Un febbraio di grande tennis per tutti i gusti

Il punto, anzi, la data di partenza è il 3 febbraio, con il viaggio che parte da Rotterdam, storico primo ATP 500 di stagione, una certezza in un calendario rivoluzionato nel 2025. Segni particolari? 52 edizioni del torneo, un albo d’oro guidato da Roger Federer e impreziosito da Jannik Sinner e un vincitore olandese che manca da Jan Siemerink nel 1998. O, per meglio dire, nove anni prima che Mees Rottgering nascesse. Classe 2007, già numero 1 ITF e numero 855 ATP, cresciuto nel mito di Rafa Nadal e dalla curva mancina che ha funzionato molto bene a Wimbledon juniores, il diciassettenne di Wanssum è già nome che catalizza la speranza di una nazione il cui movimento è in costante crescita. Prova ne è la finale di Coppa Davis raggiunta da Griekspoor e Van de Zandschulp tre mesi fa. E a proposito di forza del gruppo e di mancini dal talento pronto a esplodere, non poteva esserci sfida più interessante che quella con Mattia Bellucci, uno tra gli 11 italiani in top 100, record raggiunto subito dopo gli Australian Open. Il crocevia di febbraio servirà proprio a capire chi, tra la ricca Next Gen tricolore, seguirà le orme di Sinner e salirà più in alto nel ranking. La maratona a distanza parte sull’asse Rotterdam-Dallas, con Flavio Cobolli che in Olanda proverà a sfatare il tabù Hurkacz, e Matteo Arnaldi che, a un continente di distanza, a Dallas cercherà di accumulare punti preziosi per rientrare in zona teste di serie in vista di Indian Wells e Miami. Sette giorni dopo, toccherà anche a Luciano Darderi e Francesco Passaro, che hanno scelto la familiare terra rossa sudamericana, e a Luca Nardi che, al contrario, si metterà alla prova sul cemento, prima il veloce indoor di Marsiglia, poi il ventoso outdoor di Doha. Sei giovani azzurri, sette includendo Bellucci, raccolti in meno di 18 mesi di età e in poco più di 60 posizioni nel ranking ATP. Essere Sinner è impresa proibitiva, portare a casa uno o più titoli è già qualcosa che deve essere obiettivo più che sogno. Dal discorso esula chiaramente Lorenzo Musetti, coetaneo, ma in un momento di carriera diversa. Le candeline da spegnere saranno 23 il 3 marzo e il regalo perfetto per festeggiare il compleanno potrebbe essere il debutto in top ten. Calcolatrice alla mano, l’ambizione è legittima e legittimata. Attualmente numero 16 ATP, Musetti non ha particolari punti da difendere nei prossimi 30 giorni e la scelta di volare in Sudamerica per giocare sulla terra rossa è sintomatico di quanto sia importante consolidare le proprie certezze prima di poter esplorare le proprie incertezze. Due anni fa, il trittico Buenos Aires-Rio de Janeiro-Santiago del Cile regalò a Lorenzo soltanto una vittoria. Adesso, forte di una semifinale a Wimbledon in più, i tempi sono maturi per poter gestire se stessi e il contesto, senza temere stravolgimenti di superficie. D’altronde, dai Championships al bronzo sul Philippe Chatrier, il passo un anno fa è stato breve. Ambire alla top ten, sognare una quasi utopica vetta nel ranking ATP. Il “golden swing” sudamericano quest’anno avrà un protagonista – e che protagonista – in più: Alexander Zverev, numero 2 al mondo che vuole dimenticare la sonora sconfitta in finale agli Australian Open. Il tedesco ha motivato la scelta sostenendo di non aver mai trovato il giusto feeling con il lento cemento indoor di Rotterdam e di preferire piuttosto la terra rossa che tante gioie e dolori gli ha dato in carriera, dalla caviglia andata in frantumi in semifinale al Roland Garros nel 2022 alla redenzione con la