NHL, Florida batte Edmonton 2-1 in gara 7: è la sua prima Stanley Cup
hockey ghiaccioLa terza volta è stata quella giusta. Per i Florida Panthers e anche per il loro allenatore Paul Maurice. Florida ha vinto la prima Stanley Cup della sua storia dopo due finali perse, battendo gli Edmonton Oilers per 4 partite a 3. Il racconto di gara 7
È sembrato facile sul 3 a 0 nella serie, è diventato difficile quando gli Oilers sono arrivati al 3-3 vincendo tre partite consecutive. Ma i Panthers hanno trionfato in gara 7 davanti al proprio pubblico a Sunrise, fermando la spettacolare rimonta di Edmonton e scacciando la paura. Vanificando anche la prestazione di Connor McDavid, lui fantastico con 8 gol e 34 assist nei playoff, premiato come MVP, ma in un contributo che è stato dalla parte degli sconfitti. Florida ha vinto gara 7 per 2 a 1, andando sempre in vantaggio, prima con Verhaeghe e poi in modo definitivo con Reinhart nel secondo tempo. Difendendo il gol che ha deciso la stagione con un grande sforzo di squadra e un grande sacrificio, ritrovando le parate del suo portiere Bobrovsky nel momento di maggior bisogno. La prima Stanley Cup dei Panthers riscatta una storia fatta di stagioni problematiche e di una faticosa radicalizzazione nel Sud della Florida, dove il ghiaccio si metteva di solito solo nei drink. Eppure, la prima finale era arrivata nel 1996, dopo solo tre stagioni di esistenza (persa 4-0 contro Colorado). L’effetto novità è presto svanito con quattro qualificazioni ai playoff in 22 anni, con poco pubblico in tribuna e con pochi motivi per lasciare la spiaggia per andare a vedere qualcuno che giocava ad hockey. Negli ultimi 5 anni Florida è diventata invece stabilmente una squadra di vertice nella NHL, arrivando sempre ai playoff. Nel 2022 ha vinto il President Trophy, cioè è stata la squadra con il miglior record in regular season. È arrivata in finale lo scorso anno, perdendo contro Vegas e imparando la lezione: vinci con la forza della squadra, con molti giocatori determinanti, vinci se la tua difesa ingabbia il talento degli avversari.
La rinascita e il trionfo
La rinascita era iniziata nel 2013 con il nuovo proprietario Vincent Viola, un italo-americano newyorkese con grandi affari nel mercato finanziario e delle merci e una grande passione per i cavalli. Idee chiare e una disciplina nella carriera da manager che viene dalla sua formazione nell’Accademia Militare. Nel 2020 la squadra aveva finalmente cambiato stile e prospettive, con Bill Zito come general manager e Joel Quenneville come allenatore. Gioco offensivo, valanghe di gol, giocatori di grande qualità. Una squadra divertente da vedere e vincente, una semina costante nel territorio con oltre 500 scuole dove si è insegnato e si è continuato a giocare ad hockey. Logiche conseguenze: arena piena a Sunrise, tanta passione, nuovi tifosi, tanti giovani. È stato il primo sedimento di una tradizione che aveva bisogno solo della grande vittoria per trasformarsi in una roccia che rimarrà. Le squadre divertenti e che segnano tanto spesso non sono quelle che arrivano fino in fondo. Florida ha completato la costruzione di una squadra da titolo rinunciando a qualche gol per la solidità. Lo scorso anno ha portato a Sunrise Matthew Tkachuk, formidabile agitatore, uno pronto a sacrificare tutto per vincere, un duro che non fa sconti e che segna anche tanto. Tkachuk è diventato il giusto completamento. Questa Stanley Cup è anche il trionfo del capitano Alexander Barkov, un finlandese a due dimensioni, uno che capisce il gioco e lo domina sia dal punto di vista offensivo che difensivo. È diventato il riferimento di una piccola colonia finlandese con Lundell, Luostarinen e Mikkola. Un grande fattore è stata la costanza di rendimento di gente che segna e lavora, come Reinhart, Verhaeghe e Bennett. Lo hanno dimostrato in tutti i playoff e non a caso anche in gara 7 della finale. In questo sistema ha trovato il massimo rendimento Evan Rodrigues, giocatore mai scelto al draft e mai affermato altrove; nella sua prima stagione con i Panthers ha indirizzato la finale con i suoi gol nelle prime partite. Nella solidità di Florida spicca indubbiamente la difesa. Il primo difensore è il portiere. Sergei Bobrovsky ha trovato a 35 anni una delle sue migliori stagioni, nei playoff è sembrato spesso insuperabile. In Finale lo è stato nelle prime tre partite, poi dopo un calo è tornato ad esserlo nella gara 7 decisiva. Anche i difensori di ruolo sono stati eccellenti, in particolare lo svedese Gustav Forsling, probabilmente il più forte al mondo. Lo dice il suo allenatore Paul Maurice. Ecco l’altra storia di riscatto di questa vittoria. Paul Maurice era arrivato in finale con Carolina e lo scorso anno con Florida. Sempre sconfitto. Uno degli allenatori con più partite in carriera e con più vittorie, ma non aveva mai vinto la Stanley Cup. Si era praticamente ritirato nel 2021, lasciando Winnipeg perché stanco di hockey, in pace con se stesso per essere stato comunque un grande allenatore anche senza una grande vittoria. Forse non lo aveva poi accettato così serenamente. È tornato appena Florida gli ha offerto il posto. C’era il potenziale per vincere. Maurice lo aveva visto, in questa finale quella visione è diventata realtà. È diventata un trofeo alzato verso il cielo, che porterà scritto il suo nome e quello dei suoi giocatori. La mitica Stanley Cup.