Tutto quello che il Sei Nazioni femminile (non) ci ha detto

IL DOMINIO Il successo 2025 è il settimo di fila nel torneo per le Red Roses, che per la quarta volta consecutiva hanno centrato anche il Grande Slam. Non è neppure la prima volta che le inglesi regnano incontrastate per 7 anni . Sulle trenta edizioni disputate, considerando anche le prime sfide che coinvolgevano solo le Home Unions britanniche, l’Inghilterra ha vinto 21 volte con 18 Grande Slam, vanta 25 successi di fila in assoluto, 34 vittorie consecutive nel Sei Nazioni ed è al primo posto praticamente in tutte le statistiche della competizione 2025. Quest’anno le Red Roses hanno battuto di un solo punto la Francia in quella che da anni è la ‘finale’ del torneo, lasciando però a riposo precauzionale Ellie Kildunne, la miglior giocatrice del 2024. Questo perché lo sguardo di coach John Mitchell e del suo staff è già rivolto ai mondiali del prossimo agosto-settembre, che si giocheranno proprio in Inghilterra: “Voglio arrivarci potendo contare in pratica su due squadre di pari livello”, queste le sue eloquenti dichiarazioni pre Sei Nazioni. NON C’E’ ROSA SENZA SPINE L’Inghilterra ha perso solo una volta negli ultimi sette anni, ma nel momento peggiore: la finale mondiale 2022 contro la Nuova Zelanda. Una ferita ancora aperta per una nazionale che punta alla perfezione assoluta, composta da atlete professioniste, rese di un altro pianeta dal campionato più competitivo del rugby femminile, la PWR . AZZURRO INTENSO L’Italia ha iniziato un nuovo ciclo quest’anno, con l’arrivo del nuovo coach Fabio Roselli . Sono arrivate due vittorie in un torneo altalenante nei risultati: ‘Un Sei Nazioni rollercoaster’ per definizione della pilone Silvia Turani, una delle due azzurre inserite nel XV migliore del torneo . Le prestazioni azzurre sono invece cresciute in linea retta a partire dalla brutta sconfitta casalinga 54-12 con l’Irlanda. Nelle ultime tre settimane di torneo, vissute dall’Italia in pratica in ritiro quasi permanente, sono arrivate il successo in Scozia, quello di Parma sul Galles e la sconfitta con le Blues, dopo aver messo in difficoltà e tenuto dietro la Francia per cinquanta minuti. Un’Italia che ha chiuso con una grande crescita nelle fasi di conquista e un chiaro Dna offensivo, che ha prodotto qualche rischio, ma anche splendide mete dei trequarti. LE ALTRE Terza forza per la classifica e per il campo è stata l’Irlanda, capace di mettere in difficoltà la Francia e arrivare avanti all’intervallo contro l’Inghilterra schiacciasassi. La caduta in Scozia dell’ultimo turno ha ridimensionato la crescita della squadra di Bemand e salvato il torneo delle figlie del Cardo, partite con propositi ben diversi dal quinto posto finale. Davanti solo al disastrato Galles, che per la prima volta dall’ingresso dell’Italia nel torneo ha chiuso con 5 sconfitte su 5. Il picco negativo di un momento terribile da 2 successi in 17 partite, che fa da specchio alle 17 sconfitte di fila della nazionale maschile e ai gravi problemi economici di tutto il movimento. PROTAGONISTE In un torneo che ha visto aumentare pubblico, interazioni online, ma soprattutto ritmo di gioco, tanti sono i nomi da citare: oltre ad Aura Muzzo e Silvia Turani tante ragazze del pack Italia si sono distinte per quantità e qualità di lavoro. Abby Dow leader con 6 mete della relativa classifica, il piede ‘caldo’ di Morgane Bourgeois, top scorer con 72 punti e una precisione chirurgica nei piazzati, la forza in attacco dell’Irlandese Aoife Wafer, il lavoro di quantità della capitana inglese Zoe Aldcroft e della scozzese Evie Gallagher .

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Paolo Malpezzi