Dopo un'off-season ricca di acquisti i New York Giants sembravano pronti per un'ottima stagione, ma dopo le prime 5 partite manca ancora la vittoria e i migliori giocatori sono out per infortunio. Sorride invece la metà verde della Grande Mela: i Jets erano partiti a fari spenti e invece il record di 3-2 fa ben sperare
New York, New York. No, non come le note di Sinatra, ma come i 2 volti della meravigliosa Grande Mela nel Football. L’incredibile realtà opposta che stanno vivendo le due squadre della città. I Giants venivano da una stagione da 11 vittorie, il posto alla wild card e un’estate passata a rinforzare un attacco, già peraltro di buon livello, per essere al pari di quella che sulla carta era una delle migliori difese della lega per la linea e la secondaria. Firmati DJ Fluker dei Chargers per la linea d’attacco e il fantastico, se pur non più giovanissimo, Brandon Marshall per aggiungere non solo talento al gruppo dei ricevitori, ma anche una presenza fisica e centimetri all’attacco e usata la prima scelta per Evan Engram, H-back/ tight-end di potenza e dinamismo, l’ottimismo per i G-Man era di quelli da post season almeno.
Giants, un pessimo avvio e gli infortuni
Invece la New York blu s’è svegliata nel disastro più totale. Eli Manning che sembra un quarterback appannato (89,1 solo finora di passing rate), un disastroso record di 0-5 e il trio dei ricevitori delle meraviglie Beckham, Shepard e Marshall tutti infortunati. La notizia peggiore è la frattura alla caviglia di Beckham che vuol dire stagione finita e soprattutto capolinea di qualsiasi speranza. Vero, il gioco di corsa con Darkwa, Vereen e Gallman è solido, JPP sembra tornato vicino ai livelli pre petardo e Olivier Vernon è certamente un fattore difensivo, ma ormai queste sembrano solo proiezioni per il futuro. Forse gli infortuni copriranno, in parte, il disastro della West Coast offense modificata nella quale credeva tanto l’head coach Ben McAdoo, ma non a tal punto dal salvargli la panchina. Vero che le ultime 3 (contro Eagles, Buccaneers e Chargers) sono state sconfitte di misura, nel finale, rocambolesche e sempre dopo un vantaggio Giants, ma New York è la città meno adatta per accettare alibi. Questa è la peggiore partenza di stagione dal 2003 quando iniziarono con uno 0-6, ma ancor più pesante per quelle che erano le aspettative della vigilia.
Jets, da underdog a scommessa
Dall’altra parte, la metà (beh onestamente forse solo poco più di un quarto) verde della città sta facendo molto, ma molto meglio del previsto nell’anno che doveva essere dell’ennesima ricostruzione. Josh McCown a 38 anni come QB titolare doveva essere il manifesto della transizione e invece sta assolvendo appieno il suo compito: quello di non perdere le partite. Nelle prime 5 ha tirato solo 4 intercetti, lanciato per + di 1000 yards (con una media di 7,1 guadagnate a lancio) per un attacco che produce una media 5,2 yards a gioco offensivo. A vincere le partite poi ci sta pensando l’altra metà del roster e non è un caso visto che il capo allenatore Todd Bowles è da sempre una grande mente difensiva e da lì sta ricostruendo. Il record di 3-2 alla 5^ sembrava impossibile ed invece battuti i Jaguars, umiliati i Dolphins e confermato il pronostico contro i Browns è una realtà sulla quale magari non illudersi, ma certamente usare come base. Jermaine Kearse da Seattle è stato un grande scambio qualche ora prima del debutto stagionale, la coppia di running backs Matt Forte - Bilal Powell funziona e la difesa ha concesso finora solo 27 dei 70 terzi down fronteggiati. I Jets che per molti erano i favoriti per la prossima prima scelta del draft potrebbero avere un altro ruolo alla Lottery.