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NBA, un anno senza cambi, ma ora quale panchina salterà per prima?

NBA
Hoiberg_Bulls_NBA

Per la prima volta negli ultimi 46 anni non c'è stato un singolo allenatore licenziato nel corso della stagione. Ma la stabilità di alcune panchine nella lega è ora a rischio: ecco chi rischia di più tra gli head coach NBA

In un’epoca che vede gli allenatori di qualsiasi sport spesso seduti su panchine bollenti – primi responsabili agli occhi di presidenti e proprietari per risultati inferiori alle aspettative – la NBA può orgogliosamente dire di andare controcorrente. Accanto alla figura leggendaria di un Gregg Popovich, da più di 20 stagioni sulla panchina dei San Antonio Spurs, ci sono due allenatori come Erik Spoelstra e Rick Carlisle da nove anni al timone della stessa squadra (rispettivamente Miami Heat e Dallas Mavericks), ma non è solo questo. È difatti trascorso un intero anno solare dall’ultimo licenziamento di un head coach NBA, occorso in data 7 maggio 2016, quando Dave Joerger è stato messo alla porta dai Memphis Grizzlies per trovare peraltro immediata consolazione con l’assunzione a Sacramento. Si tratta della prima volta negli ultimi 46 anni (!) che un’intera stagione NBA è trascorsa senza che veder rotolare la testa di un capo allenatore, eventualità occorsa l’ultima volta nel 1970-71. Parte della spiegazione dietro questa improvvisa stabilità trova una parziale spiegazione in una prima parte del 2016 parecchio movimentata, con ben 12 cambi di panchina, ma lo scontento che sembra aleggiare attorno a diverse franchigie al termine dell’ultimo campionato fa pensare che le acque possano presto agitarsi. 

Cinque nomi per un… licenziamento

Se non appare minimamente in pericolo l’allenatore che siede sulla panchina della squadra più perdente del 2016-17 – Kenny Atkinson, al primo anno di un progetto che lo vede titolare della fiducia in casa Nets – sono almeno cinque i nomi considerati più a rischio in questa offseason. Uno è quello di Earl Watson, i cui Suns – partiti con tiepide ambizioni di playoff – si sono ritrovati sul fondo della Western Conference, con solo 24 vittorie a fine anno. È vero, il gruppo è giovanissimo, promette bene e Watson sconta un record così negativo anche per la decisione del management di lasciare a riposo alcuni veterani sul finale di stagione. Sembra esserci ancora totale fiducia verso di lui, ma se i risultati non dovessero arrivare in fretta, quanto durerà non è dato sapere. Due allenatori che invece hanno sentito la panchina traballare già durante la stagione sono Alvin Gentry e Fred Hoiberg. Per il primo è arrivata la seconda stagione perdente con una squadra che può contare su un All-Star come Anthony Davis, e anche l’arrivo di DeMarcus Cousins verso fine anno non sembra aver migliorato chissà quanto la situazione; il secondo invece - riuscendo ad acciuffare in extremis i playoff e vincendo anche le prime due gare a Boston contro i Celtics - sembrava poter ribaltare completamente una stagione comunque deludente, ma poi il sogno si è interrotto con le quattro vittorie in fila dei biancoverdi e la conseguente eliminazione. La maliziosa stampa newyorchese non lascia tranquillo neppure Jeff Hornacek, anche se le accuse per l’ennesima stagione disfunzionale dei Knicks sono ricadute più che altro sulle spalle del presidente Phil Jackson. L’ultimo nome – alla luce della recente eliminazione per 4-0 per mano dei Cleveland Cavs e di un roster di squadra che potrebbe subire qualche sconvolgimento – è quello di coach Dwane Casey. Solo l’anno scorso guidava i Raptors alla finale di conference, ad aprile chiudeva la stagione con lo stesso record di LeBron James e compagni (51 vinte, 21 perse) ma oggi il suo posto alla guida dei canadesi non sembra più così sicuro, e il GM Masai Ujiri è conosciuto per non aver paura di prendere decisioni anche controverse e delicate. Quale sarà allora il primo allenatore a perdere la propria panchina?