US Open, Nadal: "E’ un anno davvero speciale"

Tennis
Rafa Nadal con il trofeo degli US Open (Getty)

Il maiorchino commenta la vittoria in finale a Flushing Meadows contro il sudafricano Anderson, che gli è valsa la 16^ affermazione in uno Slam: “In Australia mi sono caricato e ho trovato fiducia, sono state due settimane fantastiche a New York”

Rafa Nadal ha vissuto un 2017 da incorniciare. Tre finali Slam, due trionfi al Roland Garros (il decimo in carriera) e a New York, il ritorno al numero 1 del mondo dopo tre anni di assenza. Ce n’è per rendere speciale questa stagione, che con ogni probabilità chiuderà in vetta al ranking ATP. “Devo ammettere che è un anno emozionante per me, ho trovato subito un buon tennis e il risultato in Australia mi ha dato fiducia per il resto della stagione – ha detto Rafa subito dopo il trionfo in finale con Kevin Anderson -. Adesso vincere questo torneo mi regala tantissima energia. Ringrazio dunque la vita che mi ha dato questa opportunità, tutto il mio team e la mia famiglia. Devo dire che a New York mi sento come a casa”. Fondamentale, come sempre, il ruolo di zio Toni: “Mi ha reso più forte, lo ringrazierò per sempre, è una delle persone più importanti della mia vita – ha spiegato Rafa -. Senza di lui non avrei mai giocato a tennis. Mi ha aiutato nei momenti difficili: voglio tornare il prossimo anno qui a New York e cercare di vincere ancora tanti titoli in futuro. Sono state veramente due settimane speciali”. Nadal ha poi riservato parole al miele all’avversario, quel Kevin Anderson (28^ testa di serie) affrontato più volte anche da ragazzino nei tornei giovanili: “Desidero congratularmi con Kevin: è un grande esempio per tanti bambini con il suo essere tornato più forte di prima dopo vari problemi fisici, per cui complimenti a lui e alla sua squadra”. 

Anderson: “Finale che mi dà carica”

Dopo aver raggiunto lo step più alto della carriera, con la finale di uno Slam giocata per la prima volta, Kevin Anderson ci ha preso gusto. Dopo due stagioni piene di infortuni (anca e spalla, soprattutto) che lo hanno fatto precipitare fino all’80^ posizione del ranking ATP, il sudafricano scalerà la classifica fino alla 15^ piazza e in questo finale di 2017 si giocherà un posto per le Finals di Londra: “Dopo aver lottato contro diversi infortuni è stato bellissimo raggiungere la mia prima finale Slam – ha detto Anderson, testa di serie numero 28 agli US Open -. Non avrei mai pensato di arrivare a giocare questa partita, questo non è il risultato che speravo ma ritornerò. Anche perché questa finale mi dà grande carica per il futuro e tanta voglia di lavorare ancora per migliorare”. Poi i complimenti all’amico Rafa: “So che abbiamo la stessa età, ma mi sembra di seguirlo da una vita. E’ stato un idolo per me e lo considero uno dei migliori ambasciatori del nostro sport”, ha chiuso l’africano. 

Nadal, caccia aperta a Roger

Nadal, alla 23^ finale di uno Slam, porta a casa il 16^ Major e il terzo titolo a New York dopo quelli del 2010 e del 2013, anche in quei casi ottenuti da numero 1 del ranking. Lo spagnolo torna a vincere sul cemento dopo oltre tre anni (gennaio 2014 a Doha) e conquista a Flushing Meadows il 74^ titolo della carriera (su 109 finali), il quinto del 2017 dopo Montecarlo, Barcellona, Madrid e Roland Garros. Il campione maiorchino ha dunque conquistato il secondo Slam in questa stagione 2017, esattamente come quel Roger Federer che ha portato a casa Australian Open (battendo l’iberico in finale) e Wimbledon. Due Major a testa, così come accaduto nel 2006, 2007 e 2010: il tempo sembra essersi fermato a dieci anni fa... Ora l’obiettivo di Rafa potrebbe essere quello di raggiungere il Maestro nel numero di Major in bacheca: lo svizzero è fermo a 19, Rafa è distante solo tre lunghezze. Appuntamento al 2018.