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Sei Nazioni 2025, il bilancio: l'Italia fa il suo, la Francia vince e convince

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I transalpini, nonostante un passo falso con il XV della Rosa, conquistano con ampio merito il torneo davanti a Inghilterra e Irlanda. Per gli Azzurri un Sei Nazioni di luci e ombre con un finale che fa ben sperare. Scozia la solita "incompiuta”, Galles in crisi nera

ITALIA-IRLANDA 17-22: RACCONTO E HIGHLIGHTS

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Dopo cinque giornate intense, il Sei Nazioni 2025 va in archivio. Un torneo che ha regalato tante emozioni, qualche sorpresa e incertezza a tutte le latitudini della classifica sino agli 80 minuti finali, che hanno visto la Francia battere la Scozia e prendersi la vittoria della Torneo. L’Italia conquista un 5° posto, piazzamento atteso che ha evidenziato pregi e difetti del gruppo allenato da Gonzalo Quesada.

Azzurri, il "peso specifico" della vittoria col Galles

Lamaro e compagni avevano una missione primaria nel Sei Nazioni 2025: battere il Galles in casa da favoriti. Missione compiuta con attenzione e ordine, salvo che per gli ultimi 10’ di un 22-15 punteggio che sarebbe potuto essere anche più largo e definito in favore degli Azzurri. Il secondo target era quello di provare a dare fastidio a tutte le altre squadre. La cosa è riuscita in parte, visto che l’Italia si è spesso trovata nella condizione di fare partita pari con i rivali, ma non per tutto il minutaggio delle partite che ha affrontato. Nella quinta e ultima giornata contro l’Irlanda questo, al netto di un’inferiorità numerica di 40’, è avvenuto e non a caso è arrivato anche il punto di bonus difensivo. Uscita dalle Autumn Nations Series 2024 con qualche dubbio, la squadra di Quesada sta continuando il suo processo evolutivo, che durante tutto il 2025 dovrà fornire risposte (a luglio e a novembre) per capire realmente dove questa squadra potrà arrivare.

Per la Francia una vittoria meritata, Inghilterra promossa, Irlanda svuotata

I Bleus di Galthiè hanno alzato la coppa nel cielo di Parigi al termine di una cavalcata che ha definitivamente sancito la loro superiorità. Il rientro di Dupont prima (fino all’infortunio nel match contro l’Irlanda), la qualità e la profondità di tutta la rosa poi, sono stati gli ingredienti perfetti di una nazionale che ha destato una grandissima impressione. Spaventoso lo score: 5 partite, 4 vittorie con bonus offensivo, 1 sconfitta di misura con bonus difensivo; con 218 punti segnati e solo 93 subiti (miglior attacco e miglior difesa). Il primo vero tassello verso la Rugby World Cup 2027? Presto per dirlo, ma sicuramente questo è un messaggio mandato anche alle superpotenze dell’Emisfero Sud. Alle spalle dei transalpini, un’Inghilterra che ha mostrato fisicità, qualità di gioco e – cosa da non sottovalutare – tranquillità nell’ambiente della nazionale. Il ct Steve Borthwick ha consegnato la leadership del gruppo a Maro Itoje gestendo al meglio i possibili contraccolpi psicologici del “cambio della guardia” con Jamie George, che continua a fare parte del gruppo britannico, e poi ha valorizzato la forza dei suoi avanti facendone l’ideale trampolino di lancio anche per il gioco e la creatività dei trequarti. Interessante in questo senso l’affermazione di Henry Pollock (terza linea classe 2005) e di Fin Smith (mediano d’apertura classe 2002) e la maturazione di un Marcus Smith che sembra aver trovato la sua dimensione e una maggiore concretezza. Poi l’Irlanda. I grandi favoriti alla vigilia del Sei Nazioni 2025 sono partiti bene, ma dopo le prime due partite vinte contro Inghilterra e Scozia (di cui solo la seconda conquista con ampio margine), hanno dato la sensazione di spegnersi progressivamente. Una vittoria faticosa contro il non irresistibile Galles e poi il netto tonfo interno contro la Francia e, per chiudere, un’affermazione sofferta contro l’Italia. La mancanza di Andy Farrell sulla panchina, perché impegnato a preparare il Tour dei British & Irish Lions, il saluto di tanti giocatori all’ultima avventura con l’Irlanda (O’Mahony, Healy, Murray) e la non prontezza dei giovani a ricoprire a pieno ruoli di responsabilità (Prendergast all’apertura come esempio, nella ricerca continua di un nuovo Sexton): una serie di cose che ha fatto sì che i “Verdi” centrassero il podio, senza però prendersi troppe soddisfazioni.

Scozia e Galles: le deluse del torneo anche se ad "altezze" diverse

I “Braveheart” anche quest’anno sembravano aver tutte le caratteristiche per poter dar fastidio al trio di testa: e poi, nulla di tutto questo. Un’ampia sconfitta interna contro l’Irlanda (18-32) e il ko di misura nella Calcutta Cup contro l’Inghilterra (16-15, con Russell a sbagliare alla fine il calcio della vittoria) hanno segnato il percorso di una compagine che deve compiere ancora qualche passo del suo percorso per arrivare al definitivo salto di qualità. Restano le vittorie contro Italia e Galles, ma non molto di più a una Scozia che ha qualità in tanti dei suoi giocatori, ma che non riesce a mettere tutto insieme per poter esser competitiva per la vittoria. Infine il Galles. I Dragoni perdendo tutte e cinque le partite di questo Sei Nazioni 2025 sono arrivati a una striscia record, ancora aperta, di 17 sconfitte consecutive a livello internazionale: non vincono addirittura dalla Rugby World Cup 2023, quando batterono nell’ultima partita del girone eliminatorio la Georgia. I “Rossi” sono in crisi, l’addio a Warren Gatland successivo al ko contro l’Italia è stata la fotografia più emblematica di una squadra che in questo momento sta attraversando una fase buia della sua storia sul campo e non solo. I 3 punti, di bonus (2 difensivi + 1 offensivo), fatti registrare durante la rassegna non rappresenteranno di certo un segnale di ripartenza per un gruppo che capirà a breve anche con quale allenatore affrontare i prossimi due anni, ma che intanto ha incassato il secondo “Cucchiaio di Legno” consecutivo.


A cura di OnRugby.it

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