Basso: chiediamo scusa per Milano. Io favorito? Mah...

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Nel giorno di riposo, Ivan Basso fa progetti e riflette sul recente passato
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Il campione della Liquigas a tutto campo prima della Cuneo-Pinerolo: "Non ho niente da rimproverarmi, ma è chiaro che si può fare sempre meglio. Nessuno ha colpa di quanto accaduto a Milano, io ho fatto quello che ha deciso la maggioranza"

La Liquigas ha scelto un piccolo borgo alle porte di Cuneo, da dove partirà la tappa più lunga del 92° Giro d'Italia (arrivo a Pinerolo, dopo 262 km), per trascorrere il primo giorno di pausa. Massaggi, una leggera sgambatura in bici, tanto relax. La prima settimana della corsa rosa è stata dura, con le Dolomiti quasi subito dopo il via.

La Liquigas, il giorno dopo la tappa-farsa di Milano, con tanto di protesta inscenata dai corridori a causa del tracciato giudicato 'troppo pericoloso', ha esposto la propria punta di diamante. Ivan Basso ha preso la parola per fare previsioni, illustrare programmi a breve e medio termine, raccontarsi, una settimana dopo il suo primo Giro post-squalifica.

"Sono  contento, a parte quei di 13" persi a Trieste per un attimo di distrazione. Io e la squadra ci siamo comportati bene - spiega il leader del team guidato da Paolo Dal Lago -. Sull'Alpe di  Siusi abbiamo portato avanti una bella azione che non ha prodotto però risultati fantastici. Mancano ancora 13 giorni alla fine del Giro - prosegue Basso -. Continueremo a correre come abbiamo fatto finora, cercando magari d'inventarci qualcosa. Non ho niente da rimproverarmi, ma è chiaro che si può fare sempre meglio".

Basso rimane fra i favoriti del Giro del centenario. "Tutti i big sono preparati, il Giro è aperto - è l'idea di Basso -. Anche chi non era brillantissimo sull'Alpe di Siusi può riscattarsi, trovare la giornata giusta. Non sono d'accordo con chi pensa che ci siano già dei corridori tagliati fuori, è ancora presto per i verdetti".

La media, comunque, si mantiene alta, ma questo non alimenta i timori di un corridore che ha lavorato tanto sul fondo durante il ritiro alle Canarie. Basso è sicuro, ma soprattutto sereno. "Nessuno - aggiunge il varesino - si aspettava distacchi da 10', si è sempre detto che queste erano Dolomiti light, che non c'erano tappe con 5 Gp della montagna. Abbiamo davanti due settimane in cui ci sarà battaglia, vincerà chi sa essere sempre puntuale all'arrivo; chi accuserà cedimenti, invece,  perderà posizioni".

Basso non teme nemmeno le pressioni, lo stress. Il leader della Liquigas è abituato ad essere sempre nell'occhio del  ciclone. "Con i miei compagni stiamo affrontando i finali di  tappa con grande determinazione - sottolinea -. Non tutti i giri sono uguali, devi lottare per conquistrare qualcosa d'importante. L'ho detto che era una corsa spettacolare, ad alta  tensione. Ci sarà lotta fra sette-uomini, bisogna fare sempre attenzione. Si rischia di arrivare a Roma con il podio ancora in bilico".

Come la maglia rosa Di Luca, anche Basso ha la testa alla cronometro di Sestri Levante del 21 maggio. "La considero una maratona di un'1h40', che offrirà grandissimo spettacolo - è l'idea di Basso -. Sarà una sorpresa per tutti, per noi stessi e per il pubblico, ci vorranno gambe e molta concentrazione, sarà una giornata di grande ciclismo. Se perderò parecchio vuol dire che in salita adotterò una strategia diversa. La cosa che mi manca di più è proprio la crono. La scelta della bici sarà importante. Io non l'ho ancora scelta, deciderò all'ultimo momento".

Prima della cronometro delle Cinque terre, però, c'è la Cuneo-Pinerolo. Che non è proprio una formalità. "Dipende da come andrà la corsa - spiega Basso -. Abbiamo una squadra  che si sa adattare. Il favorito del Giro? Risponderò a questa domanda nel secondo giorno di riposo".

Basso, infine, è tornato anche sulla protesta di domenica.  "Meglio voltare pagina - ammette - l'errore è stato quello di prendere una decisione in gara, perché rischi di sbagliare.  Tutti noi ci siamo fatti un esame di coscienza, siamo pronti a ricominciare, è stato un episodio isolato. Nessuno ha colpa di quanto accaduto a Milano, ma bisogna chiedere scusa; ho fatto quello che ha deciso la maggioranza. Credo che, da Cuneo,  tutti i corridori si faranno perdonare". Basso indica anche le tappe salienti del Giro. "La frazione  di Monte Petrano è dura - fa notare - presenta un dislivello  totale di oltre i 5 mila metri: chi arriva sull'ultima salita in buone condizioni può fare la differenza. Il Giro non è per niente finito, ogni giorno ci sarà da penare".