Tutto su Auston Matthews, l'uomo immagine della NHL

Sport USA
Massimo Marianella

Massimo Marianella

Nato in California da famiglia messicana e cresciuto in Arizona. La foto col baffo pronunciato e un velo d’abbronzatura perenne delineano il ritratto delle sue origini e fanno pensare si tratti di una star del soccer, del baseball o di un attore che interpreta il ruolo del possidente di qualche sconfinata fazenda con cavalli e profumo di burritos e fajitas. Invece Auston Matthews è la nuova immagine della NHL

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Uno straordinario realizzatore che veste la maglia storica dei Toronto Maple Leafs e da 6 stagioni incanta gli appassionati di hockey su ghiaccio di tutto il mondo. Una delle star più attese dei playoff iniziati questa settimana e aperti con una sua doppietta (trasmessa in diretta da Sky Sport). Matthews è un giocatore straordinario, grande pattinatore, ma soprattutto un realizzatore incredibile. La scorsa settimana ha ricevuto per il secondo anno consecutivo il Maurice “Rocket” Richard Trophy, il premio intitolato ad una delle tante leggende del passato dei Montreal Canadiens, assegnato a chi segna più gol nella stagione regolare. L’equivalente insomma della scarpa d’oro del calcio. L’aveva sollevato per la prima volta lo scorso anno con 41 gol in 52 partite ed era stata una sorta di tessera d’ingresso al club dei grandi. Quest’anno ha strabiliato. Non solo ha rivinto il trofeo, ma è diventato il primo giocatore americano di nascita della storia della NHL e anche il primo nella meravigliosa storia dei Maple Leafs a segnare 60 gol in una singola stagione regolare. Un numero prima di lui raggiunto 39 volte da altri 20 giocatori, ma mai uno nato negli States e mai con la maglia di Toronto. Canadesi, russi, due finlandesi e Jaromir Jagr della Repubblica Ceca con Pittsburgh nel 96 (62 gol), ma mai uno col passaporto a stelle e strisce. Dato in un certo senso sorprendente a rileggere la storia di questo sport, ma anche per questo ancora più significativo. 

Come è nato l’amore per l’hockey

E pensare che Matthews aveva iniziato col baseball e non fosse stato per una sera in cui il padre si è presentato a casa con 2 biglietti per andare a vedere la squadra della città, i Coyotes, forse l’NHL non avrebbe mai avuto una delle più lucenti star dell’era moderna. Quella sera nella sua Phoenix il piccolo Auston venne affascinato da tutto. I colori e il simbolo della squadra di casa, la Mascotte del Coyote che girava sugli spalti e persino dallo Zamboni (l’ha raccontato lui) quella strana macchina che gira negli intervalli per “rifare” il ghiaccio. 

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Il ruolo di Dorozhenko

La scintilla era scoccata e la famiglia ha assecondato quella passione. Sostituita la mazza da baseball con la stecca incrocia sulla sua strada l’uomo decisivo per il suo sviluppo. Un coach ucraino nato a Kiyv Boris Dorozhenko che (le storie della vita ritornano sempre) era diventato responsabile tecnico della federazione messicana di hockey ghiaccio prima di tornare negli States in Arizona. Un percorso per certi versi simile a quello di un ragazzino che sarebbe diventato grande giocatore grazie al lavoro fatto assieme. Una strada percorsa assieme quella della formazione di un campione. 

Dorozhenko si è trasferito a vivere a casa Matthews diventando uno di famiglia e gli allenamenti divennero quotidiani. Quattro anni dopo Auston ha condotto la nazionale America in Canada a vincere il Titolo Mondiale U17 e da qual momento tutti si sono accorti di lui. Sempre sotto la supervisione della Federazione Americana nell’estate 2015 una scelta per certi versi clamorosa. 

L’esperienza in Svizzera

Come college sceglie l’University of Nebraska Omaha, ma solo per seguire corsi on line perché per fare il gradino successivo della sua carriera decide di andare in Svizzera per giocare da professionista con l’ZSC Lions di Zurigo anche perché allenati da Mark Crawford che da Head Coach dei Colorado Avalanche aveva vinto la Stanley Cup nel 1996. Una lega più abbordabile per cominciare con i grandi, ma guidato da un coach di grande esperienza NHL. Assieme vincono la Coppa di Svizzera (due assist nella Finale v Losanna) e qualche settimana dopo viene chiamato con la prima scelta assoluta da Toronto nel draft NHL. 

L’esordio da urlo

Il peso dell’esordio nel campionato più difficile, prestigioso ed importante del mondo dell’hockey lo risolve segnando 4 gol agli Ottawa Senators. Solo due giocatori prima di lui, Joe Malone e Harry Hyland, avevano fatto meglio segnando 5 gol all’esordio assoluto, ma bisogna tornare indietro al 1917. Altro hockey. Quello di oggi certo ha il volto di Matthews come immagine.

Auston Matthews