Musica e rugby: i "due amori" di Olly raccontati con i versi di De André

Da buon genovese non ci ha pensato due volte. Nella serata delle cover ha cantato ‘Il Pescatore’ di De André, un’istituzione per un ragazzo cresciuto tra i vicoli di Genova con la musica nel cuore. Cantare Faber gli ha portato bene. Non ha vinto la serata delle cover ma direttamente il Festival. E’ Olly il vincitore di Sanremo 2025, la 75ª edizione del Festival musicale più importante d’Italia. Al momento dell’annuncio non poteva crederci. Carlo Conti continuava a ripetergli: “Devi cantare la tua canzone, hai capito?”. No. Non stava capendo. Troppa l’emozione. Troppa la felicità. Accennata con un piccolo sorriso. O una specie… “E aveva un solco lungo il viso, come una specie di sorriso”, come canta De André proprio ne ‘Il Pescatore’. E pensare che se solo qualche anno fa avesse scelto il rugby al posto della musica, oggi Olly – al secolo Federico Olivieri – sarebbe potuto essere in ritiro con la nazionale italiana a preparare la terza partita del Sei Nazioni. No, non è un’esagerazione. Da ragazzo Olly giocava a rugby ed era anche bravo. “Se avesse continuato a giocare sarebbe arrivato in Nazionale, – assicura a La Gazzetta dello Sport Francesco Nasti, suo ex allenatore – aveva ricevuto diverse convocazioni dall’Accademia della Federazione. Gli infortuni e la scelta di andare a studiare a Londra lo hanno portato verso un’altra strada”. Giocava al Cus Genova e per anni è anche stato il capitano della sua squadra. Il ruolo? “Tutta la mischia, poi mi ero stabilizzato in seconda linea. Ho preso un sacco di botte, nel pacchetto non vedi niente” racconta lo stesso Olly a Il Fatto Quotidiano. “Era uno dei più grandi talenti, anche perché a 16 anni era già grosso come ora” ci racconta il custode del campo del Cus, il Carlini. Ma nonostante fosse più grande e forte dei suoi avversari, è sempre stato un rugbista corretto: “Fiero di non essere mai stato violento. Ho beccato solo un cartellino rosso: l’allenatore avversario era entrato in campo. Non ci ho visto più”. In campo era uno di quei giocatori che davano tutto. Un leader che amava sporcarsi nel fango. Memore, probabilmente, del monito di De André in Via del campo: “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”. Come la ‘Titti’ di De André, Olly “aveva due amori, uno di cielo e uno di terra”. Insieme al rugby ha sempre amato anche il canto e la musica. Era iscritto al conservatorio e dopo le partite cantava negli spogliatoi con i compagni o si sfidava in pullman a ‘battle’ di freestyle. Una volta cresciuto, ha scelto di lasciare il rugby e trasferirsi a Londra per studiare Economia e management . Non è stato facile lasciare Genova, la famiglia, gli amici, il rugby e… la Samp, la squadra per cui fa da sempre il tifo. Ma anche in quel momento difficile può averlo aiutato De André. In ‘Verranno a chiederti del nostro amore’ il cantautore chiede in modo un po’ provocatorio: “Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?”. E così Olly ha scelto di scegliere. Con consapevolezza. Oggi può riguardare alla sua vita da rugbista con felicità e senza rimorsi. Come il suonatore Jones di Faber, “ricordi tanti e nemmeno un rimpianto”. A differenza del rugby – a cui deve dire addio – a Londra Olly si porta anche la sua musica. Che, anzi, diventa sempre più importante nella sua vita. “E quella musica distante diventò sempre più forte” canta De André in Fiume Sand Creek. Inizia a scrivere e produrre canzoni, che pubblica sui vari social e che ottengono uno straordinario e inaspettato successo. “Chiesi a mio nonno è solo un sogno. Mio nonno disse sì. Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso”. No, in realtà non stava sognando. Nel 2022 la sua canzone ‘Un’altra volta’ diventa virale e supera i 5 milioni di stream su Spotify. Viene così selezionato per Sanremo Giovani, dove si conquista la possibilità di partecipare al Festival ‘dei grandi’. Nel 2023 esordisce all’Ariston con il brano ‘Polvere’. Chiude al 24° posto ma non importa. La gioia per essere arrivato su quel palco è immensa… “Ho visto Nina volare tra le corde dell’altalena”. Da sogno a realtà. La musica diventa a tutti gli effetti la vita di Federico. Ancora, come il Suonatore Jones di De André: “E poi se la gente sa, e la gente lo sa che sai suonare. Suonare ti tocca per tutta la vita”. Non un grande sacrificio per Olly, che – in fondo – ha sempre e solo voluto cantare. “Ma c’è amore un po’ per tutti e tutti quanti hanno un amore” canta Faber in ‘La cattiva strada’ e il vero amore di Olly è la musica. Anche da cantante conserva però una mentalità da atleta. “Curo l’alimentazione, mi tengo in forma. Voglio essere un atleta del pop, per rispetto di chi viene ai miei concerti. Le prime due o tre date del tour facevo le ore piccole con gli amici, sul palco non davo il massimo. Devo pensare a chi paga biglietto, albergo e viaggio per ascoltarmi” spiega a Il Fatto Quotidiano. “Cappello di Volpe, sorriso d’atleta” per dirla ancora con i versi di De André. Il rugby, la Sampdoria e i valori dello sport sono parte di lui. Ancora oggi, quando può, va al Carlini a tifare i suoi ex compagni o a giocare una partita tra amici. ‘Balorda nostalgia’ è il titolo del suo brano con cui ha vinto. Forse sì, qualche volta un po’ di nostalgia di quei tempi andati la sente. Ma non ora. Non oggi. Ha appena vinto il Festival della musica italiana. “E adesso aspetterò domani per avere nostalgia”, lo dice anche De André.

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Emiliano Tomasini