Buona prova del tennista italiano, nonostante l'eliminazione dal torneo contro il sudafricano Anderson, numero 79 del mondo, per 6-1, 6-4 in poco meno di 80 minuti
Bomber lo chiamano gli amici, per quel suo fisico massiccio da rapinatore dell'area di rigore. Al secolo è Federico Gaio, da Faenza, la cittadina romagnola capace di dare i natali a molti tennisti, dalla sfortunato Gianluca Rinaldini, passando a Raffaella Reggi e Andrea Gaudenzi.
Un ragazzo gentile, educato, fuori e dentro il campo. Il grande tennis lo aveva conosciuto la prima volta a Roma nel 2015 quando, grazie a una "Wild card" ( invito degli organizzatori), aveva giocato gli Internazionali d'Italia perdendo subito contro Leo Mayer.
Due anni più tardi, Gaio è tornato nel tabellone di un torneo 1000 superando nelle qualificazioni Stakhovski, specialista dei campi rapidi, e l'australiano Whittington, non sfigurando sul Campo 2 con il sudafricano Anderson, ora numero 79 del mondo causa infortuni, ma solo 18 mesi fa top ten. Un confronto impari, per velocità di palla e potenza: 6-1, 6-4 in poco meno di 80 minuti.
Ma "bomber" non ha sfigurato, mettendo in mostra l'elegante rovescio a una mano e una gestione tattica ordinata. grazie alle partite vinte nelle qualificazioni salirà al numero 142 della classifica mondiale, suo record personale. L'obiettivo è entrare nei primi 100, una soglia non solo psicologica ma economica. Già, perché a quel livello si entra direttamente nei tornei del grande slam senza passare dalla tagliola qualificazioni e ci si garantisce una discreta stabilità economica.
Aspetto non secondario, considerando che sotto i primi 150 i guadagni sono magri e a volte si va solo in pareggio con i costi. Come spesso accade per i tennisti italiani, Gaio è arrivato a buoni livelli alle soglie dei 25 anni: un'onorevole carriera junior, è stato 19 esimo, e tanta gavetta nei tornei "futures" (il primo gradino del professionismo), poi nei challenger (l'anticamera dei tornei Atp, cioe' il paradiso).
La scorsa stagione ha vinto a San Benedetto e soprattutto a Biella, dove in finale ha sorpreso il brasiliano Bellucci, uno di quelli che è arrivato, uno che frequenta il tennis che conta. Non a caso il faentino ricorda quella vittoria come la più importante della carriera. In uno sport dove il meglio può arrivare oramai a 35 anni, Gaio ha davanti a sé buone prospettive. Intanto, la scelta di giocare i tornei dei "grandi" a scapito dei challenger, su consiglio di Paolino Lorenzi, suo mentore, ha pagato, almeno a Indian Wells. La strada è in salita, ma è quella giusta. Ora "bomber" tocca a te.