Menchov ha già vinto il Giro. Alla Contador versione 2008

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Ormai nulla può togliere la maglia rosa a Denis Menchov
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Nel giorno di riposo GIOVANNI BRUNO fa alcune riflessioni sul Giro del centenario e non ha dubbi: il russo ha già vinto, alla maniera di Contador, ovvero portato in carrozza sulle strade della corsa rosa. Una sola fatica… la cronometro: stravinta

di GIOVANNI BRUNO

 

Come consuetudine il giorno di riposo è anche un giorno di riflessione. Giochiamo allora un po' con i pensieri e su quello che si è visto o che non si è visto al Giro del centenario.

Cominciamo con il vincitore del Giro. Sì, giusto, del vincitore del Giro… Menchov. Ed è un Menchov che ha vinto come Contador versione 2008, ovvero portato in carrozza sulle strade del Giro d’Italia. Una sola fatica… la cronometro: stravinta. Il resto lo hanno fatto gli altri o non lo hanno fatto gli altri. Di Luca è il più attivo, ha uno svantaggio minimo ma non è stato possibile per lui attaccare a tutta. Per la fisionomia delle tappe non poteva fare di più. Prendete la tappa di ieri, per fare il vero numero doveva partire non nel finale ma prima sul Catria… ma prima non è stato possibile, il caldo, la paura di non farcela per il caldo, il perfido gioco delle squadre o…. non ne aveva. La tattica di attesa del finale è stata sbagliatissima, figuriamoci Menchov quando sono partiti gli attacchi… stoppava tutto, tanto si era alla fine e se qualcuno fa la differenza… tipo Sastre, viene tranquillamente controllato.

Ed ora rimangono solo due arrivi duri… almeno sulla carta: Block Haus e Vesuvio. Ma, ci sono tanti ma. 83 chilometri latappa di domani…. troppo corta. Dovrebbero partire a ripetizione tutti. Prima Sastre, poi Basso, poi Pellizzotti ,infine Di Luca…boh. Tutti, tranne l’abruzzese, hanno distacchi facilmente controllabili e per Menchov il gioco è facile. L’arrivo al Vesuvio è pedalabile, come la salita… ci sarà solo caldo, ma siamo anche alla fine del Giro. Mancano poi i 14 chilometri di Roma a cronometro… troppo pochi per fare qualcosa e Menchov a cronometro va come un treno. Per queste ragioni penso che il Giro sia concluso.

Gli altri si sono spenti come fiammiferi. La Liquigas non ha mai risolto il problema del leader ed ha fatto solo una gran confusione. L’inizio è stato di Pellizzotti al’attacco e Basso ha perso minuti, poi negli appennini ha attaccato Basso e Pellizzotti ha perso minuti. Invece di giocare al gatto e al topo sono stati intrappolati da loro stessi. Complimenti. L’Astana ha fatto le prove di Tour, ma una squadra non pagata con un capitano che troppo presto si è visto che non era in forma… Leipheimer  in salita ha arrancato, in discesa ha perso e a cronometro non ha fatto la vera differenza e ieri se non era per Armstrong, vero capitano morale, si sarebbe ritirato. Giusto un appunto per Lance, a me è piaciuto. Ha 38 anni, da tre anni non corre e non ha mai corso il Giro, si fatto male un mese fa tanto da mettere in discussione la sua partecipazione ed ora pedalando, pedalando sta trovando la forma. A mio avviso, vedendolo smaniare ieri, in salita è da 8 e mezzo.

Voto alto anche per Garzelli, il varesino si è sacrificato per trovare l’impresa ma non è passato inosservato. Male una sola tappa che lo lasciato ai margini della generale, poi il recupero da vero campione. Ottimo. Male sia Simoni che Cunego li rimettiamo insieme tipo Saeco di qualche anno fa. Entrambi non hanno avuto gambe, distacchi pesanti e qualche lampo ma nulla più. Rimane l’orgoglio per il Block Haus. Orgoglioso è stato invece Sastre quasi a ribadire ''io ho vinto il Tour'', prima di ieri era andato a rimorchio forse si è svegliato troppo tardi. A sua discolpa non c’erano salite adatte a lui. Sastre la differenza al Tour la fece sull’Alpe D’Huez… in questo Giro non c’è.

Il Giro di quest’anno, lo ammetto, lo avevo accolto come un colpo geniale di Zomegnen… ora lo ammetto non mi è piaciuto. Troppo presto le Dolomiti, inoltre assai facili, troppo lunga e determinante la cronometro. Il rosa di Menchov lo dimostra. La Cuneo Pinerolo appiattita non è stata più la stessa, le salite appenniniche non sono neppure paragonabile a tappe storiche dei mitici finale del Giro. A posteriori mi manca terribilmente il Mortirolo, il Pordoi, il Sella , il Gardena, il Gavia e …. tanto altro. Speriamo di sbagliarci, ma non credo, per questo finale del centenario.

Ultimo appunto sul racconto della gara da parte delle telecamere…. non c’è racconto. Nonostante delle riprese assolutamente sceniche, non c’è racconto. Non vi è una telecamera dietro per far veder chi si stacca e chi resta. Non si capisce mai se il Rogers della situazione o altri rimagono attardati forse l’unico è Armstrong che ha una dedicata. Altra delusione è Paolo Bettini, mi aspettavo di più. Non aggiunge nulla e francamente non trova ancora il giusta saper leggere la corsa, troppo spaesato e quando viene chiamato in causa è spesso fuori posto. Piccole pecche e nulla più.