Nfl: Duvernay-Tardif rinuncia a stagione per fare il medico e combattere Covid

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AVENTURA, FLORIDA - JANUARY 29: Laurent Duvernay-Tardif #76 of the Kansas City Chiefs speaks to the media during the Kansas City Chiefs media availability prior to Super Bowl LIV at the JW Marriott Turnberry on January 29, 2020 in Aventura, Florida. (Photo by Mark Brown/Getty Images)

Laurent Duvernay-Tardif ha deciso di esercitare la clausola di "opt out" e di non prendere parte alla prossima stagione per concentrarsi sul suo lavoro di medico (tirocinante) nella lotta all'emergenza Covid-19. Il campione Nfl con i Kansas City Chiefs - vincitori dell'ultimo Super Bowl - ha spiegato: "Non mi posso permettere di diventare un potenziale veicolo di trasmissione del virus per giocare a football. Se proprio devo correre rischi, lo farò prendendomi cura dei pazienti"

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Laurent Duvernay-Tardif, lineman dei Kansas City Chiefs vincitori dell'ultimo Super Bowl e primo medico tirocinante (è laureato in medicina alla prestigiosa McGill University di Montreal) della storia a giocare una finale per il titolo della Nfl, rinuncia a disputare la stagione entrante del football americano. Ha infatti deciso di usufruire della clausola di "opt out" che concede ai giocatori della lega la possibilita' di sospendere (opt out) il proprio contratto, rinunciando di fatto a disputare la stagione 2020 in ragione della pandemia in corso, negli Usa e nel mondo. Duvernay-Tardif ha deciso che in questi mesi, e in quelli che veranno, preferisce fare il medico a aiutare i malati in corsia. Il meccanismo dell'opt out prevede che il giocatore che ne usufruisce riceva comunque 150mila dollari, come nel caso del canadese dei Chiefs, erdif), mentre il contratto in essere viene posticipato di un anno. Duvernay-Tardif, originario del Quebec, fa parte della 'colonia' (una ventina) di giocatori canadesi che militano nella Nfl, nel suo caso nella squadra campione in carica. Ha completato gli studi nel 2018 ma fa parte del team di Kansas City dal 2014, quando fu scelto al sesto giro del draft. Pur non avendo ancora completato la specializzazione a causa degli impegni da atleta professionista, è da mesi 'in prima linea' nella lotta al Covid-19 come assistente in una casa di cura per lungo degenti a Montreal. E lì ha deciso di continuare a rimanere, nonostante la stagione Nfl che dovrebbe cominciare. "Si tratta di una delle decisioni più difficili della mia vita - ha spiegato la 29enne star dei Chiefs -, ma devo seguire le mie convinzioni e scegliere ciò che personalmente credo sia giusto fare. Il mio impegno in prima linea durante la off-season mi ha portato a sviluppare una prospettiva diversa riguardo la pandemia e lo stress che causa agli individui ed ai nostri sistemi sanitari. Non mi posso permettere di diventare un potenziale veicolo di trasmissione del virus verso la nostra comunità semplicemente per praticare lo sport che amo. Se proprio devo correre dei rischi, lo farò prendendomi cura dei pazienti". Il football americano, e anche un eventuale altro Super Bowl, possono quindi attendere.