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NBA, anteprima playoff: Boston Celtics vs. Washington Wizards

NBA

Celtics-Wizards è la più equilibrate delle semifinali al via da domani, con la prima palla a due alzata alle 19 al TD Garden. Isaiah Thomas contro John Wall, ma anche tanto altro in quella che è la rivalità più sentita e accesa di tutta la Eastern Conference

Diciamoci la verità, un po’ tutti abbiamo fatto il tifo affinché Celtics e Wizards incrociassero i propri destini nella più agguerrita delle semifinali di Conference. Dopo le battaglie fisiche e verbali della regular season, siamo pronti a gustarci quella che negli ultimi mesi è diventata la più sentita rivalità quantomeno della Eastern Conference. Espulsioni, multe, parole al vetriolo nel post e anche nel prepartita, con tanto di total black stile funerale prima dell’ultima sfida di regular season al Verizon Center indossato da John Wall e compagni: Boston e Washington promettono davvero fuochi d’artificio, in una sfida equilibrata e dai numerosi spunti tecnici prima ancora che motivazionali. Dopo la prima serie di playoff portata a casa in sei gare da entrambe, la distanza se possibile è diventata ancor più ridotta, con gli Wizards usciti rinfrancati dalle risposte che hanno saputo dare Bradley Beal e soprattutto John Wall, mentre la convincente vittoria in gara-6 della miglior squadra della regular season a Est sembra aver definitivamente rimesso in carreggiata i biancoverdi, felici di essersi scrollati dalle spalle la scimmia di un passaggio di turno che mancava da un lustro, regalando a coach Stevens il primo sorriso ai playoff.

Stato di forma delle squadre

Il cammino in questa post-season ha visto entrambe le squadre chiudere in sei gare le rispettive serie contro Bulls e Hawks; la condotta però all’interno delle stesse è stata profondamente diversa. Se i capitolini infatti sono stati sempre in controllo nonostante l’infruttuosa trasferta in Georgia chiusa con due sconfitte consecutive tra gara-3 e gara-4, discorso ben diverso va fatto per Boston, squadra dalle due facce e inevitabilmente condizionata dalla notizia della morte di Chyna Thomas, la sorella 22enne di Isaiah, arrivata a poche ore dalla prima palla a due della serie. Lo stato confusionale di tutto lo spogliatoio dei Celtics, unito agli indiscutibili meriti dei Bulls, hanno fatto il resto: trascinata da un redivivo Rajon Rondo e da canestri insperati realizzati dai vari Portis, Zipster e Mirotic, Chicago è riuscita a portarsi a sorpresa sullo 0-2, consapevole di poter chiudere il discorso allo United Center. Un’ambizione andata in frantumi come il pollice di Rondo, fratturato nel terzo quarto di gara-2 e non ritornato mai definitivamente a posto. Così, in concomitanza con la sua assenza sono venute poi a mancare anche le certezza dei Bulls, cucinati a puntino dalle triple dei Celtics che hanno iniziato a trovare finalmente il fondo della retina dalla distanza. A dare poi lo strappo decisivo ci ha pensato l’apporto di un Avery Bradley incisivo come mai in carriera ai playoff anche in attacco e Boston ha così portato a casa il 4-2 e la qualificazione pochi minuti dopo gli Wizards. 

I precedenti

Equilibrio anche nelle sfide stagionale: due vittorie a testa, con il fattore campo a fare da discriminante decisiva. Ha sempre vinto infatti la squadra in casa e questo lascia immaginare che l’eventuale gara-7 al TD Garden potrà essere un vantaggio non da poco per i Celtics. La prima sfida in regular season la vinsero a sorpresa gli Wizards, nel pieno del loro periodo peggiore in stagione a inizi novembre, dominanti nell’arco dei 48 minuti grazie al massimo in carriera realizzato da Otto Porter: 34 punti con 14/19 al tiro, chiaro sintomo di come unire una terza bocca di fuoco credibile al già formidabile backcourt, renda Washington sostanzialmente immarcabile per la difesa di Boston. Nel secondo match giocato a inizi dicembre il numero 22 ha replicato chiudendo con 20 punti e un convincente 9/12 dal campo, ma a venire meno è stato l’apporto di John Wall, più impegnato a battibeccare con Jae Crowder che a mettere punti a referto. Nel terzo incrocio cambia nuovamente il campo e lo fa anche il risultato, tornato in favore degli Wizards grazie ai 58 punti del solito duo, contenuto a soli 35 totali nella sfida del 21 marzo, quella con cui i Celtics hanno sopito le ambizioni da secondo posto di Washington.

Punti forti & deboli

Le fortune dei Celtics passano come al solito inevitabilmente dalla protezione a rimbalzo: 49 di media quelli catturati nelle due sfide casalinghe vinte contro gli Wizards, a fronte dei 31 nelle due sconfitte al Verizon Center. Marcin Gortat sta viaggiando abbondantemente in doppia cifra in questi playoff (10.7 rimbalzi) anche dovendosela vedere contro Dwight Howard e sembra già pronto a leccarsi i baffi, nonostante in regular season non sia riuscito a imporsi contro i Celtics. Il dato invece che coach Scott Brooks spera di continuare ad alimentare sono i 20.7 punti realizzati in contropiede dagli Wizards, di gran lunga i migliori di questo primo turno di playoff. Transizione che inevitabilmente alza le percentuali realizzative dei capitolini, con la coppia Wall-Beal che nei primi sei secondi dell’azione manda a bersaglio il 61% dei tentativi; un dato che crolla a 49% quando il tiro arriva negli altri 18 secondi di gioco. Il riflesso nelle gare di regular season tra le due squadre è evidente, visti i 38 punti totali lucrati in contropiede nelle vittorie da Washington e soltanto i 20 messi a referto nelle sconfitte. I Celtics contro i Bulls hanno concesso meno del 10% dei canestri nei primi secondi dell’azione agli avversari, ma questo dato era ovviamente anche figlio dell’attitudine di Chicago che non è di certo una squadra che ama correre. Rallentare gli Wizards sarà quindi l'imperativo per Boston.

Matchup

A preoccupare poi coach Stevens è certamente il 123.6 di rating difensivo incassato nelle due sfide giocate a Washington, partite in cui John Wall e compagni sono riusciti a mettere in mostra tutte le lacune a protezione del ferro dei biancoverdi, spesso impegnati in extra-rotazioni per coprire le mancanze fisiche (e non solo) di Isaiah Thomas. Dall’altra parte invece, Washington si ritrova sempre più ad avere un numero ristretto di giocatori su cui poter fare affidamento, con la produzione di Porter e Gortat ridotta ai minimi termini e un contributo offensivo diventato sempre più Wall&Beal-centrico (73 dei 115 punti della decisiva gara-6 portano la loro firma). Smart, Bradley e Rozier sono pronti a prendersene cura, in un valzer di accoppiamenti che vedrà inevitabilmente scalare Thomas in marcatura sugli Otto Porter e Bojan Bogdanovic di questo mondo, chiamati a sfruttare al meglio l’evidente vantaggio. La panchina di Washington ha però confermato le sue difficoltà anche ai playoff, ultima per produzione di punti (23.8), percentuale dal campo (39.8%) e penultima per rating offensivo (98.8). Mai come adesso è giunto il momento di battere un colpo.