Sinner, le emozioni di un anno da numero 1

Un anno da numero 1. Con il ritiro di Alcaraz dal 1000 di Madrid, Jannik Sinner è sicuro di rimanere là in cima al ranking almeno fino alla fine del Roland Garros. Da Parigi a Parigi. Dal 10 giugno 2024, quando sulla terra rossa francese andò per la prima volta davanti a tutti, all'8 giugno 2025, almeno. In questi 12 mesi per Sinner sono arrivati due Slam, la vittoria alle Finals, la Coppa Davis, la sospensione. 12 mesi in cui si sono alternate emozioni diverse: di grande gioia, ma anche di estrema fragilità. E allora ripartiamo dal momento in cui sul Philippe Chatrier, il centrale parigino, gli viene annunciato che mentre lui vinceva il quarto di finale con Dimitrov, Nole Djokovic si ritirava e questo lo avrebbe portato ad essere numero 1 dal lunedì successivo alla fine di quello Slam. Jannik rimane senza parole. Ovazione del pubblico. Il suo timido sorriso si allarga “è un momento speciale…”. E’ un momento storico. Il tennis italiano avrà un numero 1, cosa mai accaduta prima. E quel numero 1 è un ragazzo dai capelli rossi che a 17 anni diceva “sogno di diventare numero 1 del mondo e vincere tanti tanti Slam. Sono sulla strada giusta, ma senza fretta”. Sorride quando a Parigi gli mostriamo quelle immagini e aggiunge: “All’inizio deve essere sempre un sogno, altrimenti ti metti troppa pressione. Io ho sempre avuto voglia di migliorarmi e di divertirmi in campo, e prima o poi i buoni risultati arrivano”. Celebrazioni, prime pagine, ma lui festeggia con una semplice cena con il suo team e pensa alla partita successiva e subito ricorda: “Il ranking è solo un numero, io penso sempre da numero 2 perché c’è sempre un ostacolo da affrontare per diventare un giocatore migliore”. E allora si continua a lavorare, in campo e in palestra, sembra tutto semplice e automatico, in realtà in una calda giornata di agosto si scoprirà che Sinner ha raggiunto quel traguardo mentre era in corso un’indagine da parte dell’Itia dopo che a Indian Wells durante un controllo antidoping erano statae riscontrate tracce infinitesimali di Clostebol. L’Itia riconosce nella ricostruzione di Sinner la non volontarietà e soprattutto che si tratta di contaminazione. Ma la Wada può fare ricorso, quindi il pensiero non può essere totalmente accantonato. Inizia così per lui l’avvicinamento allo Us Open: Jannik però riesce a mettersi in una bolla, il suo team diventa sempre più famiglia e si stringe intorno a lui che racconta: “Il complimento più bello che ho ricevuto forse è stato quello poco prima della finale che mi ha detto Darren riguardo a come ho gestito tutta questa situazione, dell'essere arrivato in finale e di dover giocare un match così importante. Mi ha fatto una domanda 'Chi credi siano le due persone che sono più fiere e felici di te?'. L'ho guardato e gli ho detto 'Non lo so'. E lui mi ha detto: 'I tuoi genitori...'. Questo mi ha fatto sentire molto bene, mi sono venuti i brividi perché lui - essendo padre e sapendo tutto ciò che ho passato in questi quattro mesi - mi ha fatto capire che tutto questo va oltre il tennis”. E quella finale Sinner la vincerà. Solleverà il suo secondo Slam. Ma la gioia si mescolerà ad altri sentimenti: la zia malata a cui dedica la vittoria americana morirà dopo qualche settimana e a fine settembre arriverà la notizia che la Wada farà appello. Significa che Sinner dovrà presentarsi in tribunale. Significa che ci potrebbe essere anche una squalifica di 12 mesi. Jannik continua ad allenarsi, il tennis è il suo posto sicuro, quello in cui niente di male può accadere. A fine anno si presenterà alle Finals e Torino lo celebrerà come Maestro. E poi tornerà a Malaga dove l’Italia si presenta da campione in carica e lui lo fa scrivendo a