Tragedia della depressione, si suicida Gelfi
Altri SportSi è tolto la vita nel suo negozio di biciclette a Torre de' Roveri. Bergamasco, classe 1966 (era nato il 21 giugno), Luca è stato professionista dal 1988 al 1998 cogliendo quattro vittorie, tra le quali spiccano due tappe al Giro d'Italia del 1990
Tragedia della depressione a Torre de' Roveri: come scrive il sito tuttobiciweb, nel suo negozio di biciclette si è tolto la vita Luca Gelfi. Bergamasco, classe 1966 (era nato il 21 giugno), Gelfi è stato professionista dal 1988 al 1998 cogliendo quattro vittorie, tra le quali spiccano due tappe al Giro d'Italia del 1990, quello vinto da Bugno. Aveva vestito i colori di Del Tongo, MG, Eldor, Mapei, Brescialat e Ros Mary. Tra i suoi piazzamenti di rilievo, spicca il secondo posto nella Milano-Sanremo del 1993, alle spalle di Fondriest e davanti a Sciandri.
Conclusa la carriera agonistica, Gelfi era salito in ammiraglia e da anni era il tecnico del Team F.lli Giorgi, una delle più quotate formazioni juniores d'Italia. Da qualche tempo Gelfi soffriva a causa di una forte depressione e pare che l'ultima telefonata l'abbia fatta proprio a Carlo Giorgi, suo patron e grande amico, che in questo momento si trova in Romania. Gelfi lascia la moglie e un piccolo bimbo.
Corse con Giuseppe Saronni nel 1988: era passato professionista dopo aver vinto l'anno precedente da dilettante la prova su strada ai Giochi del Mediterraneo. Il campione del mondo di Goodwood lo ricorda all'agenzia Dire come "un ragazzo gioioso, molto contento di quello che faceva, scherzoso, insomma un bravo ragazzo. Questa notizia ci lascia veramente male. E' una cosa stranissima e mi dispiace molto, ora bisognerà capire le motivazioni".
"E' una morte che non ha niente a che fare con il ciclismo. E' assurdo accostare questa morte a quella di Pantani". E' incredulo Franco Ballerini, che di Luca Gelfi fu compagno di squadra ai tempi della Del Tongo. "Sono sconcertato - ha detto il ct del ciclismo - ero molto suo amico, ma negli ultimi tempi ci eravamo un po' persi di vista". Ballerini racconta di un Gelfi "introverso, che non riusciva a esprimere cosa poteva avere dentro", ma "era uno da un carattere molto forte, con una grande autostima di se stesso e che credeva nei suoi mezzi. Io e Luca abbiamo corso insieme due anni. Furono per lui i primi anni da professionista, da dilettante era un big. All'inizio faticò parecchio ad ambientarsi". Poi però arrivarono le prime vittorie, di cui due nel '90 al Giro d'Italia. "Ricordo la tappa a cronometro che vinse a Cuneo" prosegue Ballerini. Quali i motivi che hanno scatenato la depressione all'origine del suicidio? "Difficile dirlo - conclude Ballerini - forse problemi personali o di lavoro. Ma certo per uno forte come lui ci deve essere voluta una grande motivazione".
Conclusa la carriera agonistica, Gelfi era salito in ammiraglia e da anni era il tecnico del Team F.lli Giorgi, una delle più quotate formazioni juniores d'Italia. Da qualche tempo Gelfi soffriva a causa di una forte depressione e pare che l'ultima telefonata l'abbia fatta proprio a Carlo Giorgi, suo patron e grande amico, che in questo momento si trova in Romania. Gelfi lascia la moglie e un piccolo bimbo.
Corse con Giuseppe Saronni nel 1988: era passato professionista dopo aver vinto l'anno precedente da dilettante la prova su strada ai Giochi del Mediterraneo. Il campione del mondo di Goodwood lo ricorda all'agenzia Dire come "un ragazzo gioioso, molto contento di quello che faceva, scherzoso, insomma un bravo ragazzo. Questa notizia ci lascia veramente male. E' una cosa stranissima e mi dispiace molto, ora bisognerà capire le motivazioni".
"E' una morte che non ha niente a che fare con il ciclismo. E' assurdo accostare questa morte a quella di Pantani". E' incredulo Franco Ballerini, che di Luca Gelfi fu compagno di squadra ai tempi della Del Tongo. "Sono sconcertato - ha detto il ct del ciclismo - ero molto suo amico, ma negli ultimi tempi ci eravamo un po' persi di vista". Ballerini racconta di un Gelfi "introverso, che non riusciva a esprimere cosa poteva avere dentro", ma "era uno da un carattere molto forte, con una grande autostima di se stesso e che credeva nei suoi mezzi. Io e Luca abbiamo corso insieme due anni. Furono per lui i primi anni da professionista, da dilettante era un big. All'inizio faticò parecchio ad ambientarsi". Poi però arrivarono le prime vittorie, di cui due nel '90 al Giro d'Italia. "Ricordo la tappa a cronometro che vinse a Cuneo" prosegue Ballerini. Quali i motivi che hanno scatenato la depressione all'origine del suicidio? "Difficile dirlo - conclude Ballerini - forse problemi personali o di lavoro. Ma certo per uno forte come lui ci deve essere voluta una grande motivazione".