La cantante, in totale disaccordo con la politica della NFL e in segno di solidarietà a Colin Kaepernick, ideatore del kneeling durante l'inno nazionale, ha rinunciato all'esibizione nell'Half Time Show del prossimo 3 febbraio ad Atlanta. Un altro duro colpo per le lega di football americano
Rihanna ha rifiutato l'invito della NFL di esibirsi all'Half Time Show del prossimo Super Bowl LIII in sostegno a Colin Kaepernick. A riportare la notizia è stato 'Us Weekly', secondo cui la 30enne cantante sarebbe in totale disaccordo con la politica della lega statunitense di football americano, riguardo alla possibiltà di inginocchiarsi durante l'inno nazionale. Rihanna dunque non sarà sul palco il prossimo 3 febbraio al Mercedes-Benz Stadium di Atlanta, per uno degli show più importanti dell'anno, seguito solo negli States da circa 100 milioni di persone e che raggiunge un audience globale di un miliardo di telespettatori. "La NFL e la CBS (rete che trasmette il match) hanno tentato in tutti i modi di avere Rihanna sul palco - ha scritto il giornalista Nicholas Hautman -. Ha rifiutato in quanto non è d'accordo con la loro politica adottata nella controversia del kneeling". La pratica di inginocchiarsi durante l'inno è stata lanciata dal quarterback Colin Kaepernick nel 2016 per protestare contro la diseguaglianza razziale e contro la brutalità della polizia, suscitando l'ira del Presidente Donald Trump. Il 30enne, da quel momento, è free agent (meglio dire disoccupato) e ha in corso una durissima battaglia legale con la NFL. Quello di Rihanna è il secondo rifiuto consecutivo eccellente di un artista dopo quello della coppia Beyoncè-Jay Z, che lo scorso anno declinarono l'invito, come confermato anche dalla pop-star in una sua canzone: "Ho detto no al Super Bowl, tu hai bisogno di me, ma io non ho bisogno di te". L'ennesimo duro colpo inflitto alla lega americana di football americano dopo che la Nike ha scelto proprio Kaepernick come volto della sua nuova campagna pubblicitaria.