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Knicks, Dolan replica al tifoso: "Sei uno st***zo"

NBA
Dolan

Intercettato da un tifoso fuori dal Garden, il presidente dei New York Knicks non ha esitato ad apostrofarlo in malo modo, confermando poi lui stesso l’accaduto: “Certo che l’ho fatto: l’’ho chiamato st***zo perché è uno st***zo!”

Non c’è mai fine al peggio e i New York Knicks di questa stagione ne sono l’esempio perfetto, incapaci di restare lontano dagli onori delle cronache per più di qualche settimana. Anche quando la squadra newyorchese riesce a conquistare un successo inatteso come quello contro i Bulls di due giorni fa, a fare notizia è James Dolan, il presidente dei blu-arancio, coinvolto in un accesso battibecco con un tifoso, incrociato fuori dal Madison Square Garden e apostrofato più volte come “st***zo”. Un episodio venuto fuori grazie al racconto del sostenitore dei Knicks, ma prontamente confermato poi dal presidente dei newyorchese il quale, contattato dalla redazione di Deadspin (i primi a dare la notizia) ha confermato l’accaduto, giustificandosi nel più semplice dei modi. “Certo che l’ho fatto: l’’ho chiamato st***zo perché è uno st***zo”.

Cosa è accaduto

Il tifoso coinvolto è Mike Hamersky, uno che ama autodefinirsi super tifoso dei Knicks e regolare abbonato da anni al Madison Square Garden, il quale ha denunciato il comportamento del presidente della franchigia, a detta sua andato a muso duro contro di lui rispondendo alle critiche e urlandogli ripetutamente contro la parola st***zo”. È il 35enne a raccontare la dinamica dell’accaduto: “Ero fuori dal palazzo mentre aspettavo di entrare a pochi minuti dall’inizio del match tra Knicks e Bulls, quando ho visto una limousine in attesa a bordo strada e poco dopo ho visto James Dolan passare. Ho pensato: ‘Non può essere lui’. Sono cresciuto tifando per questa squadra, raccogliendo tutti i cimeli, le maglie e gli autografi che negli anni sono riuscito a raccattare e non volevo lasciarmi sfuggire la possibilità di urlare direttamente al presidente tutte le perplessità che noi tifosi abbiamo ormai da anni. A quel punto gli ho gridato contro: ‘Vendi la squadra, Jim!’ e lui al posto di proseguire verso l’auto che lo attendeva, è tornato indietro verso di me. A quel punto mi ha puntato, guardandomi in faccia e chiedendo quale fosse il mio mestiere. Gli ho risposto che ero un avvocato e questo deve averlo in parte meravigliato”. A quel punto l’esplosione di rabbia di Dolan, che gli ha urlato contro: “Cosa faresti se venissi nel tuo ufficio e ti chiamassi st***zo? Perché tu sei uno st***zo!”. Il presidente è una furia e prosegue: “Cosa diresti se ti chiedessi di licenziarti?”. Un fiume in piena che, adocchiata la birra nelle mani del tifoso, punta il dito contro di lui perché a detta sua in evidente stato di ebbrezza, dando poi ordine alla sicurezza di non farlo entrare all'interno del Madison Square Garden.

“Perché si meravigliano delle mie risposte?”

Accuse subito allontanate dal diretto interessato: “Avevo una bottiglia di birra in mano, ma ero appena arrivato da lavoro e di certo non mi ero presentato ubriaco. Non puzzavo di alcool”. A quel punto, Hamersky ha preferito allontanarsi per evitare rogne e venendo inseguito per diversi isolati dagli uomini della sicurezza di Dolan. Poco dopo, ritornato indietro dal suo amico, hanno preferito entrare al Garden da un altro ingresso, senza avere ulteriori problemi. “Appena ho visto Mike gli ho detto: ‘Sei diventato come Oakley’”, racconta l'altro ragazzo facendo riferimento a quanto accaduto con l’ex stella dei Knicks qualche mese fa. Dolan però ci tiene a sottolineare: “Ricevo di continuo commenti, titoli di giornali e continue accuse. È come se ci fosse di continuo qualcuno pronto a fare stalking nei miei confronti. Le persone pensano che i presidenti delle squadre NBA siano come i politici, ma non è così! Non sto concorrendo per nessuna carica. E mi fa strano che si sentano in diritto di urlarti contro, prima di meravigliarsi del fatto che tu possa rispondere allo stesso modo. È come quando rispondo alle mail assurde piene di offese che ricevo e gli altri sono ogni volta sorpresi”. Al netto di tutte le sindromi da accerchiamento di questo mondo, rivolgersi in questo modo verso chi paga il biglietto per venire a vedere la tua squadra, non sembra essere una grande idea.