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US Open 2022 al via: la presentazione dello Slam di New York

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Michela Curcio

©IPA/Fotogramma

Dal possibile ritorno di Nadal in vetta al ranking ATP fino alla grande incertezza nel torneo femminile, passando per le speranze italiane con Berrettini e Sinner. Tutto quello che c'è da sapere degli US Open 2022, ultimo Slam della stagione

US OPEN, LA GUIDA - IL TABELLONE

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La giungla in cui tutti i sogni si realizzano: da lunedì 29 agosto a domenica 11 settembre è tempo di US Open, l’ultimo Slam di stagione, rigorosamente sul cemento e tradizionalmente il più aperto a sorprese nell’albo d’oro. Sull’Arthur Ashe e sul Louis Armstrong sarà caccia aperta ai titoli difesi da Daniil Medvedev, che l’anno scorso vinse il primo Major in carriera sconfiggendo in finale Novak Djokovic, e da Emma Raducanu, protagonista di una cavalcata straordinaria partendo addirittura dalle qualificazioni. Il torneo sarà trasmesso da Eurosport, visibile sui canali 210 e 211 di Sky. 

Pochi forfait, ma di rilievo

Al via agli US Open saranno presenti quasi tutti i big nel circuito maschile, ma mancheranno comunque due top ten: Novak Djokovic e Alexander Zverev. Il serbo paga la scelta di non vaccinarsi contro il coronavirus e, per questo motivo, non può entrare negli Stati Uniti; il tedesco non è riuscito a recuperare in tempo dalla rottura di tre legamenti alla caviglia destra sofferta in semifinale al Roland Garros contro Nadal. Per rivederlo in campo, comunque, non manca molto: Sascha tornerà a giocare a metà settembre in Coppa Davis, competizione che sarà trasmessa su Sky Sport. Assente per lo Slam di casa anche il numero 28 ATP Reilly Opelka, alle prese con un malessere di cui non si conosce l’entità. In chiave WTA spicca un altro forfait in casa Germania, quello di Angelique Kerber. L’assenza, però, è più che giustificata: l’ex numero 1 al mondo e vincitrice a New York nel 2016 aspetta il suo primo figlio. Bambina in arrivo anche per Elina Svitolina, semifinalista a Flushing Meadows nel 2019: ovviamente agli US Open non ci sarà neanche lei, così come non ci sarà il marito Gael Monfils che ha sofferto un brutale infortunio al tendine di Achille a Montreal.

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Nadal in odore di vetta nel ranking ATP

Tra i favoriti per la vittoria agli US Open impossibile non puntare i riflettori su Nadal. Il maiorchino aveva terminato il proprio 2021 in anticipo per un infortunio al piede e per questo, dodici mesi dopo, non avendo punti da difendere è l’indiziato principale per stabilirsi in vetta al ranking ATP fino a fine anno. In caso di titolo a New York, Rafa sarebbe nuovamente numero 1 senza dover neanche tenere d’occhio i risultati altrui. Altrimenti, al maiorchino basterebbe che nessuno tra Medvedev, Tsitsipas, Ruud e Alcaraz arrivi in finale. Classifica a parte, considerato il forfait statunitense di Djokovic, vincendo gli US Open Nadal avrebbe la possibilità di tornare a due Slam di vantaggio sull’eterno rivale, salendo a quota 23 Major in bacheca e agganciando Serena Williams nella classifica all time, che vede in cima Margaret Court a quota 24 titoli. Il tabellone sembra strizzare un occhio a Rafa che è in rotta di collisione con Kecmanovic al terzo turno, Schwartzman agli ottavi di finale e la testa di serie numero 7, Cameron Norrie nei quarti di finale, prima poi di ritrovare quel Carlos Alcaraz contro cui quest’anno ha vinto a Indian Wells, ma ha perso a Madrid. Il cammino di Rafa, però, non è completamente privo di insidie, perché al secondo turno ci potrebbe essere un incrocio interessante con Fognini. Era il 2015 quando il ligure, proprio a New York, compì un’impresa fino a quel momento mai riuscita a nessuno in uno Slam: rimontare due set di svantaggio a Nadal. Evidentemente Fabio sa come si fa a mettergli lo sgambetto.

