Gli allenatori come non li avete mai visti, o sentiti. Sabato 4 febbraio alle 23:45 su Sky Sport1HD, Paolo Condò intervista l'allenatore del Napoli
Era da tempo che volevo intervistare Maurizio Sarri. Da un anno almeno, da quando la portata del suo lavoro sul Napoli aveva smesso di essere una previsione o un'opinione per divenire una realtà ammirata da chiunque ami il gioco del calcio. Sempre cortese nel suo prendere tempo, Sarri però giurava che proprio il lavoro lo costringeva a rimandare la nostra chiacchierata; perché nel suo programma settimanale stentava a trovare quelle due ore (l'allestimento di una puntata di Mister Condò le richiede) necessarie a raccontarsi con la rilassatezza di chi non ha pensieri urgenti cui dare ascolto. Quando infine ce l'abbiamo fatta, fra la vittoria sul Pescara e quella di San Siro, Sarri è stato molto generoso di sé: e da ogni risposta - che si parlasse del suo rapporto persino affettivo con Higuain o delle irresistibili imitazioni che Insigne gli dedica nello spogliatoio - è emersa appunto la qualità di un lavoro sul Napoli del quale vediamo in campo la parte tattica, ma che ha radici psicologiche molto più profonde. E ora - almeno in parte - svelate.
