Tennis, Australian Open 2018: finisce agli ottavi la corsa di Seppi. Edmund vince 6-7, 7-5, 6-2, 6-3

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Niente da fare per l'azzurro, che si ferma ancora una volta agli ottavi del primo Slam dell'anno. Il britannico si impone in quattro set al termine di un match durato quasi tre ore

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Si ferma ancora una volta agli ottavi la corsa di Andreas Seppi agli Australian Open. L'azzurro ha ceduto 6-7(4), 7-5, 6-2, 6-3 al britannico Kyle Edmund in poco meno di tre ore di gioco. Alla quarta qualificazione agli ottavi a Melbourne (in 13 partecipazioni, 2013, 2015 e 2017 i precedenti), l'altoatesino ha dovuto dire addio ai sogni di gloria, lasciando strada al numero 49 ATP, che entra tra i migliori 8 di uno Slam per la prima volta in carriera. Reduce dal successo nel challenger di Canberra, l'italiano si arrende dopo aver battuto il francese Moutet, il giapponese Nishioka e il 38enne gigante croato Ivo Karlovic. I quarti restano dunque un tabù per Andreas, numero 76 ATP, che lo scorso anno fu fermato negli ottavi da Wawrinka dopo aver rimontato due set e annullato un match point a Kyrgios al secondo turno. Match dai due volti quello con Edmund, con Seppi che ha giocato alla grande il primo set e mezzo, prima di cadere sotto i potenti colpi del 23enne britannico.  Il rosso ha colpito duro, recuperando un break nel secondo parziale e andando a chiudere 7-5 strappando ancora il servizio all'italiano. Seppi ha pagato a caro prezzo lo sforzo al quinto set con Karlovic di 48 ore prima, cedendo alla distanza e dovendo ricorrere anche a un medical time-out nel finale per un problema alla spalla. Edmund ha sfruttato un super servizio, capace di produrre 25 aces (con soli 3 doppi falli) e ben l'80% di punti con la prima (il 60% in campo), superando nettamente l'avversario nei vincenti (63-42) e concedendo all'azzurro un solo break in tutto il match. Il 23enne diventa il primo tennista britannico, oltre Andy Murray naturalmente, a raggiungere un quarto di finale a Melbourne dopo 33 anni (1985, John Lloyd): i tifosi di Sua Maestà sperano di aver trovato un altro fenomeno per il futuro.