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Gli altri aspiranti numeri 1

Dovesse Nadal lasciare prematuramente gli US Open, sono in quattro a sognare la corona di numero 1 al mondo: Medvedev, Tsitsipas, Alcaraz e Ruud. Il russo è l’unico a essere padrone del proprio destino: difendendo il proprio titolo, infatti, si confermerebbe re senza dover pensare ai risultati altrui. Per il campione uscente l’insidia più grossa si chiama Nick Kyrgios agli ottavi di finale: una partita che già promette di essere in sessione serale sull’Arthur Ashe. Occhio, però, al potenziale quarto di finale contro Auger-Aliassime e alla semifinale contro Tsitsipas. 

Proprio Tsitsipas è l’altro indiziato per la vetta del ranking ATP, ma per il greco la situazione è più complicata. Stefanos deve almeno arrivare in finale e sperare che dall’altro lato di campo non ci sia Nadal, altrimenti anche in caso di titolo rimarrebbe dietro al maiorchino. Né Tsitsipas raggiungerebbe la vetta nel ranking se dovesse perdere all’ultimo atto contro Alcaraz – scenario che vedrebbe lo spagnolo diventare il nuovo numero 1 al mondo. Nel risiko di combinazioni, anche Alcaraz e Ruud hanno una chance di occupare la posizione più prestigiosa in classifica: entrambi devono almeno arrivare in finale, da giocare contro chiunque tranne Nadal, devono evitare di perdere la finale contro un diretto concorrente e, nel caso di sconfitta devono tornare a sperare che il maiorchino non abbia raggiunto almeno i quarti di finale, altrimenti si sarebbe garantito di rimanere davanti a Carlitos e Casper nel ranking. Se vi è venuto il mal di testa, vi capiamo. 

Speranze italiane

Nonostante ci fossero ben diciotto azzurri impegnati nelle qualificazioni maschili, alla fine in tabellone principale i nostri portabandiera sono rimasti cinque: Jannik Sinner, Matteo Berrettini, Lorenzo Musetti, Fabio Fognini e Lorenzo Sonego. Al netto di un agevole esordio contro il tedesco Altmaier, per Sinner dal terzo turno in poi si prospetta un cammino infuocato, con potenziali sfide nell’ordine contro Grigor Dimitrov, Hubert Hurkacz, Carlos Alcaraz e Rafa Nadal. Quanto a Berrettini, il romano avrebbe avuto più fortuna se avesse esordito contro Dellien, come da programma, ma il forfait del boliviano ha portato al ripescaggio dell’insidioso cileno Jarry, rimasto fermo un anno per questioni di doping, ma che vanta un best ranking da numero 38 ATP. Attenzione, poi, per Matteo, al possibile ottavo di finale contro Tsitsipas. Il premio sfortuna, comunque, è stato vinto da Musetti, che esordirà contro il sempre temibile Goffin e che potrebbe incrociare Hurkacz al terzo turno e Sinner agli ottavi di finale. Ancora più proibitivo il percorso di Sonego e Fognini. Il torinese debutterà contro l’australiano Thompson, ma poi potrebbe trovare già Tsitsipas al secondo turno, mentre il ligure avrà una bella gatta da pelare già all’esordio contro Karatsev. Obiettivo? Regalarsi un’altra sfida contro Nadal sull’Arthur Ashe. Per quanto riguarda le cinque ragazze impegnate nel tabellone femminile, il sorteggio sorride a Martina Trevisan, impegnata contro la Rodina, a Camila Giorgi, che affronterà la Bondar e a Lucia Bronzetti, che parte leggermente favorita contro la Davis. Difficile, ma non impossibile per la Cocciaretto, unica a superare le qualificazioni in casa Italia, l’impegno contro una Sasnovich che potrebbe essere stanca dopo le fatiche di Cleveland, mentre per Jasmine Paolini l’ostacolo Iga Swiatek sembra difficilmente superabile.

