Il futuro del baseball, il fenomeno Sasaki e la speranza Sabatini

Ohtani e Yamamoto. I nomi li abbiamo imparati. Fanno parte del sistema operativo per capire come funziona oggi il baseball. È arrivato l’aggiornamento. C’è un nome nuovo, anche lui è giapponese: Roki Sasaki. Sasaki ha 23 anni, è uno dei più talentuosi lanciatori al mondo. Anzi, diciamolo: è proprio il numero uno. Pochi dubbi che sia un fenomeno. Tutti lo volevano e, ultimamente, quando tutti vogliono qualcuno vincono i Dodgers. Lo hanno preso per 6 milioni e mezzo di dollari alla firma. Tanti? In realtà spiccioli per un giocatore che potrebbe valere e volere centinaia di milioni. Come è possibile? Ha fatto una scelta, ha investito sul tempo, sui bonifici che arriveranno e non su quelli istantanei. Perché ha un obiettivo più importante: diventare il più forte. Più forte di chi? Di tutti. Di sempre. Il resto sarà una conseguenza. Anche i soldi, quelli veri. Il baseball MLB, lo avete capito ormai, è uno sport globale. Alcune delle stelle più famose e pagate sono nate al di fuori degli USA. Le squadre si contendono i giocatori che diventano amateur free agent sul mercato internazionale. Conta come il draft. Forse di più. Questi giocatori non sono inseriti nelle scelte, come avviene in altri sport. E allora è una lotta a chi arriva prima, a chi offre le migliori condizioni, le migliori opportunità di sviluppo. Non ancora tanti soldi, perché le squadre devono rispettare un regolamento che prevede un serbatoio di pochi milioncini per contrattualizzare e far diventare professionisti questi atleti internazionali. Le prospettive possono essere fantastiche, poi, per i giocatori e per le squadre. Juan Soto, 26enne di Santo Domingo ha firmato recentemente un contratto di 15 anni con i NY Mets per 765 milioni di dollari. Un accordo folle, dove 75 milioni erano garantiti come bonus solo per aver alzato la penna e messo la sua firma in fondo ai documenti. Nel 2015 aveva firmato come international amateur free agent per i Washington Nationals e il bonus alla firma fu di 1 milione e mezzo di dollari. Il futuro immaginato nel 2015 lo ha ricompensato. Shohei Ohtani, la superstar dei Dodgers che ha appena vinto il titolo 2024, ha firmato nel dicembre 2023 un contratto di 10 anni per 700 milioni di dollari, il contratto più alto nella storia dello sport professionistico americano prima che arrivasse quello di Soto. Nel 2017 si era accordato con i Los Angeles Angels per lasciare il Giappone e iniziare l’avventura in MLB. Gli Angels gli avevano dato allora tutto quello che era rimasto nel loro budget per i free agent internazionali: 2 milioni e 315 mila dollari. Hanno scommesso su di lui e Ohtani ha scommesso su se stesso. È diventato il giocatore più forte e più famoso del mondo. Se i giocatori hanno meno di 25 anni, rientrano in questo tipo di accordi. Diventano professionisti firmando per una squadra MLB e sono trattati come rookie. Anche economicamente. Guadagnano il minimo, devono aspettare qualche anno per vedere crescere lo stipendio secondo il loro effettivo valore. Se hanno dai 25 anni in su, sono free agent che vengono considerati professionisti. Possono trattare per la cifra che vogliono. Yoshinobu Yamamoto, formidabile lanciatore giapponese, ha ottenuto un anno fa un contratto lungo 12 stagioni dai Dodgers per 325 milioni di dollari, il più alto contratto garantito per un giocatore che mai aveva giocato una partita in MLB. Non poteva, Roki Sasaki, che di anni ne ha 23, aspettare un paio di stagioni e portarsi a casa un contratto anche più alto di quello di Yamamoto? Poteva. Ma non ha voluto. Quello che vuole è giocare prima possibile in MLB, con i migliori. Ha scelto i Los Angeles Dodgers per buone ragioni. Sono una squadra di primo livello MLB, in California si sta relativamente bene , hanno una buona organizzazione, hanno la possibilità di inserirlo con i tempi giusti, hanno