Darren Cahill, coach di Sinner: "Jannik non ha colpe, non avrebbe mai imbrogliato"

il coach

Dopo il caso della positività del tennista numero uno del mondo per alcune tracce di Clostebol durante il torneo di Indian Wells a marzo e la sentenza che non ha squalificato Sinner, ecco le parole in esclusiva a ESPN del coach australiano, che ha ricostruito ogni fase della vicenda: "Nessuna colpa o negligenza per Jannik, che non imbroglierebbe mai  intenzionalmente"

SINNER, LA RICOSTRUZIONE E COSA PUO' SUCCEDERE ORA

"La verita' e' venuta a galla, Jannik non ha avuto colpe o negligenze, e spero che possa superare questa situazione, giocare e migliorare, mettendosi alle spalle questa sfortunata vicenda". Sono le parole che Darren Cahill, coach di Jannik Sinner insieme a Simone Vagnozzi, ha detto in un'intervista a ESPN sul caso della positivita' a tracce di Clostebol del numero uno del ranking Atp, durante il torneo di Indian Wells disputato a marzo.

L'intervista a Darren Cahill

Sinner, la ricostruzione di Cahill a ESPN

Sapevamo di tutto questo da qualche mese -ha spiegato Cahill- e sapevamo che si trattava di una vicenda molto seria. A marzo, durante il torneo di Indian Wells, Giacomo Naldi, il fisioterapista di Sinner, ha messo la mano nella sua borsa e si è tagliato un dito con un tronchesino che usava per trattare i calli ai piedi di Jannik. Si è trattato di una ferita fastidiosa. Io non ho visto nulla: l’unica persona che era nella stanza con lui in quel momento era Umberto Ferrara, il preparatore atletico di Jannik. Neanche Jannik sapeva. Io sono entrato nella stanza e ho visto che si stava fasciando il dito. Gli ho chiesto che cosa fosse successo e lui mi ha risposto che si era tagliato su un dito. Gli ho domandato se potessi aiutarlo in qualche modo ma mi ha risposto che la ferita non era un problema. È stata l’ultima volta in cui ho pensato a questo episodio. In seguito Jannik ha visto Giacomo e ha notato il taglio. Gli ha chiesto cosa fosse successo e se stava usando pomate o creme per curare il dito e lui gli ha risposto di no, il che era vero in quel momento. Quello che è successo dopo lo sanno Ferrara e Naldi. Ferrara aveva con sé uno spray, molto comune in Italia ma che io non avevo mai visto né sentito prima. Ferrara ha offerto a Naldi lo spray che si portava dietro per ragioni personali. Dentro lo spray c’era una sostanza comune in Italia, tanto che ci sono già stati casi di tennisti italiani che sono risultati positivi dopo aver usato questo spray”.

Cahill: “Sinner il più professionale allenato nella mia carriera”

“Durante la settimana, Giacomo ha usato lo spray per curarsi il dito, senza che noi lo sapessimo. Nel frattempo ha continuato a trattare Sinner e così la sostanza è passata da lui a Jannik. Non sapevamo nulla del test fino a Miami. Jannik è stato avvisato dopo aver vinto Miami di essere risultato positivo a un controllo anti-doping a Indian Wells e abbiamo immediatamente capito che doveva essere colpa di quello spray che poi ho visto e che apparteneva al preparatore atletico. È stato possibile rintracciare subito la fonte della contaminazione, ma la sospensione era già scattata. Per cui l’obiettivo era lavorare per cancellarla. Il team di Sinner si è riunito con urgenza e la storia è stata chiarita così come è avvenuta. La spiegazione è stata accettata e si è capito che Sinner non aveva colpe, quindi gli è stato permesso di continuare a giocare. Jannik è un ragazzo fantastico, molto professionale. Forse è addirittura il ragazzo più professionale con cui io abbia mai lavorato in carriera. Non avrebbe mai imbrogliato intenzionalmente".