Benevento, il nuovo inizio di Ciciretti: una storia tutta giallorossa

Serie A
Amato Ciciretti nella storia, è suo il primo gol in Serie A del Benevento (LaPresse)

Dai tatuaggi al giallorosso, passando per un incredibile gol alla Messi: l'ala romana, contro la Sampdoria, ha regalato la prima rete in Serie A della storia del Benevento. Curiosità di un numero 10 speciale, un po’ calciatore e un po’ Super Sayan

Vivere a colori è più bello. Ma dipingere la propria vita è ancora meglio. Soprattutto nello sport, un mondo diverso: ricco di preziose sfumature. Pelle giallorossa e chioma bionda, semplice. Ah, il soggetto? Lui, Amato Ciciretti. Sì, quello dei tatuaggi: inchiostro e via, perché un attimo non si scorda mai. E nemmeno un gol, già. "Una bella emozione", poche parole: un solo concetto, la classe. Roba grossa, anzi: storica. In origine, però, una giocata meravigliosa:  aggancio al volo di destro, sterzata e sinistro a giro nell’angolino. Dolcissimo. E per un attimo, dopo quindici minuti, la Serie A si ferma: perché tra un replay e l’altro, godersi il gol di quel numero 10 diventa un’emozione pazzesca. Soprattutto per Benevento. Il motivo? Amato, con quella magia, ha firmato il primo gol in Serie A della storia della sua squadra: e poco importa la sconfitta finale in casa della Sampdoria (2-1), perché la prova dei ragazzi di Baroni è stata comunque incoraggiante. A tratti unica.

Che esordio

Questione di abitudine, di esordi speciali. E sarà un caso, ma Ciciretti lo scorso 27 agosto realizzò un altro primo gol: sempre del Benevento, sì, ma in Serie B. Destini e racconti di percorsi netti, storie di lavoro e gavetta. Semplicità. That’s Amato, ragazzo dalle sfumature giallorosse. Dicevamo: biondissimo. Segno particolare che lo lega ad una figura fortissima, il Super Sayan: a Benevento lo chiamano Dragon Ball per via del colore dei capelli. Peccato Ciciretti sia molto più forte dei personaggi di quel cartone. Devastante. E allora dipingerlo diventa quasi una formalità, come fosse un meraviglioso olio su tela: 'dribblomane' di natura e indole mancina. Per credere, basta riguardarsi il gol contro la Samp. Ok, via di paragone gigante: è stata una magia alla Messi. Show. E passione giallorossa, colori speciali: da quella che fu la seconda maglia del Barcellona a quella classica della Roma. Che non è proprio una città a caso nel mondo di Ciciretti.

Romanissimo

Campi, famiglia, social e tatuaggi. In una parola: genuino. Alla mano. "500 retweet e mi tatuo il logo di Twitter", detto e fatto. Con queste parole Amato era sbarcato sul social network, lanciando la sfida con l’iniziativa My Social Tattoo. Ah, promessa mantenuta: e allora vi di uccellino azzurro sul polpaccio, @Ciciretti. Perché ora taggarlo sarà ancora più bello, questione di fama: sì, il suo gol ora sta facendo il giro di televisioni e web. E magari se lo rivedrà pure Messi, "velocità, puntare l’uomo e attaccare gli spazi". Idee chiare e caratteristiche belle precise, prendendo spunto dalla vecchia MSN del Barcellona: questioni di punti di riferimento. E umiltà: "non la vedo come mio padre che mi dà dello scarso perché mi vorrebbe vedere lavorare nella sua impresa edile, né la sparo grossa ambendo a mete impossibili, come il Barcellona". Parole e musica proprio di Cicero ai tempi della Carrarese, soprannominato così dai suoi compagni nel 2013. Ah, nel mezzo la gavetta: in una storia puramente romana. Che in origine fu…biancoceleste: cresciuto nella Lazio e notato da Volfango Petraca, lo stesso che scoprì Nesta e Di Vaio. Nomi grossi insomma. E poi? Colpo di scena: nel 2004 arrivò Bruno Conti e lo portò alla Roma. Grazie ad una facile opera di convincimento nei confronti della famiglia di Amato, tutta giallorossa. Tra cori della Curva Sud a memoria e una passione infinita. E allora via di Allievi e Primavera,  assieme a Florenzi. Amicizie e storie di talenti unici, e vincenti: perché Ciciretti ha stampato addosso anche il tatuaggio di uno scudetto. Ah, piccolo dato: in realtà sulla pelle, di tattoo, ne ha più di quaranta. Cifra enorme considerando anche l’età, 23 anni. Generazione di talenti del 1993. Ma con un 10 gigante stampato sulle spalle. Anche se la gavetta di Amato non è stata tutta rosa e fiori. Dalle speranze di esordire in Serie A con la Roma ai prestiti in giro per l’Italia, dalla Carrarese fino all’esperienza nel 2015 a Messina. Segnando un gol in un derby contro la Reggina e festeggiando con un selfie sotto la curva avversaria. Roba alla Totti, già: molto più di un idolo per Amato.

Essenza

Una genetica da 10. Con furbizia, perché Ciciretti sa vedere il gioco prima degli altri. Classe mancina, poi: GPS sulla destra e ricalcolo verso sinistra. Sterzate velocissime, ne sa qualcosa la Sampdoria. E poi il carattere da classico romano, ragazzo della Magliana: battute a go-go e sorriso fisso sulle labbra. Ah, l’altro amore: Benevento. In un meraviglioso arcobaleno giallorosso nato nel 2015: dalla Lega Pro alla Serie A, sì. Con 6 reti e 12 assisti la scorsa stagione. Migliorandosi sempre più. Dribbling e sinistro da top. "Benvenuto Benevento, Tanto Amato. Daje Dragonball", accolto così dai suoi amici al ritorno a casa dopo la promozione in Serie A. E ora i gol, alla Messi, già dentro la storia: la sua e quella del popolo del Vigorito.