Il capitano della Roma si confessa in un'intervista per Maurizio Costanzo: "A fine anno dovrei smettere, ma comunicherò la mia decisione a maggio-giugno". Ironia sull'allenatore giallorosso: "Perché vuole il mio rinnovo se poi gioco 5 minuti?"
Una confessione a cuore aperto per Francesco Totti, intervistato da Maurizio Costanzo in una lunga chiacchierata. "Sto riflettendo tantissimo su quello che farò, ma so che il calcio è la mia vita. Giocare mi diverte, anche se ovviamente mi dispiace non scendere tanto in campo, come cinque o dieci anni fa. Ma rispetto tutte le scelte, anche quelle di Spalletti. Magari se vado in Cina me lo porto...", scherza il capitano della Roma. Totti è ormai al bivio, per lui sta per iniziare una strada nuova. Sul futuro il Pupone annuncia: "A fine anno dovrei smettere. Qualcosa in mente ce l'ho, sto riflettendo tantissimo e ho quasi preso una decisione. Ma la comunicherò solo a fine stagione". Il punto interrogativo resta, l'ipotesi del ritiro non viene esclusa: "O continuerò a giocare o farò il dirigente della Roma, ma non da dietro una scrivania. Oppure il procuratore, se sono fortunato. Qualcosa capisco di calcio".
Spalletti - La chiacchierata poi si sposta sull'allenatore della Roma, Luciano Spalletti. Costanzo lo critica. Dopo l'appoggio espresso nelle anticipazioni di un paio di giorni fa, Totti risponde con ironia: "In 5 minuti non si può risolvere una partita, ma non lo dico perché è Spalletti, è difficile in generale... A lui vorrei chiedere perché vuole che firmo il rinnovo se poi non mi fai mai giocare, ma lo dico scherzando. Lui è un allenatore forte e spero che la società lo tenga. Io non farò mai l'allenatore, invece...
L'ipotesi Cina - Visto che probabilmente a fine anno smetterò, Totti andrebbe in Cina? "Qualcosa si muove, non è vicina e dovrei spostare tutta la mia famiglia, nel caso mi porterei anche Spalletti", scherza il capitano della Roma.
Rimpianti - "Il mio più grande rimpianto è non aver mai giocato con Ronaldo, il Fenomeno. Umanamente non aver vinto la Champions con la Roma. Non è facile, non siamo all’altezza delle big europee. Se la Juve offrisse un ruolo a mio figlio Cristian gli direi di accettare, non deve fare come me".