Super Bowl, vincono i Kansas City Chiefs: San Francisco 49ers battuti 25-22

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Massimo Marianella

Massimo Marianella

TOPSHOT - Kansas City Chiefs' quarterback #15 Patrick Mahomes celebrates with the trophy after the Chiefs won Super Bowl LVIII against the San Francisco 49ers at Allegiant Stadium in Las Vegas, Nevada, February 11, 2024. (Photo by TIMOTHY A. CLARY / AFP) (Photo by TIMOTHY A. CLARY/AFP via Getty Images)

I Kansas City Chiefs vincono al supplementare il Super Bowl LVIII battendo i San Francisco 49ers per 25-22, al termine di una partita emozionante e tesa come una finale di Champions. Decisivo il TD di Hardman e il solito devastante Mahomes, votato MVP della finale per la terza volta in carriera. Per i Chiefs, tre anelli nelle ultime cinque stagioni, ormai si può parlare di dinastia. Il racconto da Las Vegas di Massimo Marianella

FOTO: IL TRIONFO DEI CHIEFS - HALFTIME SHOW E TAYLOR SWIFT

Hanno vinto in bianco lo scorso anno hanno trionfato in rosso a Las Vegas. Non importa il colore della maglia e qualsiasi statistica o scaramanzia vi siano legate, la cosa fondamentale è che Patrick Mahomes vesta la sua numero 15. Ancora una volta ha vinto lui. Ha vinto con la testa, le gambe e alla fine col braccio, superando le 300 yards in partita col TD decisivo al supplementare a Mecole Hardman. Kansas City ha inseguito tutta la partita e tutto il supplementare, ma alla fine ancora una volta, anche a Las Vegas hanno riecheggiato le note e il coro che accompagnano il tradizionale “Tomahawk Chop”.

Mahomes nella leggenda: che rimonta i Chiefs

Mahomes è stato eccezionale in una serata per lui normale 34 su 46 con 333 yards e 2 TD. Ha usato classe ed esperienza ed ha guidato i suoi Chiefs che erano sotto 10 a zero alla 17^ rimonta della sua carriera, l’undicesima nella storia del Super Bowl da -10 ed esattamente quello che aveva già fatto a Miami nel SB 54. Mahomes ha sfruttato tutto il campo, senza mai rischiare troppo, ha completato 3 corse decisive e soprattutto aperto il campo con passaggi per 8 diversi ricevitori. Uno di questi è Rice,  una delle storie di questa partita. Mahomes leggendario QB sempre di più, ma anche stimato General Manager. Rashee Rice, ora suo ricevitore preferito l’ha portato lui. Un anno fa Rice è andato nella off season al camp di TCU (Texas Christian University) per aiutare il suo QB di allora a SMU (Southern Methodist University) con qualche ricezione. Quello che non sapeva è che quel giorno ad allenarsi c’era anche Mahomes che con lui si è trovato bene a tal punto da consigliare i Chiefs nel draft successivo di tenere d’occhio quel nome. Scelto da Kansas City con la chiamata #55 ha avuto una splendida stagione con 79 ricezioni 938 yards e 7 TD. Da un casuale incontro a TCU a vincere assieme il SB a Vegas. A parole sul palco poi il 15 sempre modesto ha parlato solo di altri: “E’ stata la difesa che ci ha tenuto in partita e un coach straordinario che ci ha guidato. Hanno sbagliato tutti quelli che ci hanno definito underdogs. I Chiefs non possono mai esserlo”. 

Mahomes è stato nominato MVP del match

Il percorso dei Chiefs e il 'braccino' dei 49ers

Sacrosanta verità e proprio il percorso nella post season fino a Vegas doveva essere la miglior indicazione della forza ancora di questa squadra. Nessuna tappa agevolata per i Chiefs che si sono riscoperti campioni superando Miami, Buffalo e Baltimore. Tre delle squadre maggiormente accreditate alla vigilia per arrivare a Vegas e in 2 di questi casi in trasferta. I 49ers che nelle ultime partite avevano carburato troppo lentamente qui sono partiti 10 a zero con grande attenzione difensiva, ma alla fine la sensazione che abbiano avuto paura di vincere. Solo nel 4° quarto Shanahan ha provato a dare un segnale chiamando un quarto e 3 che è stato convertito, ma in

generale hanno giocato col freno a mano tirato. Neanche fortunati perché hanno perso quasi subito per un brutto quanto incredibile infortunio al tendine d’achille uno dei loro migliori difensori, il LB Greenlaw, e avuto poco da Deebo Samuel condizionato da un fastidio muscolare alla coscia. E’ mancata anche la favola di Purdie che non ha giocato male, ma non ha inciso soffrendo anche fisicamente il match oltre che la mancanza di centimetri sotto pressione. Il titolo 'Cenerentola vince il Super Bowl e da ultimo (Mr Irrelevant) arriva primo' rimane nella mente di tanti giornalisti nel mondo e negli incubi dei tifosi della baia.

Il Super Bowl come una finale di Champions

Alla fine è stato un SB emozionante per il supplementare, ma non bellissimo. Teso come una finale di Champions League. Troppi errori da una parte e dall’altra con due difese bravissime che come da previsione hanno prevalso sugli attacchi. In generale un’altra grande vittoria della NFL che ha organizzato uno splendido evento (unica falla un’invasione pacifica di due che avevano esagerato con le birre) in un bello stadio, quasi 62mila spettatori e quasi 2 miliardi nel mondo.

L'halftime show e le celebrities

L’intrattenimento anche di primo livello. Usher con l’halftime show il suo Super Bowl l’ha portato a casa. Ha cantato, pattinato, mostrato gli addominali, invitato grandi ospiti e tenuto sempre alto il ritmo. Non sarà un intervallo ricordato nella storia, ma lui e il gioco di luci allo stadio sono stati bravi. Le celebrities presenti, essendo Los Angeles vicina, molte. Da Paul McCartney al conduttore tv Jimmy Kimmel, da Gordon Ramsey al solito Jay Z, da Ariana Grande al cestista dei Clippers James Harden.

Taylor Swift celebra la vittoria con Kelce

Mahomes ancora MVP: è la dinastia Kansas City

Tutti alla fine ad applaudire Mahomes MVP del Super Bowl per la terza volta in carriera. Il trofeo lo hanno portato in campo altre 2 leggende di un passato ormai un pochino lontano, ma grandissimi come Larry Csonka (Miami Dolphins) e John Elway (Denver Broncos). Membri dell’olimpo di questo sport come oggi lo sono Mahomes e Andy Reid con una menzione speciale per il defensive coordinator Steve Spagnuolo, arrivato al suo quarto anello Il quarto Super Bowl della storia dei Chiefs, il 3° con Read in panchina e Mahomes come QB. Il primo nel 1969 vinto sui Minnesota Vikings quando Hank Stram era l’Head Coach e Len Dawson il quarterback. Sì, quella dei Chiefs nella notte di Vegas è ormai diventata una dinastia da paragonare ai Cowboys anni 90 ai Patriots del nuovo millennio ai 49rs anni 80 agli Steelers della

seconda metà degli anni 70. Quattro Super Bowl in 5 anni con 3 anelli. E alla fine….un invasato Kelce al microfono alla consegna del trofeo ha intonato la celeberrima “Viva Las Vegas” con la stessa energia con cui ha completato 9 ricezioni avvicinando Jerry Rice che ne ha più di tutti nella storia del SB. Gliene servivano 12, ma il suo saluto è una minaccia e una promessa “Kansas City che ne pensate di 3 di fila?”. Appuntamento già fissato a New Orleans!