Super Bowl 2019: vincono i New England Patriots, battuti i Los Angeles Rams. Highlights

Sport USA

Massimo Marianella

Julian Edelman, MVP del 53esimo Super Bowl (foto getty)

Nella 53esima edizione del Super Bowl i New England Patriots conquistano il sesto titolo NFL battendo 13-3 i Los Angeles Rams, in un match con poche emozioni e un solo touchdown. Ottavo anello per Belichick, sesto per Tom Brady (nessuno come lui). Fantastico Edelman, eletto MVP. Peggior partita della carriera per Jared Goff

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Non avete trovato un biglietto per Atlanta? Siete andati a dormire prima del Kick off? A meno che non siete amanti dei punt…poco male. Il 53esimo Super Bowl è stato probabilmente il meno spettacolare di sempre, certamente di quelli dell’era moderna. Il primo della storia senza TD nei primi 3 quarti, secondo per il minor numero di punti segnati nel primo tempo (3) solo al SB IX del gennaio 1975 tra Pittsburgh e Minnesota che ne aveva messi solo due sul tabellone all’intervallo. Era stato presentato come il Super Bowl del confronto generazionale e dello spettacolo offensivo, nella media avevano pronosticato un totale di punti superiore ai 50, è stata invece solo la sfida tra due grandi difese. Atlanta ha eletto un trionfatore, Bill Belichick, e un grande perdente, Jared Goff, mentre la Dinastia di New England aggiungeva un’altra gemma al suo scettro.

Edelman MVP, il peggior Super Bowl di Brady

Paradossalmente la vittoria più bella e significativa con la partita più brutta. Con il peggior Brady dei suoi 9 Super Bowl giocati (21 completati su 35 per 276 yards con 0 TD e 1 intercetto) New England è riuscita comunque a vincere soprattutto con la difesa e grazie ai fedelissimi del numero 12. Gronkowski, tenuto assieme dallo scotch per i tanti infortuni, che ha comunque portato a casa 87 yards e soprattutto quelle del drive vincente per portare i Pats sulle 2 e un fantastico Edelman, secondo nella storia solo a Jerry Rice per ricezione nella post season, con 10 nella notte di Atlanta per 141 yards. Decisivo per aprire il campo e principalmente nei terzi down, alla fine è stato giustamente anche eletto MVP del match. Il settimo wide receiver della storia (il secondo di New England) a vincere il premio dopo Lynn Swann, Fred Biletnikoff, Jerry Rice, Deion Branch, Hines Ward e Santonio Holmes. Edelman è stato la chiave di questa partita, perché nonostante la difesa sia stata il reparto migliore dei Rams, Wade Phillips, il defensive coordinator al suo 41esimo anno nella Lega, pur bravissimo ad alternare la zona con la copertura a uomo, ha capito troppo tardi che avrebbe dovuto raddoppiare costantemente sul numero 11 e questo gli è costato la partita. La linea offensiva non lo ha aiutato e la difesa di New England è stata fantastica.

Rams, Goff è la grande delusione

Jared Goff è la grande delusione di questo SB. Il QB dei Rams al terzo anno nella NFL ha giocato la peggior partita della sua carriera e se ti accade nel match più importante è un problema e un’etichetta che ti porti dietro a lungo. Pessimo. Nonostante una grande difesa che lo ha tenuto in partita fino alla fine, non ha mai voluto rischiare, se non quando ormai la partita era andata. Non ha mai neanche colto le pochissime opportunità che la difesa avversaria ha concesso e colpevolmente non trovando le traiettorie interne sul profondo, che erano state uno dei punti di forza della stagione. Si pensava alla vigilia che LA avrebbe levato le corse centrali ai Pats, è stato invece Belichick a cancellare il running play agli avversari e mettere il pallone nelle mani di Goff che ha giocato molto peggio di quanto non dicano i suoi numeri, per altro non esaltanti, di 19 su 38 per 229 yards e un intercetto. Ha giocato una partita più grande di lui, aumentando, per i neutrali, i rimpianti che il furto arbitrale di New Orleans ha privato tutti di un Super Bowl migliore se ci fossero arrivati i Saints e Drew Brees. Il secondo miglior attacco della Lega nella stagione regolare nel primo tempo ha fatto registrare solo 2 primi downs e ben 6 punts. LA non è mai stata davvero in partita e se questa era una sfida tra due epoche diverse di football Goff è stato bocciato malamente e coach McVay ha dimostrato che per il ricambio generazionale si deve ancora aspettare un po'.

Patriots, una vittoria fuori pronostico

Eppure i segnali iniziali del match non puntavano verso Boston. Brady intercettato al primo lancio, cosa mai successa nella sua carriera nei playoffs, Gostkowski che ha fallito il primo field gol della storia dell’impianto, del Mercedes Benz Stadium di Atlanta, dopo 31 consecutivi trasformati e un 4 e 1 fallito alla fine del primo tempo. New England è stata più forte anche di questi segnali. Non in grande stile, ma ha ottenuto il trionfo più importante di questa dinastia forse irripetibile. Per la prima volta quasi totalmente fuori dai pronostici in estate. Per tutti questa una squadra al tramonto. Avevano perso troppi giocatori importanti, perso il defensive coordinator Matt Patricia e Brady era ormai troppo lento e troppo vecchio. Questa situazione li ha uniti ancora di più, motivati ancora di più e Belichick ha fatto il resto. Con la difesa ha levato l’arma principale dei Rams la Play Action e da Brady ha trovato nell’ultimo quarto il drive decisivo come sempre.

Belichick a quota 8 anelli: nessuno come lui

Belichick è il più grande di tutti i tempi. Nessun dubbio con tutto il rispetto dovuto a Tom Landry, Don Shula, Vince Lombardi, Bill Walsh e Chuck Noll. Lo dicono le vittorie, i SB, ma soprattutto lo sottolinea questa stagione. La filosofia del “Do Your Job” che impone a tutti coloro che vestono la maglia di New England gli ha permesso di estrarre da tutti loro, da Brady all’ultimo componente dello special team, il massimo in questi incredibili 19 anni. Da stasera il libro dei record dell’NFL e dello sport americano va riscritto. Nella storia del Football nessuno, in qualsiasi ruolo, anche combinandoli tutti, ha mai vinto 8 anelli come Belichick (2 da defensive coordinator dei New York Giants) e nessuno in campo ha mai vinto 6 anelli come Tom Brady. La dinastia continua, ma forse c’è una piccola correzione da fare. Brady aveva confessato all’inizio della stagione che mai in questi 19 anni, neanche in privato, coach Belichick gli ha detto bravo. Sull’aero di ritorno da Atlanta a Boston, anche dopo una prestazione non esaltante, prima della parade di martedì questa debolezza potrebbe anche venir fuori.