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Anarchia nella WTA

Se prevedere chi vincerà gli US Open al maschile è impossibile, immaginare di sapere già chi sarà la regina è impossibile. Archiviata la striscia di 37 vittorie di fila tra febbraio e giugno, Iga Swiatek sembra aver finito la benzina. In più, la polacca si è apertamente lamentata di come le palline messe a disposizione per le ragazze siano più leggere e per questo ingovernabili, caratteristiche che non si addicono al suo gioco. Né le altre big garantiscono continuità: Kontaveit, Badosa, Sakkari, Sabalenka, Ostapenko, Krejcikova e Stephens stanno vivendo una stagione sotto le aspettative, Rybakina e Jabeur non hanno raccolto granché dopo la finale di Wimbledon vinta dalla kazaka, Osaka, Andreescu e Kenin sono lontane dalla condizione migliore e Raducanu e Fernandez hanno alternato lampi di talento a preoccupanti passaggi a vuoto. Tra i nomi più caldi spiccano quelli di Caroline Garcia, vincitrice a Bad Homburg, Varsavia e Cincinnati negli ultimi due mesi, e di Beatriz Haddad Maia, protagonista durante la stagione sull’erba e poi finalista a Toronto: entrambe, però, potrebbero aver esaurito le energie. Infine, attenzione a Simona Halep, fresca regina proprio a Toronto: se sta bene fisicamente, impossibile non inserirla tra le favorite.

Nomi da tenere d’occhio

In un tabellone così aperto, quindi, val la pena segnalare i nomi di qualche possibile sorpresa a Flushing Meadows. L’indiziata numero 1 è Qinwen Zheng, che sia al Roland Garros che a Wimbledon si è arresa soltanto contro le future vincitrici Iga Swiatek ed Elena Rybakina. A New York la cinese esordirà subito contro Jelena Ostapenko, per un primo turno tra i più intriganti in programma. Bene sarebbe monitorare anche “l’armata ceca”, composta dalle teenager terribili Linda Noskova, Linda Fruhvirtova e Sara Bejlek: tutte e tre sono arrivate nel tabellone principale dopo aver superato le qualificazioni: che ci sia aria di un “Raducanu bis”? Infine, occhio a due predestinate: Clara Tauson veniva da un 2021 nel quale aveva vinto due titoli, ma nel 2022 è stata più in infermeria che in campo. Il primo turno contro una Muguruza lontanissima dalla condizione migliore potrebbe servire a restituirle un po’ di fiducia. Marta Kostyuk, invece, si è comprensibilmente dedicata ad altro dopo che la sua Kiev è stata tra le città più martoriate nella guerra tra Ucraina e Russia. Adesso, però, la classe 2002 sembra aver ritrovato un po’ di ritmo con la semifinale nel WTA 250 di Granby.

L’ultimo ballo di Serena

Infine, occhi puntati sull’ultimo torneo di Serena Williams in carriera. In cuor suo, la statunitense insegue il sogno di agganciare Margaret Court a quota 24 Slam all’ultima occasione disponibile, ma il ritardo di condizione fisica è apparso evidente sia a Toronto contro Belinda Bencic, sia a Cincinnati contro Emma Raducanu – due che amano spostare le avversarie da un lato all’altro di campo, ossia tutto quello che Serena adesso non può permettersi. Il tabellone, però, sorride alle speranze della “queen”. Innanzitutto, il debutto con Danka Kovinic non è proibitivo, dal momento che la montenegrina arriva a New York in striscia di cinque sconfitte di fila. Poi, il secondo turno contro Anett Kontaveit non è così scontato, dal momento che l’estone è fuori condizione. Ahi noi, in caso di un eventuale terzo turno contro Martina Trevisan, non è detto che l’italiana parta favorita, dal momento che deve ancora maturare esperienza sul cemento, mentre agli ottavi di finale per Barbora Krejcikova vale lo stesso discorso detto per la Kontaveit. Da lì in poi, tutto può succedere. Soprattutto a New York, dove Serena ha vinto il suo primo Major nell’ormai lontano 1999.