Draft NFL 2020, l'analisi delle 32 prime scelte

Sport USA
Massimo Marianella

Massimo Marianella

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Joe Burrow ai Cincinnati Bengals, Tua Tagovailoa ai Miami Dolphins, Jordan Love ai Green Bay Packers. Con 3 quarterback scelti al primo giro, quello del 2020 si conferma il draft dei QB. Con tante conferme e qualche sorpresa

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L’abbiamo aspettato mesi, così a distanza con i computer speriamo di non vederlo più, ma il Draft resta comunque il momento di massima speranza per appassionati, giocatori, famiglie, squadre ed addetti ai lavori. Speranza. Quella che adesso fa andare avanti il mondo e che nella notte ha acceso i cuori degli appassionati di Football del pianeta. L’NFL, nella difficoltà, ha fatto le cose in grande come sempre. Inno nazionale suonato a casa sua da Harry Connick Jr. (tifoso dei Saints) tutte le sedi delle varie franchigie collegate, sia a casa dell’Head Coach che del GM quando non erano assieme, quelle dei principali 60 giocatori eleggibili, dei 10 principali talent televisivi e alcune sedi dei tifosi sparsi in varie zone degli Stati Uniti. Con molta ironia poi il Commissioner Roger Goodell prima di cominciare ha chiesto anche da remoto i boooh dei tifosi per… mantenere la tradizione. Sorprese, da quel punto in avanti, anche quelle ormai da tradizione, poche.

Doveva essere il draft dei quarterbacks e ne sono stati chiamati 3 nelle prime 6 scelte (solo la 3° volta che accade negli ultimi 50 anni), non doveva essere il Draft dei running backs ed il primo ad essere chiamato è stato Clyde Edwards Helaire di LSU alla 32esima ed ultima del primo giro da parte dei Campioni dei Kansas City Chiefs, ma soprattutto, come previsto, la primissima scelta è stato Joe Burrow.

Joe Burrow con mamma e papà al momento della chiamata
Joe Burrow con mamma e papà al momento della chiamata - ©Getty

La prima scelta

Il suggello per lui di un’annata incredibile per una carriera che finora ha decisamente superato le attese. Borrow come tutta la sua famiglia sperava di andare a Nebraska che però lo ha snobbato, è finito allora comunque in un grande programma come quello di Ohio State, ma anche lì non ha acceso nessun entusiasmo tanto da giocare 10 partite in 2 stagioni e capire che era destinato ad un ruolo da back up. Chiesto e ottenuto il trasferimento a LSU dopo una stagione buona di assestamento, in quella successiva ha battuto tutti i record di passaggi, yard e TD. Un’annata con 402 completi su 527 lanci per 5671 yard, 60 TD e solo 6 intercetti aggiungendoci 5 touchdown suoi su corsa con una media di 3,2 yard per portata. Grande però soprattutto nelle grandi partite. Contro le 5 squadre più forti del College Football, nelle 5 partite più importanti dell’anno ha sommato 22 TD pass a fronte di ZERO intercetti. Vinto il titolo nazionale con LSU, eletto unanimemente Heisman Trophy è diventato il quinto della storia a vincere questi 2 trofei ed essere chiamato #1 al draft. Terzo anno consecutivo questo che l’Heisman Trophy è anche la numero 1, ma non è poi stato sempre così automatico. In campo ha tutto visone, braccio e mobilità. Ha iniziato la sua stagione da record paragonato a Tony Romo e l’ha finita accostato al nome di Tom Brady. Un ragazzo di valori anche fuori dal campo che si è presentato alla prima intervista dopo la conferma della chiamata con una t-shirt con sopra semplicemente il numero 740. Il prefisso telefonico della sua città di Athens County dove, come aveva ricordato sollevando l’Heisman, troppi ragazzi non mettono assieme il pranzo con la cena. Ha concluso però con umorismo sottolineando che per il Covid 19 è da un mese che non va dal barbiere e per questo le sue foto “storiche” di questa serata le avrà per sempre con una capigliatura improponibile. Adesso lo aspetta un problema ben più grande. Una squadra, i Cincinnati Bengals che, nonostante abbiano avuto con lui 4 prime scelte assolute negli ultimi 30 anni, non vincono una partita di playoffs da 20 anni e hanno il 5°peggior record della NFL. Prima di lasciare la Louisiana lo zoo di Baton Rouge ha dato il suo nome alla giraffa appena nata, a Cincy sono pronti a fare di più se saprà cambiare la storia dei Bengals.