finale raggiunta due anni dopo e persa in cinque set contro Alcaraz. Perché Zverev possa davvero coltivare ambizioni di numero 1 al mondo, in realtà, deve succedere qualcosa di speciale – o catastrofico, dipende dalla prospettiva. Prima testa di serie nell’ordine a Buenos Aires, Rio de Janeiro e Acapulco , Sascha dovrebbe vincere tutti e tre i tornei e poi rimanere altrettanto competitivo anche tra Indian Wells e Miami, sapendo che comunque questi sforzi potrebbero essere inutili se Sinner dovesse continuare a difendere i punti in scadenza. Già, il fattore Sinner. Pensare a Jannik vuol dire spostare lo sguardo in avanti di due settimane, verso l’ATP 500 di Doha, al via dal 17 febbraio. Rischiando di abusare di questo aggettivo, l’entry list in Qatar è a dir poco spaziale. Le otto teste di serie sono tutte nei primi 13 nel ranking ATP: prima di tutto Sinner e Alcaraz – che, a proposito di confort zone – ha optato per rimanere in Europa, anche se questo vuol dire sforzarsi di digerire i campi indoor. Poi Djokovic , Medvedev, De Minaur, Rublev, Dimitrov e Tsitsipas. Un “parterre de roi”, impreziosito dal re di tutti i re. Per capire come torna in campo Jannik dopo aver vinto il terzo Slam in carriera, basta un dato. Da Pechino 2023 in poi, Sinner ha giocato 100 partite. Ne ha perse otto. E, vista la superiorità sugli altri, la doppia cifra è lontana. Sinner, Sinner-inho e gli amici di Sinner: un mese di tennis che inizia è una nuova occasione di sbilanciarci con pronostici, sorprese e speranze. Per cui, sbilanciandosi e pensando in termini calcistici a chi potrebbe essere “man of the match”, anzi, “of the tour” a febbraio, i nomi da tenere d’occhio sono due: Berrettini e Fonseca. Matteo non ha iniziato al meglio il 2025, ma, per fortuna, la condizione fisica è promettente. Più che aggiustamenti tecnico-tattici, servono sorteggi migliori. Un po’ di sana “buona sorte” per mettere partite nelle gambe, per ritrovare automatismi con il servizio e, chissà, prendersi anche l’undicesima gioia a livello ATP, per superare Panatta nella classifica di chi, tra gli italiani, ha vinto più titoli “all time” e per completare il set di vittorie su tutte le superfici, sfatando il tabù cemento. Quanto a Joao, invece, a Rio de Janeiro il prodigioso classe 2006 dovrà difendere i 100 punti guadagnati nel 2024 quando, grazie a una wild card, si spinse fino ai quarti di finale nel torneo di casa. Guardare la classifica per la prima volta in carriera vuol dire diventare grandi. E non ci sono torte di compleanno ad addolcire la transizione di un circuito ATP che sa essere brutale. E le donne? Circuito ATP e anche circuito WTA. Se febbraio è mese in cui gli ATP 250 e ATP 500 sono quasi equamente distribuiti in calendario, al femminile è subito tempo di fuochi di artificio, con la doppietta Doha-Dubai che mette in palio 2000 punti a partire dal 10 febbraio. Osservata speciale Iga Swiatek, per la quale più che provare a recuperare la vetta nel ranking, è fondamentale mettersi al riparo dal pericolo Gauff per la piazza d’onore in classifica. E poi, osservata più che speciale, Jasmine Paolini, che un anno fa, proprio da Dubai, trovò la miccia per accendere il proprio 2024 da sogno, chiuso da numero 4 WTA, la posizione più alta di sempre nel ranking per una italiana. Difendere è una parola aspra nel tennis. Ma se pronunciata pensando al sorriso di Jasmine, diventa un po’ più dolce. Dolce come un mese da montagne russe. O, per rimanere in tema, da “Fabbrica di cioccolato”.

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Michela Curcio