
Coppa Davis '76, la storia delle magliette rosse di Panatta e Bertolucci. FOTO
Il 18 dicembre 1976 l'Italia vinse la sua unica Coppa Davis. Quel giorno, Adriano Panatta e Paolo Bertolucci scesero in campo con una maglietta rossa nel paese del dittatore Pinochet. Federico Buffa racconta (anche) quella storia in "Davis '76, l'altro cammino di Santiago", due puntate disponibili on demand
ITALIA-COLOMBIA LIVE - L'ALTRO CAMMINO DI SANTIAGO"

1976. L’Italia conquista un posto in finale di Coppa Davis, la più importante competizione a squadre di tennis maschile, grazie al suo giocatore più rappresentativo, Adriano Panatta. Per lui è un anno magico: ha vinto gli Internazionali d’Italia e il Roland Garros, i due più importanti tornei su terra battuta

La finale di Coppa Davis del ‘76 si disputò a Santiago del Cile, sul campo centrale del complesso dell’Estadio Nacional, lo stadio dove nel 1973 Pinochet aveva tenuto prigionieri gli oppositori del colpo di stato

La storia delle magliette rosse - L’ordine degli incontri prevede che l’esordio sia affidato a Corrado Barazzutti, che ha la meglio su Jaime Fillol col punteggio di 3-1 (7-5, 4-6, 7-5, 6-1) e conquista il primo punto per la nostra Nazionale. Lo segue Panatta, che porta il secondo punto all’Italia battendo 3 a 0 Patricio Cornejo (6-3, 6-1, 6-3). Il terzo match, il doppio, potrebbe già assegnare il titolo. È nella notte della vigilia che un insonne Adriano medita di dare un segnale forte di vicinanza al popolo cileno

Perchè la maglietta rossa? In segno di protesta verso il regime di Pinochet e solidarietà con gli oppressi. Bertolucci accetta, non senza remore. Va bene qualsiasi cosa purché non si fallisca l’appuntamento con la storia del tennis e dello sport

Ma qual è la storia di quelle magliette rosse? A raccontarlo sono state tre donne: Annalisa Zanni, Foundation manager di Fondazione FILA Museum di Biella, insieme alla sua assistente Lorena Pontillo e a Silvana Gaida, un tempo responsabile Sport Marketing del marchio biellese

A loro si deve la raccolta e la catalogazione di un vero patrimonio storico sportivo, custodito in via Seminari, nella sede della fondazione e del museo. A metà degli anni 70 anche al Maglificio di Biella, come in tutta Italia, si parlava assiduamente di tennis, sempre più popolare. Il Paese stava assistendo a cambiamenti cruciali che implicavano anche un’evoluzione del costume. Fu allora che il designer Pierluigi Rolando e Enrico Frachey che guidava la parte commerciale, compresero l’opportunità e l’urgenza di disegnare una vera collezione da tennis

L’idea iniziale di Rolando era quella di puntare sulla dicotomia cromatica negativo e positivo, ma presto i due ebbero l’intuizione di seguire una tendenza che stava prendendo piede in California, che mirava ad evitare il più possibile il bianco accecante degli outfit, perché sparava troppo nelle riprese televisive e suggeriva di introdurre il colore. Si pensò di lavorare su colori pastello, delicati e non troppo invadenti, con il colletto come unico elemento di contrasto

Nacque così una nuova collezione di capi, la White Line, vincente anche nell’innovativa strategia di marketing (fino allora pressoché sconosciuta) di associare un marchio all’immagine dei campioni, attraverso un contratto di sponsorizzazione. Grazie alla sua diffusione tra gli appassionati e al loro desiderio crescente di indossare i panni dei fuoriclasse, il tennis cessò di essere percepito come attività elitaria, per scoprire un appeal pop perfettamente incarnato da campioni del calibro di Adriano Panatta e Paolo Bertolucci

Questo gesto porterà il Cile a formulare una richiesta formale di squalifica per gli Italiani, ma quasi nessuno per anni ne parlerà. Panatta e Bertolucci battono in quattro set i Cileni, con il punteggio di 3-6, 6-2, 6-3, 9-7 e regalano all’Italia il successo

Una vittoria tra le più prestigiose, ma meno celebrate che lo sport italiano potrà mai ricordare

Da non perdere il secondo episodio di Buffa Racconta "Davis '76-L'altro cammino di Santiago" in onda dal 19 novembre. I due episodi sempre disponibili anche in streaming su NOW e on demand su Sky Q alla sezione #SkyBuffaRacconta