Ovechkin supera Gretzky: the "Great 8" ora può guardare tutti dall'alto

I record sono fatti per essere battuti. È la frase che si ripete sempre nello sport. La ripetiamo anche quando siamo convinti che certe imprese siano impossibili da raggiungere e superare. Poi, succede. E quando succede la prima reazione è un senso di stupore, di meraviglia. È stato così anche per il record di gol realizzati nella Nhl. Alexander Ovechkin, il formidabile attaccante russo dei Washington Capitals, ha segnato nel secondo tempo della partita contro i New York Islanders il gol numero 895 in carriera. Uno in più di quelli realizzati dal canadese Wayne Gretzky, che aveva concluso nel 1999 la sua leggendaria frequentazione delle arene NHL per 20 anni e 1487 partite, giocate con Edmonton Oilers, Los Angeles Kings, St. Louis Blues e New York Rangers. Gretzky, The Great One. Il più forte giocatore di hockey di tutti i tempi e uno degli sportivi più grandi. Di ogni sport e di sempre. Uno che ha vinto 4 Stanley Cup con gli Oilers e cambiato il destino della Nhl, da campionato agonizzante a competizione in grado di attirare un pubblico entusiasta. Quando Gretzky ha lasciato nel 1999 deteneva 61 record assoluti. Regular season: 40 record. Playoff: 15 record. All Star Game: 6 record. Totale 61. Qualcuno l’ha perso, ora ha perso uno dei più importanti. Alexander Ovechkin ha segnato 895 gol e fino ad oggi ha giocato 1487 partite. È lo stesso numero di partite giocate da Gretzky in carriera. Come si fa a non farsi affascinare dalle coincidenze. Sono una provocazione, un colpo tremendo a chi crede solo nel potere del caos anche quando si intravede un senso delle cose che sembra precostituito. Ovechkin ha 39 anni e non ha intenzione di smettere. Ovviamente giocherà più partite di Gretzky in Nhl, ma ha raggiunto quota 1487 proprio nel giorno in cui ha fatto il gol 895 e ha battuto il record. Ha fatto meglio di Gretzky in alcune statistiche. Ha segnato 325 gol in power play, cioè nelle situazioni di superiorità numerica che nell’hockey arrivano dopo una penalità. Anche il gol contro gli Islanders, quello del record, era in power play. Era già da tempo il migliore di sempre nel finalizzare con l’uomo in più. Alcuni record di Gretzky, invece, non li batterà mai. Non li batterà nessuno. Ecco, ci siamo ricascati. Nel record impossibile. Ma Gretzky ha fatto 2.857 punti, grazie a 1.963 assist che si sono aggiunti ai gol. Il secondo nella lista di tutti i tempi è Jaromir Jagr con 1.921 punti. Jagr ha giocato 26 stagioni in Nhl e non si è neanche minimamente avvicinato. Il giocatore in attività più vicino è Sidney Crosby con 1.682 e ha 37 anni. Il giocatore che può potenzialmente provarci è Connor McDavid. Ha 28 anni e ha quasi raggiunto quota 1000. Per arrivare a 2.857 dovrebbe giocare altri 12 o 13 anni al ritmo di 140-150 punti a stagione, una cifra che ha raggiunto una sola volta in carriera. McDavid è il giocatore più straordinario che esista oggi in una pista di hockey ghiaccio, ma dovrebbe cadere nel pentolone della pozione magica di Obelix per pensare di riuscire ad essere molto più forte di quello che è già e per così tanto tempo. E senza farsi nemmeno un graffio. Quindi, vedete un po’ voi. Gretzky rimane 'The Great One', il migliore di sempre. Ovechkin è 'The Great 8', perché il numero 8 è quello della sua maglia e perché il numero 1 è già stato assegnato e non ci sono abbastanza motivi per contestarlo. Gretzky era presente alla UBS Arena per assistere al record di Ovechkin e per il passaggio di consegne con la storia. È stato presente in tutte le partite precedenti. Il cerimoniale organizzato dal commissioner della Nhl Gary Bettman ha viaggiato con i Washington Capitals in attesa che il destino e Ovechkin facessero la loro parte. Gretzky è stato il primo a congratularsi con il nuovo detentore del suo record, a stringergli la mano e a rendere omaggio ai suoi compagni di squadra e alla sua famiglia. Lo aveva promesso ad Ovechkin nel 2020, quando aveva fatto i primi calcoli e aveva annunciato che riteneva l’impresa possibile. Dopotutto è quello che Gretzky ha imparato dall’hockey. Il gioco è la cosa più importante, la sua integrità, la sua storia. Il 23 marzo del 1994 riuscì a battere il record precedente di Gordie Howe , in una gara in cui i suoi Kings affrontarono i Vancouver Canucks. Segnò il gol n.802. Gordie Howe era lì. Per dirgli che era orgoglioso di lui. C’era anche Walter Gretzky, il padre di Wayne. Per dirgli che era orgoglioso di lui e per consigliargli di essere altrettanto orgoglioso del giocatore