Rosi: "Ciao Giovanni, amico e rivale di tante battaglie"
Altri SportSconvolto dalla morte di Parisi, l'ex campione del mondo WBC racconta il suo rapporto con il collega tragicamente scomparso: "Abbiamo avuto dei contrasti, ma negli ultimi anni c'eravamo ritrovati". L'ex ct Falcinelli: "E' stato uno dei più grandi"
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Rivali a distanza negli anni dei loro combattimenti, amici ritrovati solo negli ultimi tempi: è sconvolto Gianfranco Rosi nell'apprendere della morte di Giovanni Parisi. "In questo momento riesco solo a piangere, ed è difficile trovare le parole per esprimere il dolore che provo, pensando che ci eravamo visti meno di due settimane fa a Chianciano Terme, in occasione delle elezioni federali - dice l'ex campione del mondo ed ex rivale di Parisi - e ci saremmo risentiti nei prossimi giorni, perché anche lui sarebbe entrato a far parte della nostra nazionale di calcio dei pugili".
"In passato - racconta Rosi al telefono con l'ANSA - tra di noi i rapporti non erano stati sempre ottimi, ma da qualche anno eravamo tornati ad essere grandi amici, perche' il pugilato è soprattutto amicizia e questo era lo spirito che c'era tra me e Giovanni. Mi legano a lui tanti ricordi splendidi e sono questi che mi resteranno dentro per sempre".
"Allora è vero...". E' un sussurro la voce di Franco Falcinelli, quando ha la conferma di una voce che l'aveva già raggiunto: Giovanni Parisi è morto. Il presidente della Federpugilato è stato ct dell'olimpionico. Era con lui quando vinse la medaglia d'oro a Seul, categoria pesi piuma. "Sono sconvolto. Giovanni è stato uno dei miei più grandi atleti. La sua medaglia dell'88 ha un grandissimo valore, non solo sportivo. Quella fu un'Olimpiade straordinaria, in cui vinse quasi tutti gli incontri prima del limite. Nella finale mise fuori combattimento il romeno Daniel Dumitrescu. In qui Giochi io lo costrinsi a fare la categoria inferiore".
"Avrebbe voluto fare il peso leggero - ricorda ancora Falcinelli - ma secondo me sarebbe stato chiuso da avversari straordinari. Lo convinsi a fare il piuma e lui soffrì tantissimo per raggiungere il peso. Ma ce la fece, con la grandissima forza di volontà che lo accompagnava e la determinazione che gli veniva dal voler dedicare una medaglia alla madre scomparsa da qualche mese. Si impose sacrifici enormi, con un regime alimentare e di allenamenti rigidissimo. Mi resta il ricordo della sua professionalita' esemplare, si sottopose ad un lavoro durissimo. Questa notizia mi riempie di dolore".
Rivali a distanza negli anni dei loro combattimenti, amici ritrovati solo negli ultimi tempi: è sconvolto Gianfranco Rosi nell'apprendere della morte di Giovanni Parisi. "In questo momento riesco solo a piangere, ed è difficile trovare le parole per esprimere il dolore che provo, pensando che ci eravamo visti meno di due settimane fa a Chianciano Terme, in occasione delle elezioni federali - dice l'ex campione del mondo ed ex rivale di Parisi - e ci saremmo risentiti nei prossimi giorni, perché anche lui sarebbe entrato a far parte della nostra nazionale di calcio dei pugili".
"In passato - racconta Rosi al telefono con l'ANSA - tra di noi i rapporti non erano stati sempre ottimi, ma da qualche anno eravamo tornati ad essere grandi amici, perche' il pugilato è soprattutto amicizia e questo era lo spirito che c'era tra me e Giovanni. Mi legano a lui tanti ricordi splendidi e sono questi che mi resteranno dentro per sempre".
"Allora è vero...". E' un sussurro la voce di Franco Falcinelli, quando ha la conferma di una voce che l'aveva già raggiunto: Giovanni Parisi è morto. Il presidente della Federpugilato è stato ct dell'olimpionico. Era con lui quando vinse la medaglia d'oro a Seul, categoria pesi piuma. "Sono sconvolto. Giovanni è stato uno dei miei più grandi atleti. La sua medaglia dell'88 ha un grandissimo valore, non solo sportivo. Quella fu un'Olimpiade straordinaria, in cui vinse quasi tutti gli incontri prima del limite. Nella finale mise fuori combattimento il romeno Daniel Dumitrescu. In qui Giochi io lo costrinsi a fare la categoria inferiore".
"Avrebbe voluto fare il peso leggero - ricorda ancora Falcinelli - ma secondo me sarebbe stato chiuso da avversari straordinari. Lo convinsi a fare il piuma e lui soffrì tantissimo per raggiungere il peso. Ma ce la fece, con la grandissima forza di volontà che lo accompagnava e la determinazione che gli veniva dal voler dedicare una medaglia alla madre scomparsa da qualche mese. Si impose sacrifici enormi, con un regime alimentare e di allenamenti rigidissimo. Mi resta il ricordo della sua professionalita' esemplare, si sottopose ad un lavoro durissimo. Questa notizia mi riempie di dolore".