Les Kiss, per un’Australia… al bacio! I retroscena sul nuovo coach

Da Joe Schmidt a Les Kiss. L’amicizia fra i due, e l’aver lavorato assieme in passato, facilita il tutto. I ‘Wallabies’ cambiano allenatore cercando di non cambiare pelle. Les Kiss dunque. Un passato importante in Sudafrica, assistente agli Springboks, Irlanda, assistente proprio quando Joe Schmidt era allenatore della nazionale e director of rugby ad Ulster, e Inghilterra, head coach dei London Irish fino al loro fallimento nel 2023. Un presente ai Queensland Reds, franchigia che gioca nel Super Rugby Pacific. E un futuro alla guida della nazionale australiana nella Coppa del mondo del 2027 da giocare in casa. Tuttavia, non arriverà subito. Contratto da metà 2026, quando scadrà il suo accordo con i Reds, fino a fine 2028. Niente doppio ruolo. “Non volevo un doppio lavoro”, dice. “Preferivo concentrarmi sul mio ai Reds, e tra poco devo prendere un aereo per Suva visto che sabato sfidiamo i Drua. Ma credo che abbiamo trovato un’ottima soluzione. Sono ottimista. Una transizione fra allenatori è necessaria. Se ci fosse un grosso vuoto e arrivasse dal nulla un nuovo allenatore, nessuno saprebbe cosa starebbe per succedere. E questo è ciò che i giocatori non vogliono”. Sarà il 5° allenatore dei ‘Wallabies’ in 7 anni. Dopo Michael Cheika, 5 anni con una finale mondiale raggiunta nel 2015 prima di chiudere fisiologicamente il suo ciclo ai quarti della Coppa del mondo del 2019; Dave Rennie, neozelandese licenziato dopo aver perso anche con l’Italia a Firenze nel 2022; Eddie Jones, coppa del mondo 2023 disastrosa conclusa alla fase a gironi; Joe Schmidt, l’uomo chiamato a rifare grandi i ‘Wallabies’ ma con un figlio malato di epilessia che necessita della sua presenza assieme alla sua famiglia trasferitasi dalla Nuova Zelanda a Sydney. Nel momento di accettare l’offerta di Phil Waugh, ex colonna dei ‘Wallabies’ e attuale CEO di Rugby Australia, aveva messo in chiaro le cose. Firmo per 2 anni, fino al tour dei British & Irish Lions. Intanto vi do una mano. Poi si vedrà. Patti chiari, amicizia lunga. Il problema, se tale si può definire, è che in un anno di lavoro, il neozelandese che aveva fatto grande Leinster e Irlanda, e che era finito nel coaching staff degli All Blacks sconfitti di un punto dal Sudafrica nella finale mondiale di Parigi nel 2023, aveva rimesso in carreggiata la nazionale australiana. Crescita nel gioco e nei risultati. Nuova fiducia riportata in un pubblico disilluso e disaffezionato. Ambiente in gruppo disintossicato. Come fai a privartene? Proprio ora che l’Australia diventerà, per il prossimo decennio, il centro del rugby mondiale? Tour dei British & Irish Lions a luglio. E per un rugbista, oltre che per le casse federali, un’esperienza che arriva una volta ogni 12 anni e che vale quanto, se non più, di un mondiale. Coppa del mondo maschile da ospitare nel 2027 e quella femminile due anni dopo. Senza dimenticare i Giochi Olimpici del 2032 che si terranno a Brisbane con il Rugby a Sette esploso a Parigi la scorsa estate. Come fai a privartene? E poi, con chi lo sostituiamo? Diverse le opzioni sul tavolo. Un rientro di Michael Cheika. Una promozione, rispetto al ruolo di assistente avuto in passato, per Stephen Larkham. Una scommessa con Stuart Lancaster, inglese che le cose, esperienza a Parigi col Racing 92 a parte, ha già mostrato di saperle mettere a posto. O Les Kiss. La scelta più logica. Nel segno della continuità a livello di credo rugbistico, credibilità e accettabilità. Da parte di gruppo e opinione pubblica. Vada per Les Kiss. Sì, ma c’è un problema. Il suo contratto coi Reds scade nel 2026. E dove è il problema? Si licenzia. Oppure svolge un doppio ruolo. Proviamoci. E parliamo con la Union del Queensland per trovare una quadra. Ecco, la quadra la si è trovata così. Arriverà a metà del 2026 e rimarrà fino al 2028. Nel frattempo abbiamo convinto Joe Schmidt a guidare i ‘Wallabies’ sia nel Rugby Championship, il 4 Nazioni dell’emisfero sud, sia nelle Autumn Nations Series in Europa di novembre. Quando l’Australia verrà, anche, in Italia. E soprattutto Joe ci ha dato la sua parola che, se dovesse esserci bisogno per una consulenza, ci sarà e che non allenerà una nazionale diversa da quella australiana alla prossima Rugby World Cup. Tutto è bene quello che finisce bene quindi. Con Les Kiss si lavorerà in continuità per un’Australia… al bacio.

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Moreno Molla