Dopo la vittoria di Genova contro la Georgia, ora gli azzurri sono di fronte alla sfida più difficile: togliersi di dosso il peso dei 96 punti del Mondiale e tenere testa a una squadra furiosa dopo la sconfitta di Parigi. Il match contro gli All Blacks è in programma oggi sabato 23 novembre alle 21.10 all’Allianz Stadium di Torino, live su Sky Sport e NOW
ITALIA-NUOVA ZELANDA, FORMAZIONI
Giocare con gli All Blacks significa toccare con mano la storia del rugby, forse l’unico caso al mondo in cui mettere le mani su un’opera d’arte non solo non è un reato, ma è doveroso. Anzi, è esattamente ciò di cui l’Italia ha bisogno: far sentire la pressione, mettere fiato sul collo a una squadra che apparentemente sembra non avere punti deboli, superare il timore reverenziale che notoriamente mettono gli All Blacks (e che gli Azzurri hanno spesso sofferto in maniera particolare) per dimostrare al mondo che questa squadra può sedersi al tavolo delle grandi. Non tanto per il risultato, obiettivamente difficile da mettere in discussione, quanto per la qualità del proprio gioco, dei propri interpreti, e soprattutto della propria mentalità. Allo Juventus Stadium l’Italia è chiamata a tenere testa agli All Blacks nell’ultima gara delle Autumn Nations Series: calcio d’inizio alle 21.10 (con pre-partita dalle 20.40), diretta su Sky Sport Uno, Tv8 e NOW.
L’Italia verso la tempesta
Gonzalo Quesada ha definito così la sfida di Torino: “Una tempesta”. Gli All Blacks verranno allo Juventus Stadium con il coltello tra i denti, con la voglia di chiudere alla grande le Autumn Nations Series dopo la beffa di Parigi. Non è un caso che Scott Robertson abbia scelto la formazione delle grandi occasioni, accompagnando la presentazione del suo XV con parole di profondo rispetto per l’Italia: “Abbiamo grande rispetto per loro. Sono migliorati tantissimo in attacco, sono ben allenati e in difesa sono difficili da battere. Per questo abbiamo scelto la miglior formazione possibile". Che la Nuova Zelanda non farà sconti (e quando mai ne fa, del resto) quindi è chiaro. Dall’altra parte, l’Italia ha bisogno della “miglior prestazione degli ultimi anni”, come ha detto Quesada ritornando alla metafora della tempesta: “Stiamo costruendo la barca per affrontarla e daremo ai ragazzi tutti gli strumenti necessari per farlo. Quando si affronta una tempesta però la cosa più importante è non andare nel panico, altrimenti la barca affonda. Proprio per questo stiamo facendo un grande lavoro psicologico sui ragazzi affinché siano pronti a una partita così difficile".
Questione di testa
Non è un caso che Gonzalo Quesada appia posto l’attenzione sull’aspetto mentale: è proprio quello che è mancato al Mondiale, nella serataccia di Lione. Chiaro, gli All Blacks sono superiori, ma gli Azzurri valgono ben più dei 79 punti di differenza di quella partita, così come proprio Quesada ha ribadito che sul campo, nel 50-18 a Udine, non c’erano i 32 punti di distacco che si sono visti tra Italia e Argentina. Per tenere testa alla Nuova Zelanda gli Azzurri devono cercare quel qualcosa in più dentro di loro, capire da dove si possono tirare fuori le energie fisiche e mentale per dare ancor più del 100%. Una volta fatto questo, poi, conterà chiaramente l’esecuzione: contro la Georgia, l’Italia fino agli ultimi 10 metri dalla linea di meta non ha sbagliato praticamente nulla, poi una volta entrata in zona rossa ha invece sprecato tutto quello che si poteva sprecare. E da questi errori è venuta fuori una vittoria sofferta nonostante il netto dominio azzurro nel territorio, nel possesso e nel gioco.
Capuozzo e Lamaro
Un grande ritorno e una grande assenza: Ange Capuozzo ha giocato solo 7 minuti in queste Autumn Nations Series, contro i Pumas un colpo alla testa lo ha costretto ad uscire poco dopo il fischio d’inizio e lo ha tenuto fuori per 10 giorni. La sua imprevedibilità sarà importantissima per tentare qualcosa di diverso contro la difesa neozelandese, ma non va dimenticata anche la sua lettura del gioco – anche difensivo – e la sua capacità nel gioco aereo nonostante i soli 178 centimetri. Capuozzo non è più soltanto il folletto rapido e imprevedibile dei primi tempi, a Tolosa è diventato un estremo davvero completo e all’Italia serve tantissimo. Dall’altra parte, l’Italia dovrà fare a meno di Michele Lamaro proprio in una partita in cui la sua attitudine difensiva e i suoi placcaggi sarebbero stati fondamentali. Col passare delle partite gli All Blacks hanno progressivamente ridotto il numero di calci: 30 con l’Inghilterra, 27 con l’Irlanda e 16 con la Francia. L’idea di Robertson è dare sempre più spazio al gioco alla mano, attaccando da ogni zona del campo e mantenendo il più possibile l’ovale per logorare gli avversari. Per reggere questo tipo di gioco, l’Italia dovrà essere difensivamente perfetta.
Le formazioni di Italia-All Blacks
Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Jacopo Trulla, 13 Juan Ignacio Brex (capitano), 12 Tommaso Menoncello, 11 Monty Ioane, 10 Paolo Garbisi, 9 Martin Page-Relo, 8 Ross Vintcent, 7 Manuel Zuliani, 6 Sebastian Negri, 5 Dino Lamb, 4 Federico Ruzza, 3 Marco Riccioni, 2 Gianmarco Lucchesi, 1 Danilo Fischetti
A disposizione: 16 Giacomo Nicotera, 17 Mirco Spagnolo, 18 Simone Ferrari, 19 Niccolò Cannone, 20 Alessandro Izekor, 21 Alessandro Garbisi, 22 Leonardo Marin, 23 Marco Zanon
Nuova Zelanda: 15 Will Jordan, 14 Mark Tele’a, 13 Rieko Ioane, 12 Anton Lienert-Brown, 11 Caleb Clarke, 10 Beauden Barrett, 9 Cam Roigard, 8 Ardie Savea, 7 Sam Cane, 6 Wallace Sititi, 5 Patrick Tuipulotu, 4 Scott Barrett (capitano), 3 Tyrel Lomax, 2 Codie Taylor, 1 Ethan de Groot
A disposizione: 16 Asafo Aumua, 17 Ofa Tu’ungafasi, 18 Fletcher Newell, 19. Tupou Vaa’i, 20 Peter Lakai, 21 TJ Perenara, 22 David Havili, 23 Damian McKenzie
A cura di OnRugby.it