Roger Federer e lo stop per infortunio: una decisione da 'oracolo'

Tennis

Matteo Renzoni

L'ex tennista Mardy Fish ci ha scherzato con un tweet: "Roger ha avuto ragione come sempre, è un oracolo". La decisione di fermarsi per l'operazione al ginocchio, arrivata pochi giorni prima dello stop per del circus, ha confermato l'aura magica di Roger Federer, che sogna Wimbledon e l'oro a Tokyo 2020

RF come Roger Federer ma pure come regola fissa. Nel senso che lo svizzero, vuoi o non vuoi, fa sempre la cosa giusta. O meglio, non sbaglia mai il tempo. Inteso come timing sulla palla, si sa, ma anche come tempismo perfetto quando prende decisioni importanti legate alla sua carriera. L’ha sottolineato tramite i soliti canali social Mardy Fish, ex tennista e attuale capitano Usa di Coppa Davis: “Roger ha programmato al meglio l’intervento chirurgico”. Annettendo alla fine del cinguettio l’hashtag #Fedoracle. Una crasi che ancora mancava, messa lì proprio per sottolineare le supposte capacità di preveggenza del tennista infinito. Divino, e si sapeva già, ma in questo caso anche divinatorio.

Bisogna stare al gioco, è chiaro. E ripercorrere le date della vicenda aiuta a corroborare la teoria di Fish. Il 20 febbraio Federer annuncia al mondo l’operazione per sistemare il ginocchio destro, venti giorni dopo - causa pandemia da Coronavirus - l’Atp Tour decide la cancellazione di tutti i tornei previsti – anche i Challenger - fino al 27 aprile. Saltano per il momento Indian Wells e Miami, ma anche Montecarlo e Barcellona. Solo per citare quelli di maggior pregio. Ma nel frattempo, vista la situazione, ci sono sempre più dubbi anche sulla possibilità di mettere in piedi il Roland Garros e addirittura Wimbledon, con inizio previsto il 29 giugno. Così l’obiettivo annunciato da Federer - tornare a giocare sui prati - nel frattempo si è trasformato nell’auspicio di tutto il movimento tennis. Una sorta di simmetria di desideri con la faccia di Roger a fare da manifesto e i campi verdi sullo sfondo. Anche perché, se è vero che a quasi 39 anni gioca ancora come un angelo (cit. John McEnroe), è altrettanto chiaro che riprovare a vincere Wimbledon nel 2021, a quasi

quaranta, potrebbe essere troppo pure per lui. Che nel frattempo prosegue la riabilitazione in questa sorta di bolla spazio temporale ci accomuna. Tutti a casa, racchette nei foderi, palle nei tubi. Il modo migliore, se vogliamo, per vivere un infortunio con la giusta serenità. Però non vede l’ora di tornare a giocare, Roger. Lui come gli altri. Tennisti e non tennisti di questo mondo terrorizzato. Riprendendo a correre come nei giorni senza Covid-19. Una cosa proprio seria, altro che ginocchio da registrare.

Nel frattempo, poi, c’è da decidere cosa fare del ranking Atp. Secondo il regolamento quando un torneo viene cancellato o rinviato, i giocatori perdono tutti i punti messi insieme durante lo stesso periodo della stagione precedente. Fosse deciso così li smarrirebbe Roger, fermo per infortunio, come li perderebbero tutti gli altri fermi per pandemia. E quindi lo svizzero, in termini di classifica, potrebbe essere penalizzato ma non più dei suoi colleghi. È anche possibile, però, che l’Atp Tour decida di congelare i risultati acquisiti nelle corrispettive settimane del 2019, con l’idea di recuperare in altre date almeno alcune delle competizione bloccate. Magari dopo Flushing Meadows, come è stato detto nelle ore immediatamente successive al provvedimento di stop. Ma il discorso è più ampio: si tratta di difendere in prima battuta la salute, parecchio più importante della permanenza in top ten. Poi, eventualmente, si penserà a confermare i risultati raggiunti l’anno precedente. Detto che a Roger, ormai, i numeri interessano fino a un certo punto. Quello che vuole è rimettersi in piedi al punto di tornare competitivo, e divertirsi. Con il solito sogno di Wimbledon, e quello di raggio più ampio legato alla medaglia olimpica. Ammesso che il Coronavirus lasci spazio ai cinque cerchi di Tokyo 2020. Il mondo può fermarsi, ma il tempo no. E togliere a Federer l’ultimo pezzo di tennis sarebbe un orrendo sacrilegio.

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Roger Federer - ©Getty