Fabio Fognini si ritira: la sua carriera
FOGNINI-STORYIntroduzione
Una splendida partita contro Carlos Alcaraz sul Centrale di Wimbledon. Fabio Fognini ha deciso di chiudere così la sua carriera. "Il modo migliore per dire addio", ha dichiarato nella conferenza in cui ha ufficializzato la sua scelta. Ha esordito in un torneo del circuito ATP nel 2005, si ritira a 20 anni di distanza dopo aver conquistato uno Slam, un Masters 1000, l'ingresso nei primi 10 giocatori del mondo ed essere stato per anni il trascinatore dell'Italia in Coppa Davis. Ha divertito, emozionato e sconfitto più volte numeri uno al mondo come Nadal e Murray
Quello che devi sapere
L'annuncio di Fabio Fognini
"È stato tutto bello. Mi mancherà un po' la competizione, un po' meno la routine. Sono entrato in punta di piedi ed esco a testa alta con una sconfitta/vittoria sul Centrale di Wimbledon che per il Fabio Fognini ragazzino, ad Arma di Taggia, è una cosa bellissima".
Così Fabio Fognini, non più ragazzino di Arma di Taggia (Imperia), ma uomo di 38 anni, ha deciso di annunciare in conferenza stampa a Wimbledon il suo ritiro da giocatore. Lo ha fatto al termine di una carriera lunga 20 anni, durante i quali è stato per molto tempo il miglior tennista italiano e togliendosi tantissime soddisfazioni. L'ultima? Poco più di una settimana fa

"Il modo migliore per dire addio"
Lunedì 30 giugno Fognini ha inaugurato il programma del Centrale di Wimbledon per l'edizione 2025 giocando contro il campione in carica, Carlos Alcaraz. Ne è nata una partita stupenda e combattuta, vinta solo al quinto set dal giocatore spagnolo e in cui l'azzurro ha deliziato il pubblico inglese con giocate straordinarie, uscendo poi dal campo con una meritata standing ovation.
"Può giocare fino a 50 anni", aveva detto Alcaraz in un momento di frustrazione durante il match. Fabio ha preferito non prenderlo alla lettera: "Gli ultimi anni della carriera sono stati difficili, è arrivato il momento di essere onesto con me stesso. Dopo la partita con Alcaraz non voglio tornare indietro".
Indietro ci torniamo noi, per rivivere la sua carriera

Gli esordi e uno scalpo eccellente
La prima apparizione di Fognini in un torneo ATP fu nel settembre 2005 a Palermo, dopo aver superato le qualificazioni. Venne subito battuto dal tedesco Elsner. Nel 2006 centrò l'accesso al tabellone principale degli Internazionali di Roma sconfiggendo un suo coetaneo di cui si sarebbe sentito molto parlare, Novak Djokovic, a quel tempo già numero 68 del mondo. I due si erano incontrati spesso anche a livello giovanile, un aneddoto rivelato dallo stesso Nole in un'intervista a Sky Sport prima dell'inizio di Wimbledon

L'exploit al Roland Garros nel 2011

I primi titoli nel 2013
Per vincere il suo primo torneo nel circuito ATP ha dovuto aspettare altri due anni. Quando si è sbloccato, lo ha fatto in grande stile: prima il successo a Stoccarda e la settimana dopo ad Amburgo in un 500. Questa doppietta e una buona regolarità lungo l'intera stagione lo portarono a chiudere l'anno al 16° posto nel ranking

La semifinale di Davis
Nel 2014 Fognini continuò a collezionare buoni risultati, aggiunse un terzo titolo in bacheca (Vina del Mar) e fu il trascinatore dell'Italia in Coppa Davis, riportandola in semifinale per la prima volta dal 1998. Teatro dell'impresa fu Napoli, dove Fognini travolse Andy Murray (campione in carica a Wimbledon) 6-3, 6-3, 6-4. Gli azzurri erano sotto 2-1 dopo aver perso il doppio e l'inerzia della sfida fu completamente ribaltata, con Seppi che poi rispettò il pronostico contro Ward. La cavalcata fu fermata in semifinale dalla Svizzera di Federer e Wawrinka nonostante la vittoria in doppio della coppia Fognini-Bolelli

Il trionfo in doppio all'Australian Open
Il doppio con l'amico Simone Bolelli gli regalò un successo inaspettato qualche mese dopo: i due vinsero in coppia l'Australian Open, conquistando un titolo Slam che all'Italia, in campo maschile, mancava addirittura dal 1976 con il trionfo di Panatta al Roland Garros. I due si qualificarono anche alle ATP Finals di specialità a fine anno a Londra, ma vennero subito eliminati nel Round Robin nonostante una vittoria ottenuta contro i futuri finalisti Bopanna e Mergea

