Il numero 3 di Chicago è uscito dal campo tenendosi il gomito. Gli esami hanno rivelato una piccola frattura e una distorsione: la sua regular season finisce qui, in dubbio gli eventuali playoff. Stessa sorte per Eric Bledsoe, fermato dalla dirigenza per il resto dell’anno
La disastrata stagione dei Chicago Bulls potrebbe aver subito il colpo definitivo: Dwyane Wade ha abbandonato il campo nel corso del terzo quarto contro i Memphis Grizzlies tenendosi il gomito destro e sembrando in evidente dolore, senza più rientrare sul parquet nel corso della partita. La risonanza magnetica ha rivelato il peggio: frattura e distorsione al gomito, per lui la regular season 2016-17 si conclude qui, anche se ha lasciato uno spiraglio aperto per i playoff dicendo che non si sottoporrà a intervento chirurgico e verrà rivalutato tra una settimana. Dopo la gara Wade aveva dichiarato: “Sono rimasto incastrato salendo a rimbalzo contro Zach Randolph e uno dei nostri lunghi, il gomito era lì in mezzo e ho sentito un paio di ‘pop’. Ho capito subito che era qualcosa di serio per quello che ho sentito. Ho provato a giocarci su, ma il dolore si è fatto sempre più straziante”. Un bel guaio per i Bulls, a una sola partita di distanza dall’ottavo posto a Est ma perdente in sei delle ultime sette gare.
Il precedente di Butler – Negli spogliatoi Jimmy Butler aveva parlato con Wade condividendo la sua esperienza, visto che ha subito lo stesso infortunio due stagioni fa saltando 11 partite. “La mia preoccupazione è che ne mancano solamente 14 e non ho mai avuto questo infortunio prima di oggi” ha condiviso Wade dopo la gara. “Potrei rimanere fuori due giorni o due settimane, non lo so. So che Jimmy ha avuto una cosa simile e non mi è piaciuto quello che ha detto. Stiamo cercando di andare ai playoff ma non so quanto rimarrò fuori: oltretutto, è anche il braccio con cui tiro”. Wade potrebbe così aver giocato la sua ultima partita con la squadra della sua città: in estate, infatti, l’ex stella degli Heat potrà uscire dal contratto biennale firmato meno di dodici mesi fa, cercando una squadra meno disfunzionale per chiudere la sua carriera dopo la deludente annata appena trascorsa e conclusa nel peggior modo possibile. Rimane ancora la speranza di tornare per i playoff, ma dovranno essere i suoi compagni a regalarglieli, perché la sua regular season si è conclusa contro Memphis.
Bledsoe fermato dai Suns – Di tutt’altra natura l’assenza di Eric Bledsoe nella sfida contro i Sacramento Kings: è stata infatti la dirigenza dei Suns a decidere di fermare la propria point guard per l’ultima parte di stagione, tenendolo seduto per le 14 gare che mancano per finire l’anno. Una classica mossa per favorire la crescita di alcuni giocatori nel suo ruolo (come Tyler Ulis, titolare per questo finale di stagione) e soprattutto per spingere il “tanking”, ovverosia perdere più partite possibile per migliorare la propria posizione al Draft. I Suns infatti avevano vinto quattro delle ultime sette partite spesso con canestri allo scadere, cosa che non dev’essere particolarmente piaciuta ai piani alti della franchigia.
Watson contrariato – “È stata una scelta della dirigenza. Nessun coaching staff terrebbe fuori Bledsoe” ha commentato sinteticamente coach Earl Watson, decisamente contrariato anche per la situazione fisica delle alternative. “Brandon Knight era disponibile ma ha avuto problemi alla schiena prima della gara. Barbosa stava male, anche se ha giocato nel primo tempo. Derrick Jones ha avuto una brutta caduta”. Quando gli è stato chiesto se sarebbe stato un caso isolato, Watson ha risposto ridendo: “Chiedete a un po’ dei repoter veterani, loro potranno darvi la risposta a questa domanda…”, sottintentendo il "tanking" deciso dalla dirigenza. “Ma "Bled" è stato grande, ha giocato un’ottima stagione ad alto livello, è stato dominante per tutto l’anno e ha fatto un grande passo nella giusta direzione. Ha ancora grande potenziale per poter crescere, non vedere l’ora di continuare a essere un professionista e supportare i suoi compagni, continuare ad allenarsi e a migliorare – non solo sotto l’aspetto fisico, ma anche sotto quello mentale”. Solo che lo dovrà fare guardando dalla panchina le ultime 14 gare, notizia che non lo ha lasciato esattamente felice, come testimoniato dal suo ultimo tweet.