che avrebbe battuto quel record. Perché è sempre una cosa che fa bene all’hockey. Ogni record è un viaggio fantastico per chi lo fa e per chi lo condivide. Gretzky era alla partita del record di Ovechkin con una spilla sulla giacca che mostrava il numero 9. Era il numero di Gordie Howe. Ma 'The Great One' è stato presente anche prima, nella costruzione del record. La prima volta che i due parlarono insieme della possibilità di arrivare al gol n.895 avvenne nel 2017. Ovi disse a Gretzky che, secondo lui, quel record non sarebbe mai stato battuto. Cambiò idea solo due anni dopo, grazie a due stagioni da 49 e 51 gol. “Ci voglio provare”, disse. Tradotto era come se avesse detto “ce la posso fare”. Da quel momento i contatti tra i due sono diventati più frequenti e Gretzky ha sempre dato buoni consigli per continuare la caccia al record, per essere una motivazione. Per Ovechkin era anche un esempio. Aveva iniziato ad imitare le cose che faceva. Dopo aver ricevuto in regalo una mazza firmata da Gretzky e utilizzata dalla leggenda canadese per segnare il gol n.762 della sua carriera, Ovi cominciò a firmare ogni bastone con cui realizzava un gol. Per conservarlo e regalarlo con dedica al momento opportuno o alla persona più opportuna. È sempre stato un ammiratore della grandezza nello sport. Ovechkin ha collezionato in questi anni non solo le cose appartenute a Gretzky ma anche oggetti di altri campioni come Sydney Crosby, Kobe Bryant e Lionel Messi. Compagni di un club di élite. Un segno evidente di un approccio allo sport da fanciullo. Un bambino che si diverte. Oggi è un bambino di 39 anni, 191 cm e quasi 110 chili. Quando arrivò nella Nhl nel 2005, come prima scelta assoluta dei Washington Capitals, aveva subito impressionato per la capacità di segnare e per il suo modo esuberante di esultare. Cercava di spedire il puck in fondo alla rete con una determinazione feroce e poi lasciava libero sfogo ad urla, pugni stretti, braccia al cielo, abbracci, grandi sorrisi sdentati da giocatore di hockey. Non ha mai smesso di essere così. Determinazione feroce. Moltiplicata per una longevità che è quasi unica. In 20 anni ha segnato 50 o più gol in almeno 9 stagioni, non ha mai segnato meno di 30 gol . Non ha mai avuto grandi flessioni. Gretzky chiuse la carriera segnando solo 9 gol nel suo ultimo anno, e segnando non più di 25 gol nelle sue ultime 5 stagioni. Anche il più grande si è allontanato dal gioco vedendo il suo talento e il suo fisico sfiorire lentamente, inesorabilmente. Non Ovechkin. Ha inziato la stagione a quota 853 gol, a 42 dal record. Ha perso 16 partite di regular season perché è stato fermo dal 21 novembre al 23 dicembre 2024. Frattura del perone. A 39 anni. È tornato prima del previsto ed ha ripreso più forte di prima. Determinazione feroce. Ovechkin è un realizzatore puro. Ha un tiro al volo con cui colpisce il disco talmente forte da farlo scomparire dal radar di ogni portiere. Il tiro di polso, dove il giocatore di hockey non riesce ad imprimere il massimo della potenza, è comunque devastante. Il gol è una ossessione alla Cristiano Ronaldo. Vive per quello. Gioca forte ogni cambio. Con il fisico che si ritrova non ha mai avuto paura del gioco duro. Non subisce le cariche, spesso è lui che stampa gli avversari sul plexiglass. Se prende posizione davanti alla porta, non lo sposti più. Sono 110 chili. Nella sua carriera ha segnato 393 gol dal cerchio di ingaggio di sinistra. La sua posizione preferita. Casa sua. Una cosa che sanno tutti. Ma nessuno ha mai saputo come impedirlo. Hanno provato a marcarlo a uomo in uno sport dove la velocità del gioco e i frequenti ribaltamenti rendono problematica una tattica del genere. E in effetti Ovechkin si è adeguato con intelligenza, il suo tiro fa male da qualsiasi posizione e prima o poi un tiro dal cerchio di sinistra lui se lo prende sempre. Risultati e longevità lo rendono un Lebron James dell’hockey, un Tom Brady dell’hockey. Atleti che intorno e anche oltre i 40 anni non hanno visto diminuire il loro straordinario rendimento. Questa però non è la storia di un maniaco della preparazione fisica, della palestra e della scienza della nutrizione applicata allo sport. Non troverete in Alexander Ovechkin un esempio da seguire, in questo senso qui non c’è nessun CR7, nessun Lebron. Lontano anni luce. Adora la pizza di Papa John. Prima di ogni partita in casa mangia la chicken parmigiana di Mamma Lucia, una catena di ristoranti italiani. La cucina italiana è decisamente il suo punto debole. Il ristorante che frequenta di più è il