sé stesso queste parole: “Caro Jan, penso che le emozioni vissute nell’ultimo anno te le porterai dietro per un sacco di tempo. L’unico obiettivo che ti eri prefissato era di capire cosa eri in grado di fare. E sicuramente arrivi a questa Coppa Davis più consapevole dei tuoi mezzi rispetto a un anno fa. Sei stato bravo a reggere botta quando tutti avevano un’opinione su di te. Specialmente chi non ti conosceva. Da questo 2024 hai imparato che le persone importanti, che ti conoscono tanto bene, sono le persone che dovrai tenerti per sempre. Nelle difficoltà si esce sempre più forti. Appena arrivato a Malaga senti gli occhi di tutto il mondo addosso, la pressione si fa sentire e, detto tra di noi, comincia un po’ a piacerti. Jannik, non dimenticarti mai che questo è solo un gioco e che tu stai bene quando ti diverti. Ti voglio bene, Jan”. Finisce così il suo 2024, da dominatore, e allo stesso modo inizia il 2025. In Australia è lui l’uomo da battere. Deve ancora una volta allontanare le polemiche, i giudizi di quei colleghi che non leggono attentamente i documenti, il pensiero che questo possa essere l’ultimo Slam per parecchio tempo. “Devo preoccuparmi solo di quello che posso controllare” saranno queste le sue parole alla vigilia del torneo. E allora meglio giocare, trovare il modo di uscire dalle difficoltà anche quando non sei al 100%, vedi il match con Rune, accettare che mentre stai lottando per vincere il secondo slam australiano consecutivo arrivino le date dell’udienza fissata e comincino a generarsi nuove speculazioni. In quei giorni si mescolerà la gioia per il nuovo trionfo e l’ansia di dover prendere una decisione che impatterà sulla sua carriera. La Wada propone a Sinner un patteggiamento: 3 mesi di stop. E lui dopo, la titubanza iniziale, accetterà. “Alla fine si deve scegliere il male minore e credo che sia questo quello che ho fatto. Anche se a volte penso che sia un po’ ingiusto quello che sto passando da un altro punto di vista penso che sarebbe potuto anche molto peggio. Con un’ingiustizia ancora più grande. Ero molto fragile perché sono successe cose che non mi aspettavo, ho provato delle reazioni dentro di me inattese. Però nella vita si impara. Anno dopo anno conosco sempre meglio me stesso”. Ecco perché questi 12 mesi valgono ancora di più. Dominare in campo senza farsi dominare da quello che accade fuori. Avere quella continuità, costanza, consapevolezza che nessun altro è riuscito a dimostrare. Alcaraz e Zverev hanno avuto l’occasione di superarlo mentre era fermo, ma non hanno saputo gestire la pressione di quell’obiettivo. Ecco perché oggi Jannik Sinner può festeggiare 52 settimane da numero 1. Dal 1973 ad oggi solo quattro giocatori hanno avuto una prima striscia consecutiva cosi lunga: Roger Federer, che ha il record all’esordio in testa a tutti con 237 settimane totali, Jimmy Connors Lleyton Hewitt e Novak Djokovic . Agli Internazionali tornerà in campo dopo tre mesi in cui si è dedicato in particolare alla parte fisica, ha visto meno tennis ed è andato in kart e in bici con i suoi amici. Come lo troveremo a Roma? Jack Draper che si è allenato con lui a Montecarlo in questi giorni l’ha riassunto in poche parole: "Jannik è costante e gioca alla grande. Ha avuto un po' di tempo libero, certo, ma il suo livello è ancora incredibile. Potrà essersi arrugginito in qualche momento di gioco, ma non fa che migliorare di giorno in giorno. Più punti giocavamo, più mi accorgevo di quanto stesse migliorando". Il countdown è agli sgoccioli. E intanto festeggiamo. Un anno da numero 1. Tanti auguri Jannik e 100 di questi giorni... anzi settimane...

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Sinner, le emozioni di un anno da numero 1

Eleonora Cottarelli