altri giapponesi in squadra con cui ha già giocato in nazionale. All’inizio potrà mantenere il ritmo con cui era abituato a lanciare nella lega giapponese. I Dodgers hanno una rotazione dei partenti mostruosamente forte e numerosa. Blake Snell, Yoshinobu Yamamoto e Tyler Glasnow sono sicuri, poi Tony Gonsolin, Dustin May o Landon Knach si possono aggiungere. E Shohei Ohtani? Vero, ci sarebbe anche lui. Nell’ultima stagione ha giocato solo come battitore designato, battendo record e vincendo il titolo. Ora vuole tornare a fare anche il lanciatore, il doppio ruolo è la sua specialità. Nel 2025 torneremo a vedere su un campo da baseball l’unicità di Ohtani. L’uomo che lancia sul monte e batte fuoricampo, magari nella stessa partita. E quando non lancia come partente gioca sempre in attacco. Sasaki avrà lo spazio necessario, senza fretta, se non quella che gli metteranno per vederlo in azione il più possibile, se mantiene le promesse. Le promesse sono queste: una palla veloce devastante, da 100 miglia e oltre , splitter velenosissima , slider di buonissimo livello . Sasaki ha fatto meraviglie nella sua carriera giapponese. A livello di high school tirava più forte di Ohtani, già sopra quota 100 miglia. Il 10 aprile del 2022 ha lanciato un perfect game per i suoi Chiba Lotte Marines contro gli Orix Buffaloes, una intera partita senza fare arrivare in base nessun attaccante avversario. Ha fatto 19 strike out, cioè ha eliminato lui 19 battitori avversari, con i suoi lanci, senza alcun intervento della sua difesa. 13 erano consecutivi, una sorta di record del mondo perché in MLB sono arrivati al massimo a 10 strike out consecutivi . Si è fatto vedere da tutti nel 2023 durante il World Baseball Classic, giocando come lanciatore partente del Giappone contro Repubblica Ceca e Messico. Ha lanciato 65 fastball, le palle veloci e dritte, 47 erano sopra le 100 miglia. L’unico capace di prestazioni del genere in MLB è Paul Skenes, che lo scorso anno ha debuttato vincendo il titolo di miglior rookie della National League. La partita giocata con la nazionale giapponese contro la Repubblica Ceca racconta, più di ogni altra cosa, chi è Roki Sasaki. Era un giorno speciale: 11 marzo 2023. Nel 2011, il più grande terremoto mai registrato in Giappone in epoca recente aveva devastato la regione di Tohoku e la costa del nord-est. Era esattamente l’11 marzo. Un sisma sottomarino di magnitudo 9.1, il quarto più potente al mondo mai registrato dal 1900 in poi, che durò sei minuti, che generò uno tsunami e un maremoto ancor più devastante. Un evento che probabilmente noi abbiniamo all’incidente della centrale nucleare di Fukushima, ne è stato la causa. Fu uno spavento per tutto il mondo, ma forse dimentichiamo l’entità della tragedia per il Giappone: 20 mila morti, 2.500 dispersi. Sasaki è nato e cresciuto a Rikuzentakata, 23 mila abitanti e 1.800 vittime per il terremoto e maremoto del 2011. Aveva 9 anni, era a scuola. Si salvarono quelli che riuscirono a raggiungere i piani più alti dell’edificio. Come lui. Non si salvarono il padre e i nonni paterni di Roki. Con la madre e i due fratelli ha vissuto a lungo in un dormitorio prima di trasferirsi a Ofunato e ricominciare a fare cose che assomigliassero ad una vita da vivere. Mangiare, dormire, andare a scuola, quelle cose lì. Giocare a baseball, soprattutto. Il terremoto spesso ti uccide subito, oppure ti uccide dopo lentamente, anche se rimani vivo. Devi avere qualcosa che ti faccia dimenticare 6 minuti di scossa e un’invasione d’acqua. Roki Sasaki l’ha trovato nel baseball. La città di Rikuzentakata si radunò l’11 marzo 2023 in un auditorium del nuovo centro ricostruito su una collina per vedere lanciare Roki Sasaki con la maglia della nazionale giapponese. Sembrava un segno del destino. Sasaki era un’ispirazione, una nuova speranza. Il suo successo era, ed è, il simbolo della rinascita. Ha deciso