Rugby, il focus sulla 3^ giornata del Sei Nazioni

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A Lille L' Italia ha visto il sogno di una nuova impresa infrangersi contro IL palo. Ma il pareggio in casa francese rimane un risultato storico mentre la crisi in casa transalpina è confermata. A Murrayfield, Scozia torna alla vittoria contro la storica rivale Inghilterra grazie a Van der Merwe. Nulla di nuovo dal fronte celtico, solo un grande sacrificio in difesa impedisce al Galles di venire completamente sommerso dalla marea Verde, con l’Irlanda che trova anche stavolta il bonus offensivo

ITALIA-SCOZIA LIVE

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Il tempo regolamentare era scaduto e il calcio di punizione, ottenuto grazie a un ottimo tenuto di Zuliani, da posizione comoda. Garbisi sistema l’ovale ed esegue le classiche operazioni prima del calcio. Mentre guarda verso i pali, il pallone cade dal sostegno (il tee) e deve rifare tutto da capo nei pochi secondi rimasti. Questi iniziano a scorrere sempre più velocemente e la necessità di fare in fretta è cattiva consigliera: il mediano Azzurro ci prova accelerando i tempi ma l’ovale colpisce il palo esterno e viene portato fuori, segnando la fine del match. Tutto questo è successo negli ultimi, concitati secondi della terza giornata del Sei Nazioni 2024, conclusa a Lille con la sfida tra Francia e Italia per il Trofeo Garibaldi. Premio che sarà diviso a metà perché allo Stadio Pierre Mauroy finisce 13-13, che resta comunque un risultato storico per l’Italia: finora aveva sempre perso in terra francese nel Sei Nazioni.

Storio pareggio in Francia-Italia, un risultato costruito nel primo tempo

Riassumere la partita dell’Italia al solo episodio finale, però, sarebbe ingeneroso, così come lo sarebbe parlando esclusivamente di un altro episodio: il contatto testa contro testa tra Brex e Danty, che ha portato all’espulsione del centro francese e conseguente inferiorità numerica per tutta la ripresa. Potrà sembrare un controsenso ma, in realtà, gli Azzurri hanno costruito il loro risultato (e la concreta possibilità di vincere) nel corso del primo tempo. Una frazione iniziata terribilmente in salita: al primo quarto d’ora già 10-0 e mischia dominante per i padroni di casa. A questo punto però l’Italia trova il fondamentale a cui aggrapparsi: difesa e placcaggio, con gli Azzurri che riescono a reggere nonostante la potenza e i chili a disposizione dei transalpini. Certo, i tanti errori ospiti palla in mano permettono alla Francia di restare in attacco che però, a furia di schiantarsi sul muro Azzurro, tenta estrose giocate al largo che rendono gli sforzi inutili. Tutto questo mette granelli di sabbia negli ingranaggi già non perfetti della squadra Blues mentre un po’ alla volta gli uomini di Gonzalo Quesada prendono fiducia e sistemano la mischia. Ecco allora che proprio all’ultimo pallone del primo tempo succede l’episodio decisivo: l’Italia non si accontenta di chiudere sul 10-0 ma vuole farlo in attacco, mettendo pressione ad una Francia che ha sempre attaccato. L’obiettivo riesce, e in quell’occasione arriva il pesante fallo di Danty che significa 3 punti ma, soprattutto, superiorità numerica per tutto il secondo tempo. Gli Azzurri da quel momento, pur scontando varie imprecisioni, hanno più possesso e la rimonta riesce, sigillata da una bellissima meta finalizzata da Capuozzo e trasformata da Garbisi nonostante la difficile posizione. Dell’episodio finale abbiamo già detto, sottolineando come la Francia ultimamente si stia salvando grazie alla “fortuna” (come detto dalla stessa stampa d’oltralpe): settimana scorsa con la Scozia per una discussa decisione arbitrale, stavolta per il pallone che cade dal sostegno e disturba il calcio finale di Garbisi.

Un Van der Merwe in più tiene la Scozia in corsa per il titolo

Per quanto possa rammaricarsi per una vittoria sfumata, non solo per il palo finale ma per vari palloni sciupati nella ripresa, l’Italia ha pur sempre fatto il risultato e sistemato alcune cose che non erano andate nel turno precedente: togliendo un po’ di lavoro a Ruzza la touche è tornata a funzionare, così come la mischia può esultare per aver superato un esame difficilissimo (e con uno Spagnolo che offre grandi sicurezze in prospettiva). Con queste buone basi gli Azzurri hanno ora un paio di settimane per pensare alla Scozia, la prossima avversaria. Una sfida per nulla banale o “più giocabile”, considerando che gli Highlanders sono la seconda forza in classifica e, non fosse stato per una serie di fattori, avrebbero vinto tutti e tre gli incontri finora disputati. Vero che hanno rischiato una clamorosa rimonta del Galles alla prima giornata, così come hanno sciupato il loro vantaggio sulla Francia alla seconda; ma alla terza uscita gli uomini di Gregor Townsend hanno mostrato la pasta di cui sono fatti, ed è di grande qualità. Contro gli storici rivali dell’Inghilterra la Scozia degli ultimi anni riesce sempre a dare qualcosa in più e anche stavolta (col risultato di 30-21) tiene per sé la Calcutta Cup, nelle sue mani per il quarto anno consecutivo. Un successo importante, arrivato rimontando l’iniziale vantaggio ospite: gli inglesi sono partiti forte affidandosi alle loro certezze (buona difesa e cinismo in attacco) ma una volta che van der Merwe ha scaldato il suo motore non c’è stato più nulla da fare. Tripletta per l’ala dell’Edimburgo, comunque ben azionato da un buon gioco di squadra sempre orchestrato dalle qualità di un Russell anche precisissimo al piede. Tutto questo renderà dura la prossima partita all’Olimpico dell’Italia, con la Scozia che vorrà vincere anche per non lasciare la strada spianata all’attuale capolista del Sei Nazioni, l’Irlanda.

Anche un'Irlanda non eccelsa basta contro un Galles orgoglioso

Nonostante l’assenza dello storico capitano Sexton, ritiratosi dal rugby internazionale al termine del Mondiale, l’Irlanda di quest’anno sembra ancora più dominante di quella della scorsa edizione (che già aveva vinto col Grande Slam!). All’Aviva Stadium solo un Galles votato al sacrificio in difesa evita un passivo che poteva essere ben peggiore del 31-7 su cui si è chiusa la partita. La giovane squadra guidata da Warren Gatland ha anche provato a rendersi pericolosa in attacco ma contro questa Irlanda (che pure non ha messo in campo la sua miglior prestazione) c’è stato poco da fare. La formazione di casa gioca a memoria, con multifase intensi e veloci che non lasciano scampo. Le statistiche del match sono tutte dalla parte irlandese (impressionanti i linebreak, 12 a 1, e i difensori battuti, 36 a 15). Tutte tranne una: la disciplina, complici anche i due cartellini gialli. D’altra parte però, esclusa la meta tecnica gallese in occasione del primo giallo, anche in 14 i Verdi non hanno lasciato nulla al Galles, trovando anzi la quarta meta nel finale del match proprio in inferiorità numerica. Grazie a ciò non solo l’Irlanda resta imbattuta ma porta a casa per la terza volta il bottino pieno, fatto da vittoria più punto bonus offensivo. Con 15 punti già incamerati la squadra di Andy Farrell è la principale indiziata per il successo finale, anche se ora gli rimane da affrontare proprio le due squadre che la inseguono (a distanza) in classifica: prima l’Inghilterra e poi la Scozia nel gran finale.

A cura di OnRugby.it