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NBA, LeBron supera Jordan, Cleveland chiude il conto e vola in finale

NBA

Non c'è storia in gara-5: Cleveland domina 135-102, chiude la serie sul 4-1 e centra la terza finale NBA consecutiva, ancora contro Golden State. A guidare i Cavs un LeBron James da 35 punti che diventa il miglior marcatore nella storia dei playoff superando Michael Jordan

Con una gara-5 condotta dal primo possesso all’ultimo e un risultato mai in dubbio i Cleveland Cavaliers spazzano via sul loro campo i Boston Celtics 135-102 per chiudere la serie 4-1 e avanzare per il terzo anno consecutivo in finale NBA, dove ancora una volta affronteranno i Golden State Warriors. A guidare i Cavs per l’ennesima volta alla terra promessa ci pensa sempre LeBron James, autore di un’altra prestazione mostruosa chiusa a 35 punti con 13/18 dal campo (e 4/7 da tre) oltre a 8 rimbalzi, 8 assist e 3 recuperi. Con una delle sue 4 triple messa a segno sul finire del terzo quarto il n°23 di Cleveland ha superato un altro n°23 (quello di Chicago, niente meno che Michael Jordan) al primo posto per punti realizzati nei playoff. James è ora a quota 5.995 contro i 5.987 fatti registrare da MJ in carriera e pure non avendo certo intenzione di fermarsi presto ha voluto celebrare il momento speciale con alcune parole di grande ammirazione verso il campione dei Bulls: “Gioco col n°23 per omaggiarlo, mi sono innamorato di questo sport grazie a lui, quando lo vedevo giocare per me era una sorta di dio”. Pur trattandosi dell’11^ gara con almeno 30 punti a referto nelle 13 disputate in questi playoff, James ha voluto insistere su un punto: “Io non sono un realizzatore, io sono un playmaker, sono un giocatore di pallacanestro”, quasi a voler sottolineare in una serata così speciale – quella in cui centra la sua settima finale NBA consecutiva – la completezza del suo gioco. 

Primo quarto e primo tempo da record

Una completezza in mostra già fin dal primo quarto di gara-5 sul parquet dei Boston Celtics, chiuso con 5/5 al tiro per 11 punti ma anche 6 assist, 4 rimbalzi e 2 recuperi, a ispirare un primo periodo da record assoluto nella storia della franchigia per punti realizzati (43 con 16/25 dal campo e 6/1 1 dall’arco). Il vantaggio dei Cavs nell’arco dei primi dodici minuti sale fino al +21 ed è di 18 punti all’intervallo lungo, chiuso con i padroni di casa a quota 57 e gli ospiti a 75, il massimo di sempre in un primo tempo di una gara di playoff dagli 83 fatti registrare dai Dallas Mavericks nel 2003 contro Sacramento. Questo per dire di una gara con davvero pochissima storia, la 13^ volta consecutiva in cui i Cavs non si lasciano sfuggire l’opportunità di chiudere definitivamente una serie, un killer instinct davvero notevole che li qualifica per un record NBA. Non è solo LeBron James a rispondere presente all’appello: Kyrie Irving partecipa alla festa con 24 punti, 7 assist e 9/15 al tiro, fugando i dubbi sullo stato della sua caviglia (leggermente infortunata in gara-5), Kevin Love con 15 e si fa notare anche Deron Williams, che nel solo secondo quarto manda a referto tutti i 14 punti della sua gara con un ottimo 5/6 al tiro. 

Fine della corsa per Boston

Di fronte a dei Cavaliers così determinati a staccare il biglietto per le finali NBA, hanno opposto davvero poca resistenza in gara-5 i Celtics di coach Stevens, di per suo un po’ deluso dalla prestazione della squadra: “I nostri errori in attacco ci  hanno esposto ad altri errori difensivi e da lì in poi è stato tutto un disastro”, ha commentato. Spalle al muro, con lo spettro dell’eliminazione da fronteggiare, il -33 incassato da Cleveland va a libri infatti come la peggior sconfitta nella storia della franchigia, così come si tratta di un record di squadra negativo anche i 109 punti incassati da Boston alla fine dei primi tre quarti. A salvarsi per i padroni di casa un ottimo Avery Bradley, autore di 23 punti con 10/20 al tiro, ma i biancoverdi – sempre senza il loro leader Isaiah Thomas – pur trovando il contributo di qualche panchinaro (14 per Gerald Green, 10 per Terry Rozier alla fine) sono stati traditi dalla pallida prestazione di alcuni titolari (solo 8 punti per Horfod, 7 per Olynyk e 6 per Smart).