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NBA, tra Bosh e Heat è addio: a Miami ritireranno la sua maglia n°1

NBA

Si separano ufficialmente le strade di Chris Bosh e degli Heat. Il primo (salvo parere medico positivo) potrebbe tornare in campo ma non esclude il ritiro, mentre Miami libera dal cap i suoi 52 milioni di dollari ed è libera di tornare all'attacco del mercato dei free agent

Si sono definitivamente e ufficialmente separate le strade di Chris Bosh e dei Miami Heat. Il due volte campione NBA (che nei sei anni di permanenza in Florida è sempre stato un All-Star) ha visto la sua carriera interrompersi improvvisamente alla scoperta di pericolosi coaguli di sangue al rene, che lo hanno fermato una prima volta a febbraio del 2015 e poi ancora dopo l’All-Star break del 2016, questa volta definitivamente. Tra la volontà del giocatore, più volte ribadita, di tornare in campo e quella della franchigia, molto più cauta dal punto di vista medico e – alcuni malignano – anche interessata dal punto di vista economico a interrompere il rapporto con la propria ala, alla fine la soluzione ha accontentato entrambe le posizioni. Gli Heat vedranno liberati dal proprio salary cap i 52.1 milioni di dollari relativi ai due anni finali del contratto firmato col giocatore (25.3 la parte che si libera sulla stagione 2017-18, che sommati a i 9 già a disposizione attualmente dalla franchigia dà agli Heat un gruzzolo di 34 milioni di dollari da spendere sul mercato), mentre Chris Bosh – che continuerà a ricevere regolarmente il suo stipendio dagli Heat – sarà libero di potersi accasare altrove e resuscitare la propria carriera se dovesse ottenere il via libero da una commissione medica sul suo stato di salute. Sotto le regole del precedente contratto collettivo se Bosh fosse tornato in campo disputando almeno 25 partite nelle due stagioni successive alla risoluzione contrattuale con gli Heat, l’ammontare del suo contratto sarebbe tornato a pesare sul cap della squadra di Pat Riley. La lega, di concerto con la National Basketball Player Association e con lo stesso giocatore, ha invece raggiunto non più tardi di un mese fa un accordo speciale che permettesse invece a tutte le parti coinvolte di uscire dall’impasse nel miglior modo possibile, soluzione subordinata soltanto al parere di un medico terzo (selezionato dalla NBA e dagli Heat) che attestasse la patologia di Bosh come un’effettiva minaccia alla sua carriera, cosa concretizzatasi due mesi fa. Così oggi Miami può definitivamente voltar pagina – lasciandosi alle spalle Bosh e concentrandosi sui movimenti di mercato futuri – mentre il giocatore è libero di valutare un possibile ritorno in campo (come da volontà più volte ribadita in passato) o l’avvio di una nuova carriera (magari dietro un microfono, dove si è già esibito come commentatore per TNT).  

Le parole di Pat Riley (e una maglia da ritirare)

“La vita e la carriera di Chris sono cambiate quando è venuto a Miami – sono state le dichiarazioni ufficiali del numero uno degli Heat, Pat Riley – e allo stesso tempo lui ha cambiato, migliorandole, tutte le nostre in un modo che non avremmo neppure potuto immaginare. Saremo sempre in debito verso CB per come ha cambiato la cultura di questa squadra, trascinandoci a quattro finali e a due titoli NBA. È senza dubbio uno dei più forti giocatori che questa franchigia abbia mai avuto e per questo motivo la sua maglia n°1 non sarà mai più indossata da nessun giocatore degli Heat – e non vedo l’ora di poterla vedere ritirata. Oggi entrambi iniziamo un nuovo capitolo della nostra storia, ma a Chris, a sua moglie Adrienne e alla loro famiglia non auguriamo che il meglio: saranno sempre parte di noi e della nostra famiglia”. Parole a cui il giocatore degli Heat ha risposto via social ringraziando tutti i membri della Heat family, a partire dal proprietario Micky Arison, Pat Riley, tutto lo staff degli Heat “dentro e fouri dal campo”, i tifosi (la famosa “Heat Nation” e la città di Miami. Una conclusione almeno di facciata serena che però non può far dimenticare mesi di anche duro braccio di ferro tra la franchigia e il giocatore, con Riley tutt’altro che titubante nel dichiarare anche pubblicamente la volontà della squadra di scaricare il giocatore (e soprattutto il suo ingombrante contratto) quando questi invece aveva ancora ambizioni di ritorno sul parquet. Che si possa rivedere oggi in campo Chris Bosh non è da escludere, e ovviamente dipenderà in primis dal suo status di salute: tuttavia negli ultimi mesi sembra essersi ammorbidita la sua ossessione verso il ritorno alla pallacanestro attiva, anche alla luce di una più che positiva esperienza televisiva che sembra aver convinto il giocatore quanto meno a prendere in seria considerazione l’ipotesi del ritiro per potersi dedicare a una seconda carriera.