L’Italia che unisce: il volley femminile ha scritto ancora una volta la sua leggenda

Il tempo può scorrere veloce, ma certe emozioni non sbiadiscono. Ventitré anni dopo Berlino, l’Italia femminile di pallavolo riscrive la sua storia e conquista di nuovo il Mondiale, superando in finale la Turchia. Una vittoria che chiude un anno e mezzo indimenticabile: oro olimpico a Parigi 2024, due trionfi in Nations League e adesso il ritorno sul trono iridato. Tutto nel giorno della 36ª vittoria consecutiva, una striscia impressionante che fotografa la continuità e la forza di questa squadra. L’ultimo trionfo era datato 15 settembre 2002, alla Max-Schmeling-Halle di Berlino, quando l’Italia batté gli Stati Uniti 3-2 in una finale rimasta scolpita nella memoria del volley. Oggi, con un’altra generazione e un altro Ct, quella pagina ha trovato un nuovo capitolo. La strada verso l’oro non è però stata tutta in discesa, soprattutto nelle ultime due sfide dal coefficiente di difficoltà altissimo. La semifinale contro il Brasile è stata quasi epica: un braccio di ferro infinito, in cui la nostra nazionale ha più volte rischiato di scivolare fuori dal sogno. Ma proprio quando la partita sembrava sfuggire di mano, sono venuti fuori l’orgoglio, il sacrificio e la capacità di soffrire insieme. Punto dopo punto, muro dopo muro, le azzurre hanno domato la tempesta, conquistando il tie-break e regalando a sé stesse un posto in finale. E anche la sfida decisiva con la Turchia ha avuto lo stesso copione. Un’altra maratona, un’altra battaglia di nervi e di cuore, risolta solo al quinto set dopo oltre due ore di gioco. Altro che trionfo agevole: le azzurre hanno dovuto stringere i denti, rincorrere nei momenti più delicati e affidarsi alla freddezza dei propri colpi nel finale. Ancora una volta il tie-break ha premiato l’Italia, che ha potuto liberare tutta la sua gioia al termine di una finale durissima, specchio fedele di un Mondiale conquistato con sofferenza e carattere. Su questo Mondiale c’è ancora la mano di Julio Velasco. Tornato due anni fa per riportare ordine in uno spogliatoio attraversato da tensioni, il Ct argentino ha restituito compattezza e serenità, plasmando una squadra che oggi gioca con la forza e la sicurezza delle grandi. Già artefice della storica 'Generazione di fenomeni' che negli anni Novanta rese imbattibile l’Italia maschile, Velasco torna a sollevare un Mondiale 31 anni dopo Atene 1994. Che sia speciale il legame con queste ragazze è sotto gli occhi di tutti. Non perde occasione per sottolineare il valore di questo gruppo, esaltarne i progressi e ricordare il duro lavoro che ha permesso di arrivare a questo trionfo. Ma il cuore del successo è sul campo: Paola Egonu, rimane il punto di riferimento e la fuoriclasse capace di trascinare l’Italia con i suoi colpi e la sua leadership, ma accanto a lei c’è ora una certezza in più. Kate Antropova si è confermata un’alternativa di lusso, un cambio prezioso e affidabile, che nelle ultime due partite — semifinale e finale — ha saputo garantire punti e solidità, dimostrando che questa Italia ha più di una stella capace di brillare. Accanto a loro i muri solidi di Anna Danesi e Sarah Fahr, la difesa orchestrata dall’esperienza di Monica De Gennaro e dal carattere di Miriam Sylla. In regia la lucida intelligenza di Alessia Orro, capace di dettare i tempi con precisione e visione di gioco, premiata non a caso come MVP del Mondiale. Senza dimenticare Carlotta Cambi e le novità Stella Nervini e Gaia Giovannini, volti freschi capaci di portare entusiasmo e qualità in un gruppo già ricco di talento. Con questo successo l’Italia firma una doppietta storica, Olimpiade e Mondiale in due stagioni consecutive, arricchita anche dai due trionfi in Nations League: una striscia di vittorie che non ha eguali e che riporta il titolo iridato in bacheca dopo oltre vent’anni. Ma non è finita qui, all’orizzonte ci sono già due nuovi obiettivi: l’Europeo del prossimo anno e soprattutto i Giochi di Los Angeles. La nazionale femminile di pallavolo è oggi il simbolo più luminoso dello sport al femminile in Italia: i suoi successi e i suoi volti positivi trascinano un intero movimento, ispirando migliaia di ragazze e portando il volley — e con esso lo sport femminile — al centro dell’attenzione nazionale. Questa squadra non è solo un modello tecnico, ma anche culturale: testimonia che con professionalità, impegno e spirito di gruppo si può cambiare la percezione dello sport delle donne in Italia. Il seguito crescente nei palazzetti e davanti alla televisione racconta di un amore che cresce, di un legame forte tra le azzurre e il loro pubblico, capace di avvicinare nuove generazioni a questa disciplina e di allargare i confini di un movimento che non smette di sognare. Oro olimpico, Mondiale, Nations League e 36 successi di fila: questa Italia non è più solo una squadra, ma un punto di riferimento. Un gruppo che vince, convince e soprattutto unisce. E che ora sembra pronto ad aprire un ciclo, proiettando lo sguardo verso un futuro che promette di essere ancora luminoso.

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L’Italia che unisce: il volley femminile ha scritto ancora una volta la sua leggenda

Stefano Locatelli