molto presto dove lo avrebbe portato, il baseball. A giocare in MLB. I giocatori stranieri che erano in squadra con lui erano investiti di domande sull’America. Ogni giorno. Gregory Polanco, ex giocatore di Pittsburgh, ha giocato con i Chiba Lotte Marines nel 2024. Racconta che ogni volta che arriva al campo, Roki Sasaki annunciava per quale squadra avrebbe giocato. Cambiava spesso idea. Non ha seguito l’esempio di Masahiro Tanaka, il suo idolo, che incontrò quando visitò le scuole della prefettura di Iwate dopo lo tsunami. Tanaka firmò nel 2013 per i New York Yankees. Sasaki ha scelto i Dodgers. Li ha voluti subito. Ha una carriera che ha già preso forma, ha qualità tecniche e mentali che possono permettergli di giocare a livello MLB. Dal terremoto e dallo tsunami si imparano tante cose. A costruire mura più alte davanti al mare per proteggere le case, ad esempio, o ad avere sempre un piano di riserva per salvarsi. Si impara che non c’è niente di assoluto nella vita, di garantito. Tutto è relativo. Se vuoi fare qualcosa, fallo subito. Sasaki vuole giocare a baseball in America e vuole diventare il più forte di tutti. Lo farà ascoltando il suo corpo, senza forzare nulla, prendendo il tempo necessario. Ma di quel tempo godrà ogni istante. FILIPPO SABATINI HA FIRMATO PER PHILADELPHIA Tra i giocatori internazionali che sognano l’avventura nel mondo più dorato del baseball ci sono anche giocatori italiani. Samuel Aldegheri ha dato consistenza a questa avventura. L’approdo in America sempre attraverso i Philadelphia Phillies, con cui firmò nel 2019. Ha fatto la sua esperienza nelle Minors, poi nel luglio 2024 è passato ai Los Angeles Angels. Ha trovato maggiore spazio e una finestra per debuttare in MLB alla fine di agosto. Primo lanciatore nato in italia e di scuola italiana a giocare nel massimo campionato americano . L’unico giocatore nato e cresciuto in italia a giocare in MLB prima di Aldegheri è stato il terza base Alex Liddi, che giocò con Seattle dal 2011 al 2013. Il prossimo potrebbe essere Filippo Sabatini, 17 anni, nato ad Anzio e cresciuto in una città del baseball come Nettuno. La firma con i Phillies è arrivata grazie al tecnico che lo conosce meglio, Claudio Scerrato, che è anche scout europeo di Philadelphia. Filippo è un lanciatore, viene da una famiglia radicata nel baseball, ha vissuto tutti gli step delle giovanili a Nettuno, ha debuttato in serie A nel 2023 a 16 anni. A livello internazionale ha catturato l’attenzione già alla Coppa del Mondo under 12 a Taiwan nel 2019, poi ha giocato il Campionato Europeo under 15 nel 2021. La prestazione che ha fatto la differenza è arrivata nell’Europeo 2024 under 18, dove Sabatini è stato il miglior lanciatore del torneo di Regensburg con una media di punti guadagnati sul lanciatore di 0.64 e 20 strike out in 11 inning lanciati. Ha lanciato nei momenti più importanti, compresa la finale contro la Germania vinta dall’Italia 3 a 1. Ora è in Repubblica Dominicana, dove è già stato nei mesi scorsi e dove sta preparando la Summer League. Le Academy delle squadre MLB e i campionati che si giocano da quelle parti sono la scuola di vita del baseball. Centinaia di giocatori in formazione che devono superare la prima selezione naturale per arrivare in America, quella vera. Sabatini ha solo 17 anni, ha tempo, ma il suo futuro lo costruirà ora, giorno dopo giorno. L’inserimento nel mondo dei professionisti prevede anni di esperienza imprescindibile, dalle Rookie League fino a singolo A, doppio A e triplo A, il campionato che fa da serbatoio diretto della MLB. Talenti passati al setaccio, anno dopo anno. Filippo Sabatini ha un buon numero di lanci di qualità, il suo sviluppo futuro fa prevedere una crescita nelle velocità, una cosa che piace tanto agli scout MLB. Lo seguiremo. Di questi anni bisognerà godere ogni istante.

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Danilo Freri