Sinner: "La pressione non spaventa. Obiettivo numero 1, ma un passo alla volta"

Rientrato in Italia dopo il trionfo agli Australian Open, Jannik Sinner ha parlato in conferenza davanti ai giornalisti: "Sono sicuro che rimarrò sempre uguale. Numero 1? Penso a lavorare e fare passi in avanti senza fretta. Quando ho lasciato Piatti ho deciso di buttarmi nel fuoco. Non percepisco la paura. I social non mi piacciono perché non rappresentano la realtà. Sanremo? Farò il tifo da casa, durante il Festival sarò già a lavorare... "

SINNER E L'ITALDAVIS AL QUIRINALE LIVE

La cena romana di Sinner

Quattro primi (in porzione "assaggio") e tanti applausi: in un tripudio di calorie prima ancora che di complimenti, Jannik Sinner ha vissuto con una cena alla 'Taverna Trilussa' la sua serata da vacanze romane. Accompagnato dal manager Joseph Cohen, il tennista azzurro è arrivato nel ristorante a Trastevere, nel cuore della movida, poco prima delle 21. Il proprietario lo ha fatto sedere al tavolo riservato per tanti anni a Roger Federer, grande frequentatore del locale. Ha ordinato un tris di primi con amatriciana, cacio e pepe e ravioli,  poi ha chiesto di provare anche la carbonara. Mostrando platealmente di apprezzare la cucina, il vincitore degli Open d'Australia ha poi chiuso la cena con un dolce. Foto di rito con gli altri clienti ed il personale del ristorante, quindi il ritorno in albergo

Le foto al Colosseo

"Un rientro molto speciale. Grazie Roma! Grazie di cuore a tutti per l'affetto", ha scritto Sinner su Instagram postando le foto al Colosseo

La giornata di Sinner a Roma non è ancora finita: dopo la conferenza, Jannik sarà al Colosseo per uno shooting fotografico

Tajani: " Sinner nominato Ambasciatore della Diplomazia dello Sport"

"Oggi alla Farnesina ho conferito a Jannik Sinner la nomina ad Ambasciatore della Diplomazia dello Sport. Il giusto riconoscimento per chi, con impegno e sacrificio, tiene alto il nome dell'Italia. Grazie per la visita Jannik, sei veramente un bravo ragazzo ed un esempio per i giovani". L'ARTICOLO


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Si chiude la conferenza stampa di Sinner nella sede della FITP a Roma

Cosa ti senti di dire ai ragazzi che sono attaccati sempre ai social?

"Di stare attenti, perché non sempre dicono la verità. Sto lontano dai social, ne ho rispetto. A volte controllo personalmente cosa succede. Ma sto vivendo meglio senza socia, probabilmente continuerò così"

Nel messaggio ai tuoi genitori c'era un messaggio per qualche genitore?

"C'è molto casino fuori da casa dei miei...ho fatto un casino! Ci sono genitori che mettono pressione ai ragazzi, ma il mio discorso era in generale. E' giusto lasciare la libertà ai bambini, ma ogni genitore è diverso"

Ti senti un po' un supereroe?

"In effetti no... Con Tomba ci sentiamo, è una leggenda e mi piace molto. Essere in contatto con lui mi emoziona, spero di fare una sciata con Alberto. Spero di farlo presto".

Hai sentito Berrettini?

"Mi ha scritto un bellissimo messaggio dopo la finale. E' un giocatore forte, spero di vederlo il prima possibile in campo. E' una persona e un giocatore che manca nel circuito. Tutta la squadra mi ha fatto i complimenti. Matteo mi ha anche aiutato, io sono disponibile a ricambiare. Ci tengo molto a lui"

Che Sinner vedremo nei prossimi tornei?

"Il futuro non si può prevedere, ma per questo vado ad allenarmi prima possibile. Gli avversari conoscono le mie debolezze, in pochi hanno da perdere contro di me. Questo è lo sport, mi piace la pressione. Ho scritto al mio team che dobbiamo lavorare. Faremo ancora di più per fare bene"

Sta tornando la voglia di giocare a tennis in Italia: ti fa piacere?