La "bestia nera" di Nadal
Nel 2015, oltre allo Slam, Fabio si è concesso il lusso di battere due volte sulla terra rossa Rafael Nadal, prima al torneo di Rio de Janeiro (1-6, 6-2, 7-5) e poi a Barcellona (6-4, 7-6). Fedele ai proverbi, Fognini vinse anche una terza volta, al terzo turno degli US Open e rimontando addirittura da due set di svantaggio (3-6, 4-6, 6-4, 6-3, 6-4). Nonostante lo score degli scontri diretti a fine carriera sia nettamente a favore di Nadal (14 a 4), il ligure è stato uno dei pochissimi giocatori ad aver battuto il mancino di Manacor per almeno tre volte sulla terra rossa, la sua superficie preferita. Meglio di lui solo Djokovic (8) e Thiem (4)

Lo show agli Internazionali
Anche le stagioni successive non sono state prive di vittorie e imprese. Il palmares si è arricchito del quarto e quinto titolo ATP, conquistati rispettivamente a Umago nel 2016 e a Gstaad nel 2017, sempre sull'amata terra. La partita più bella però è stata quella giocata al secondo turno degli Internazionali di Roma nel 2017 contro Andy Murray, a quel tempo numero 1 del mondo. Memore del successo di tre anni prima a Napoli, Fognini offrì un grande show anche al pubblico del Centrale, dominando con un netto 6-2, 6-4. Il giorno dopo fu battuto da Zverev, ma ne approfittò per volare a Barcellona e assistere alla nascita di Federico, primogenito suo e di Flavia Pennetta, sposata un anno prima. Dopo Federico sarebbero arrivate anche Farah e Flaminia

Il tris nel 2018
Dopo aver vinto un doppio titolo a San Paolo e a Bastad, Fognini si impose anche a Los Cabos, conquistando il primo e unico torneo su una superficie diversa dalla terra (cemento) e battendo all'ultimo atto il numero 4 del mondo Juan Martin Del Potro (6-4, 6-2). Nello stesso anno arrivò ai quarti di finale a Roma (eliminato da Nadal), agli ottavi di finale del Roland Garros (fuori contro Cilic dopo aver sprecato un match-point) e a Pechino in semifinale, non disputata per colpa di un infortunio alla caviglia. Il meglio però doveva ancora venire...

Il primo Masters 1000
Nonostante un avvio di stagione poco brillante, il 2019 si è rivelato l'anno migliore di Fognini: il 21 aprile, giorno di Pasqua, è arrivato il primo Masters 1000 della carriera a Montecarlo con la finale dominata contro lo sloveno Dusan Lajovic 6-3, 6-4. Nel corso del torneo aveva eliminato al primo turno Rublev (rimontando da una situazione di 4-6, 1-4), il numero tre del mondo Zverev e soprattutto Rafael Nadal in semifinale. Lo spagnolo aveva già conquistato 11 titoli nel Principato ed era reduce da 18 partite vinte di fila: fu annichilito 6-4, 6-2

Il meraviglioso 2019
Grazie al trionfo di Montecarlo e mantenendo una buona continuità di risultati, dopo il Roland Garros Fognini conquistò la top 10 del ranking ATP per la prima volta in carriera (primo azzurro a riuscirci dai tempi del suo ex allenatore Corrado Barazzutti nel 1978) e arrivando al massimo alla 9^ posizione al termine di Wimbledon. I risultati gli valsero una convocazione alla Laver Cup nel Team Europe. Per pochissimo non riuscì a qualificarsi alle Finals a Londra

Gli ultimi anni e quel rimpianto
Pur continuando a mantenersi competitivo nel circuito ATP, le ultime stagioni sono state tormentate da diversi infortuni, in particolar modo alle caviglie. Perde posizioni nel ranking, ma torna a conquistare qualche titolo nel doppio. Mette così a disposizione la sua esperienza nella specialità per la causa azzurra, specialmente in coppia con l'amico Bolelli. Nella Coppa Davis del 2022 è ancora fatale la semifinale: con Berrettini si arrende ai canadesi Pospisil e Auger-Aliassime nel match decisivo. Come ha spesso dichiarato, la mancata conquista dell'"insalatiera" resta il più grande rimpianto della sua carriera.
Nel 2023 è uscito dalla top 100 e ha deciso di competere nei challenger per migliorare la propria classifica. La scelta si è rivelata saggia: nel 2024 è risalito fino alla 69° posizione, prendendosi lo scalpo di Casper Ruud a Wimbledon. Un anno dopo, sempre all'All England Club, con un'altra grande partita sull'erba ha deciso di lasciare il tennis

I numeri di Fognini
La carriera si è chiusa con 17 vittorie contro giocatori in top ten, 9 tornei in singolare, 8 in doppio, un record di 23-9 in Coppa Davis, unico italiano in top 10 sia in singolare che in doppio in campo maschile. Vanta 823 settimane in top 100 in singolare, 525 in top 50, 220 in top 20 e 426 vittorie a livello ATP. Tutte ottenute con uno stile di gioco riconoscibile, fatto di raffinatezza tecnica, sensibilità di polso e varietà di colpi nei suoi momenti migliori. Fortunatamente sono stati tanti
