US Open: Nadal-Anderson, la finale che non ti aspetti

Tennis

Claudio Barbieri

Anderson e Nadal da ragazzini (Foto Twitter)

Coscritti e avversari nei tornei giovanili, Rafa e Kevin si trovano di fronte domenica a Flushing Meadows. Se per lo spagnolo si tratta della 23^ finale di uno Slam, per il sudafricano quella di New York sarà una prima volta: chi la spunterà, Davide o Golia?

Novak Djokovic, Kei Nishikori, Milos Raonic e Stan Wawrinka out prima del torneo. Andy Murray che dà forfait a 48 ore dal via. Alexander Zverev, Marin Cilic e Roger Federer eliminati prematuramente. Rafa Nadal e Kevin Anderson è la finale degli US Open che non ti aspetti. I due si conoscono e si affrontano da una vita. Il sudafricano, che a 31 anni ha raggiunto a New York la finale di uno Slam per la prima volta in carriera, ha subito retwittato una foto che vede i due, ancora ragazzini, affrontarsi in uno dei tanti tornei giovanili sparsi per il mondo. “Sono felice perché ho la scusa per rispolverare questa bellissima foto!”, ha scritto Kelsey Anderson, moglie del numero 32 del ranking ATP e underdog dell’atto conclusivo degli US Open, in programma domenica all’Arthur Ashe Stadium. Entrambi nati nel 1986, hanno vissuto la loro carriera su due piani differenti. Rafa, che ha vinto il primo Slam ad appena 19 anni a Parigi, è stato in un attico di lusso insieme al più grande di sempre, Roger Federer, l’unico che lo precede per finali giocate (29 a 23) e titoli vinti in un Major (19 a 15). Kevin ha invece abitato in un bilocale del tennis, fermandosi ad appena tre trionfi da professionista, e nemmeno troppo eclatanti: Johannesburg 2011, Delray Beach 2012 e Pilot Pen nel 2015. Così, mentre Rafa duellava con Roger per il trono di GOAT (greatest of all time) tra Melbourne, Wimbledon, Parigi e New York, il suo coscritto vinceva contro Somdev Devvarman, Marinko Matosevic e Pierre-Hugues Herbert, riuscendo ad arrivare una sola volta tra i Top 10. Era l’ottobre 2015, ovvero l’annus horribilis di Nadal, chiuso con due titoli (Stoccarda e Amburgo), ma soprattutto senza alcun trionfo in uno Slam o in un Masters 1000. Da quel momento, la storia è cambiata ancora, con lo spagnolo che è rinato, vincendo il 10^ Roland Garros e ritornando in vetta al ranking ATP dopo tre anni, e con il sudafricano a lottare a centro gruppo (lo scorso 16 gennaio, era precipitato al numero 80 del mondo). 

I numeri dei finalisti

Nadal si giocherà domenica la possibilità di vincere il 16^ Slam della carriera, il secondo stagionale dopo il Roland Garros. Rafa è alla finale numero 23 in un Major, la terza del 2017 dopo Melbourne e Parigi. In stagione, il numero 1 del mondo è arrivato negli Stati Uniti con un bilancio di 49-9 e 4 titoli vinti (Montecarlo, Barcellona, Madrid e Roland Garros), tutti sulla terra battuta. Rafa non vince un torneo sul cemento dal gennaio del 2014, quando si impose a Doha. In generale, Nadal giocherà la 109^ finale e andrà a caccia del 74^ titolo della carriera. Kevin Anderson, attuale numero 32 del ranking e 28^ testa di serie del seeding, è alla prima finale di uno Slam: finora non era mai andato oltre il quarto turno. Cresciuto dal punto di vista tennistico all’Università dell’Illinois, entrava a Flushing Meadows con un record di 23-15 e la finale dell’Open di Washington persa con Alexander Zverev come miglior risultato stagionale. I tre titoli vinti in carriera sono arrivati tutti sul cemento. Anderson è il primo sudafricano a qualificarsi per una finale di uno Slam dal 1984 (Kevin Curren agli Australian Open), mentre per ritrovarne uno agli US Open bisogna andare a ritroso sino al 1965 con Cliff Drysdale. L’ultimo rappresentante del Sudafrica a conquistare un Major fu Johan Kriek, che nel 1981 trionfò a Melbourne. Partendo dalla numero 28, Anderson è anche la più bassa testa di serie a raggiungere la finale dal 1973, ovvero da quando è stata istituita questa regola nel tabellone degli Slam.  

I precedenti

Nadal e Anderson si affrontano per la quinta volta in carriera. Il bilancio, neanche a dirlo, è nettamente in favore dello spagnolo, che conduce 4-0 e che ha lasciato all’avversario solamente un set, negli ottavi del Masters di Parigi 2015. Il primo confronto risale al 2010 in Canada, mentre l’ultimo è di pochi mesi fa, a Barcellona, che è anche l’unico match giocato dai due sulla terra battuta. Le altre tre sfide (Masters Toronto, Australian Open e Parigi) sono infatti state disputate sul cemento, superficie teoricamente favorevole al sudafricano. Anche se, contro un Nadal in questo stato di forma, l’impresa della Cindarella sudafricana pare quasi impossibile, come confermato anche dalle quote dei bookmakers, che pagano 6 volte un suo trionfo a Flushing Meadows.