"Questa è la cosa più importante, puoi giocare a tennis in qualunque età. C'è competizione ma non contatto, ti serve poco per giocare. E' il passo più importante come movimento. Fognini ha vinto Montecarlo, poi Berrettini, ora io. Tutti stiamo facendo qualcosa per il futuro e speriamo di portare tanti bambini a giocare"

Ti diverti ancora a giocare a tennis? Come sei cambiato rispetto al passato?

"Rispetto a qualche anno fa sono cambiato, ma le cose principali restano. Sono umile, lavoro e anche il successo non ti cambia. Potrei sbagliare, ma penso rimarrò uguale a prima. A 18 anni avevo tanti dubbi, ora sono consapevole. Ho sempre dubbi, ma la maturità è cambiata"

Quando hai scelto il tennis al posto dello sci, cosa ti ha spinto?

"Ero forte, avevo vinto gli italiani di sci quando avevo 8 anni. Per un paio di stagioni ho fatto fatica contro i più grandi, facevo slalom e gigante. Nella discesa ero troppo leggero. Giocavo a tennis un paio di volte a settimana, lo sci era pericoloso e con un errore sei fuori. Ho fatto la scelta giusta, non per il successo ma per come mi ha fatto crescere come persona. Mi occupavo di me stesso a 14 anni, dovevo crescere"

Quanto è stato importante il tuo primo maestro, Heribert Mayr?

"Ringrazio tutte le persone che mi hanno permesso di crescere. E' tra i migliori in circolazione, una persona fantastica. Era molto emozionato, qualche volta ci vediamo quando salgo dai miei. Abbiamo fatto un gran lavoro".

Usi poco i social, ma ti piace leggere? E cosa vedi in televisione?

"Mi piacciono poco i social, non è lì che vedi la verità. In Australia stavo guardando 'Animal Kingdom" ma qui in Italia non si vede... Ci sono momenti in cui leggo tanto, altri in cui non leggo. Mi porto sempre un libro dietro"

Qual è l'importanza di Alex Vittur, il tuo amico e manager?

"Mi aiuta in tutto da tanto tempo, è la persona che mi consiglia e aiuta in tante cose. Lo conosco da quando avevo 13 anni, mi confronto e mi conosce bene. Parliamo la stessa lingua quando c'è da prendere le decisioni. Conosceva Vagnozzi, era in contatto ed era la scelta giusta. La combinazione con Cahill è rara da trovare. Alex mi sta aiutando molto"

Questa estate ci sono i Giochi olimpici: ci stai pensando? E ti piacerebbe fare il portabandiera?

"Non ho ancora pensato a fare il portabandiera, ma i Giochi sono un appuntamento chiave della stagione. E' un momento di crescita, voglio capire come vivrò in un contesto dove troverò i migliori atleti del mondo. Mi possono aiutare a crescere. Sarà uno dei tornei più importanti dell'anno, sono contento di giocarle e speriamo di vincere tante medaglie"

La tua dedica ai genitori dopo il trionfo è stato speciale: puoi spiegarla?

"I miei genitori sono speciali, tornavo a scuola e andavo a sciare. Li ritrovavo a casa, ma loro lavoravano tanto e mi hanno insegnato che per avere qualcosa devi lavorare. Non hanno mai cambiato nulla, da prima ad adesso non è mutato il loro comportamento. Spero di poter portare mio padre a qualche torneo, magari Indian Wells"

C'è qualcosa che ti mette a disagio?

"Non ho paura, non saprei di cosa. Nella mia testa è sempre una partita di tennis, qualcosa che mi piace fare. Vado in campo tranquillo, poi torno ad allenarmi"

Qual è la qualità che ti riconosci?

"Il lavoro. Non ci sono segreti per arrivare a un traguardo, io lavoro anche più degli altri. Sono molto professionale"