Cafè Milano di Georgetown dove porta tutta la famiglia: la mamma Tatyana, ex campionessa di basket con due olimpiadi e un mondiale vinto, la moglie Nastya e i figli Sergei e Ilya. Tutta la famiglia e il suocero Kiril erano con lui a New York per festeggiare il record, erano parte integrante della cerimonia e dei ringraziamenti. Non c’era il padre Mikhail, morto a 71 anni nel 2023. Il menù della famiglia Ovechkin al Cafè Milano è fisso: calamari grigliati, burrata, un vagone di pasta alla bolognese, branzino e birra fredda. Quando è in trasferta, si nutre dei panini della catena Subway e di Cheetos, snack al formaggio. Quando ha visto il compagno Brooks Laich preparare un centrifugato di verdure, disse che l’avrebbe bevuto solo aggiungendo birra e vodka. Evgeni Malkin, altro grande campione russo dei Pittsburgh Penguins e compagno di nazionale, ha parlato sempre con invidia del fisico misterioso di Ovechkin. Mangia quello che vuole e rifiuta ogni programma di training seguito solitamente da atleti professionisti. Il suo segreto, secondo Malkin, è quello di divertirsi in ogni cosa che fa. E non preoccuparsi di quello che dicono gli altri. Le critiche sul suo sovrappeso o sui suoi allenamenti, non lo hanno mai disturbato. Ovechkin rispondeva che lui, in realtà, si allena tantissimo. Alla Playstation. Il record di Alexander Ovechkin è stato celebrato dalla Nhl, dai Capitals e dalla città di Washington come meritava. Prima dell’arrivo di Ovi, Washington non esisteva dal punto di vista sportivo nell’hockey nordamericano. Lui ha cambiato la percezione della squadra e l’ha portata a vincere la Stanley Cup nel 2018. Il record è stato festeggiato anche a Mosca, città natale di Ovechkin, e in tutta la Russia. Hockey sport nazionale. Orgoglio nazionale. In questo Russia e Canada sono decisamente simili. Il primo tifoso di Ovechkin è il presidente Putin, che spesso in passato ha voluto accanto il giocatore più famoso di Russia in occasioni pubbliche. Ovechkin non ha mai rinnegato la sua vicinanza al presidente. Dopo l’invasione dell’Ucraina si è limitato a non commentare, dicendo che non si occupa di politica. I giocatori russi sono sempre rimasti a giocare in Nhl perché la lega è di fatto un soggetto privato che non ha mai rinunciato a privarsi di alcuni dei suoi migliori giocatori. La Nhl ha sempre salvaguardato il suo business, anche quando non c’era Donald Trump. La Russia è stata esclusa da Mondiali ed Olimpiadi perché sono eventi organizzati dalle federazioni internazionali e dal Cio, dove è stata decisa l’esclusione delle squadre nazionali russe e degli atleti russi. Ovechkin ha tolto a Wayne Gretzky un record storico e questo forse non sarà accettato da tutti. Soprattutto in Canada. Ma anche ex giocatori NHL della Repubblica Ceca come Dominik Hasek hanno commentato il record in modo critico e non celebrativo. Anzi hanno invitato ad ignorare le celebrazioni. Il Canada è combattuto. Non sanno più come prendere lo stesso Wayne Gretzky. Un conservatore apertamente schierato per il presidente Trump, che vive in America da tanti anni. Che non ha mai commentato gli attacchi di Trump all’indipendenza del Canada e i dazi sui prodotti canadesi. Gretzky è sempre stato un eroe nazionale. Per quello che ha fatto da giocatore e per l’Olimpiade del 2002 a Salt Lake City dove guidò da dirigente il Canada a vincere un oro olimpico che mancava dal 1948. Un oro che sapeva di rivincita, vinto in casa degli americani, che credevano di poter fare dei canadesi quello che volevano . Ora l’eroe canadese del momento è Connor McDavid, soprattutto dopo il gol all’overtime della finale del 4 Nations Championship tra Canada e USA del febbraio scorso. Sono tutte cose che è impossibile ignorare. Con il record c’entrano poco, ma con la percezione del record potranno avere un ruolo. Sul ghiaccio rimane sempre l’hockey, l’integrità dello sport e la sua storia. Da onorare. Lo ha fatto per primo Wayne Gretzky, perché i record sono un viaggio meraviglioso per chi l’ha realizzato e per chi lo condivide. Gretzky non poteva considerarsi poi così distante dal mondo di Ovechkin. Il nonno Anton era un polacco che viveva a Grodno, nell’attuale Bielorussia. La nonna Maria era di origine ucraina. Erano proprietari terrieri legati allo zar e scappati in Canada prima della Rivoluzione Russa. Radici comuni, anche nella naturale predisposizione per l’hockey su ghiaccio di due campioni speciali.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Ovechkin supera Gretzky: the "Great 8" ora può guardare tutti dall'alto

Danilo Freri