Ecco l'Italia anti Irlanda: disciplina più Favaro

Rugby
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Il ct O'Shea prepara gli azzurri contro il suo Paese d'origine: ritorna l'eroe della vittoria contro il Sudafrica, Campagnaro parte dalla panchina. Per vincere servirà quella disciplina mancata nel secondo tempo della sconfitta contro il Galles

Contro l'Irlanda guidati da un irlandese. E' la curiosa storia del nostro rugby e del nostro ct, Conor O'Shea. Nato a Limerick, Irlanda, 47 anni fa. 35 volte nazionale, giocava estremo. Due match anche contro l'Italia. Due mete nel 1999 a Dublino ma in campo, sempre a Lansdowne Road, anche due anni prima. Erano i tempi in cui l'Italia bussava alle porte del 6 Nazioni. Porte che poi si sono aperte anche in virtù delle due vittorie sui verdi del 1997. Era l'Italia di Diego Dominguez e Massimo Giovanelli. Era l'Italia che O'Shea ha preso a modello.

Contro il Galles O'Shea accontentato a metà - Quando è stato presentato, lo scorso maggio, come selezionatore della nostra nazionale, non aveva parlato di vittorie. Voleva "semplicemente" che la sua nazionale diventasse la miglior Italia di sempre. Migliore anche di quella Italia di fine anni '90 capace di battere Irlanda, Scozia, ma anche Francia. Alla vigilia del 6 Nazioni 2017, il primo per lui come allenatore, aveva chiesto 400 minuti di grande rugby. Gli Azzurri, nei primi 80 contro il Galles, lo hanno accontentato per metà. Primo tempo perfetto, ma ripresa troppo indisciplinata. Il Galles ha espugnato Roma 33-7.

Le ultime sulla formazione - Ora arriva l'Irlanda. Battuta all'esordio, 27-22 in Scozia, e ancora priva della stella, Jonathan Sexton. Noi recuperiamo Simone Favaro, eroe nella storica vittoria di novembre a Firenze sul Sudafrica. In terza linea affiancherà Maxime Mbandà, 26 placcaggi contro il Galles all'esordio nel 6 Nazioni come titolare, e Sergio Parisse, capitano per la 75esima volta in carriera. Ancora in panchina Michele Campagnaro, per molti l'azzurro più in forma del momento. O'Shea lo fa partire dalla panchina. Per sfruttare il suo X-Factor a match iniziato. Maggior disciplina e una migliore gestione tattica dell'ovale. Questa la ricetta dell'irlandese che in settimana si è fatto sentire anche con gli arbitri, colpevoli di giudicare diversamente le prestazioni, e i falli, dell'Italia e dei suoi avversari. Una ricetta per convincere tutti che, parole sue, "questa non è la solita vecchia Italia". Anche se imitare un'Italia ancora più vecchia, quella di fine anni'90, non sarebbe davvero male.