2^ e 3^ scelta

Dopo Borrow sono stati chiamati due suoi ex compagni di squadra del 2017 ad Ohio State. Alla 2 il mobilissimo Defensive End Chase Young e con la 3 il cornerback Jeff Okudah. Young detto “The Predator” è nato e cresciuto a Upper Marlboro, 56 miglia dal campo d’allenamento dei Washington Redskins, e adesso vestirà davvero quella maglia giallorossa con l’indiano sul casco come faceva da bambino.

Young (a sinistra) e Okudah (a destra)
La famiglia Young (a sinistra) esulta, Okudah (a destra) durante la prima intervista - ©Getty

La 5^ scelta

Come previsto poi, prendendo un rischio per l’infortunio e l’operazione all’anca che lo costringerà a tempo e prudenza per il ritorno in campo, i Dolphins hanno chiamato con la 5 il quarterback hawaiano di Alabama Tagovailoa che, per fortuna dei telecronisti, tutti chiamano col nome di battesimo Tua. Un talento come ne nasce uno ogni due o tre generazioni dicono gli esperti, ma fragile come un cristallo di Boemia. Una preoccupazione non da poco a Bayside il fatto che abbia già avuto 5 infortuni più o meno seri nella sua carriera al college. Ora forse nel 2021, dopo aver recuperato per un anno la giusta mobilità, dovrà essere quel quarterback cha Miami insegue da anni. Da quando nel 2000 si è ritirato il leggendario an Marino sono stati 21 i QB che si sono alternati come partenti della squadra, ma nessuno ha lasciato un segno positivo. Forse Chad Pennington prima di farsi male anche lui. Adesso tocca a Tua che i Dolphins sognano da un anno intero e che hanno pensato di perdere due volte, prima vincendo quelle 5 partite che gli hanno fatto perdere la primissima scelta, poi per l’infortunio. Ora Tua è davvero a Miami e forse il fatto che ad Alabama la sua maglia fosse quella col numero 13 è un segnale che nel sud della Florida vogliono leggere in positivo.

Tua mostra l'interno della giacca dopo la chiamata dei Dolphins
Tua mostra l'interno della giacca dopo la chiamata dei Dolphins - ©Getty

Le altre chiamate interessanti

Altre chiamate molto interessanti che possono rivelarsi vincenti sono state la 8 con gli Arizona Cardinals che hanno selezionato Isaiah Simmons, linebacker estremamente duttile e i Raiders che con la 12 hanno chiamato il velocissimo wide receiver Henry Rugg III anche lui da Alabama. Sorprendente, ma intrigante la decisione dei Green Bay Packers che hanno fatto una trade con i Miami Dolphins per assicurarsi la scelta 26 per chiamare Jordan Love quarterback da Utah State che qualcuno paragona a Patrick Mahomes. Uno sguardo al futuro per i Packers che non avrà però fatto la felicità di Aaron Rodgers che a 36 anni sperava di avere più armi a disposizione per vincere nel presente piuttosto che accogliere qualcuno che possa prendere in futuro il suo posto come lui aveva fatto con Brett Favre.

Jordan Love, i Packers pensano già al dopo Rodgers?
Jordan Love, i Packers pensano già al dopo Rodgers? - ©Getty

E non è finita…

Il draft con i turni successivi di chiamate proseguirà nei prossimi 2 giorni e forse lì ci saranno le chiamate meno celebrate, ma più importanti perché non dobbiamo mai dimenticare che Joe Montana è stato chiamato al terzo giro e Tom Brady addirittura al sesto con la 199. Un monito e una speranza per tutti. Speranza un termine che in questo Draft è tornato più che mai. Il momento e il mondo dello sport lo invocava.