggi disastrosi dove è difficile individuare qualche singolo responsabile della debacle, quanto piuttosto una di quelle occasioni in cui ogni giocatore commette un errore. Il che fa sì, però, che alla fine dei conti ci siano almeno 23 errori commessi, troppi per pensare di vincere una gara di Sei Nazioni.
Fra i pochi a poter uscire pressoché senza macchia c’è Manuel Zuliani, entrato a 28 minuti dal termine ed autore di un paio di giocate di sostanza e qualità, come spesso succede al giovane flanker del Benetton.
Con 4 palloni toccati Zuliani è riuscito ad evadere da 4 placcaggi e ha ottenuto anche un calcio di punizione a favore, forzando il turnover nel punto d’incontro.
approfondimento
Italia, con il Galles un'altra occasione mancata
Nel segno di Flament
La Francia ha vinto a Twickenham una partita clamorosa, che rimarrà negli annali di storia: la più grande sconfitta mai sofferta dall’Inghilterra in casa, avvenuta dopo 18 anni dall’ultima sconfitta per mano transalpina. Un risultato che ha addirittura commosso fino alle lacrime il commissario tecnico Fabien Galthié, visibilmente emozionato davanti ai microfoni nelle rituali interviste di fine gara.
Ovviamente sono tante le prestazioni individuali che hanno lasciato il segno in una serata così: Antoine Dupont continua ad essere un alieno fra gli umani, Gael Fickou invecchia come il vino, Thomas Ramos è stato dovunque.
La palma del migliore in campo è però di Thibaud Flament. Nato a Parigi 25 anni fa, cresciuto a Bruxelles, dove ha incominciato a giocare a rugby come mediano di apertura nelle giovanili del Waterloo. Passato in Inghilterra per frequentare il college è diventato una seconda linea, ha fatto un anno in Argentina di studio e rugby, ed è poi passato ai Wasps, dove ha fatto il suo debutto con i professionisti. Nel 2020 è passato a Tolosa, e nel 2021 ha debuttato in nazionale francese.
L’eclettico, atipico seconda linea ha pian piano scalato le gerarchie fino a diventare titolare nell’ultimo anno, complici i susseguenti infortuni di Paul Willemse e Cameron Woki. Giocatore oltre i due metri, muscolare ma molto mobile ed estremamente coordinato, con buonissime mani e una grande comprensione del gioco, da questo sabato è diventato davvero grande, grazie a una prestazione che lo ha messo sulla mappa dei migliori al mondo nel ruolo.
A cura di OnRugby.it (www.onrugby.it)