Il Processo alla tappa? L'anno prossimo si chiamerà ''Prosecco alla tappa''
Altri SportCRISTIANO GATTI sottopone il dream team dei commentatori del Giro d'Italia a un rapido check-up in vista del gran finale: da Auro Bulbarelli a Gigi Sgarbozza, senza risparmiare Andrea Fusco e Alessandra De Stefano
di CRISTIANO GATTI
inviato de Il Giornale
da Blockhaus (Chieti)
Alla vigilia del gran finale, rapido check-up ai big del dream-team Rai.
DinosAuro Bulbarelli: un fondista del suo calibro (145 chili, nudo, la mattina, prima della frugale colazione a base di fagiani con le piume), comincia a dimostrare strani segni di cedimento. La preoccupazione traspare evidente tra i manager della rete pubblica. L’ipotesi più accreditata sembra essere questa: televisivamente parlando, Auro dimostra di non avere più i tempi. Di digestione.
Giggggetto Sgarbozza: l’opinionistra principe del “Processo” mantiene altissimo il suo rendimento. E’ una garanzia. L’uomo più affidabile. Finora, nessuna sbavatura: nonostante le più svariate condizioni di gara, non gli è ancora sfuggita una sola cosa sensata.
Andrea Fusco: il conduttore del “Processo alla tappa” riesce tutti i giorni a convocare sul suo carrozzone una mezza moltitudine di ospiti. Tutti i giorni, con tutta questa gente attorno, riesce comunque a evitare con cura certosina tutti i temi di giornata. Il livello e la profondità del dibattito ha già convinto i dirigenti Rai a cambiare il titolo della trasmissione. L’anno prossimo sarà il “Prosecco alla tappa”.
Alessandra De Stefano: l’Ada Negri della Magliana evidenzia un pessimo stato di forma. In questo Giro non trova terreno adeguato per i suoi racconti lacrimevoli e mielosi. Terribile l’esperienza con Petacchi, tappe addietro. Lei imposta l’azione a modo suo: “Si può chiedere tutto ad Alessandro, non di sorridere”. Quello, seduto lì a fianco, sta tranquillamente ridendo. Non c’è verso: le remano tutto contro. Ormai, per risollevarsi il morale, Ada Negri passa le sue serate alle veglie funebri.
Silvio Martinello: puntuale nei commenti, brillante nell’esposizione, chiaro nel linguaggio. Completamente avulso dalla squadra. Il suo destino è già segnato.
inviato de Il Giornale
da Blockhaus (Chieti)
Alla vigilia del gran finale, rapido check-up ai big del dream-team Rai.
DinosAuro Bulbarelli: un fondista del suo calibro (145 chili, nudo, la mattina, prima della frugale colazione a base di fagiani con le piume), comincia a dimostrare strani segni di cedimento. La preoccupazione traspare evidente tra i manager della rete pubblica. L’ipotesi più accreditata sembra essere questa: televisivamente parlando, Auro dimostra di non avere più i tempi. Di digestione.
Giggggetto Sgarbozza: l’opinionistra principe del “Processo” mantiene altissimo il suo rendimento. E’ una garanzia. L’uomo più affidabile. Finora, nessuna sbavatura: nonostante le più svariate condizioni di gara, non gli è ancora sfuggita una sola cosa sensata.
Andrea Fusco: il conduttore del “Processo alla tappa” riesce tutti i giorni a convocare sul suo carrozzone una mezza moltitudine di ospiti. Tutti i giorni, con tutta questa gente attorno, riesce comunque a evitare con cura certosina tutti i temi di giornata. Il livello e la profondità del dibattito ha già convinto i dirigenti Rai a cambiare il titolo della trasmissione. L’anno prossimo sarà il “Prosecco alla tappa”.
Alessandra De Stefano: l’Ada Negri della Magliana evidenzia un pessimo stato di forma. In questo Giro non trova terreno adeguato per i suoi racconti lacrimevoli e mielosi. Terribile l’esperienza con Petacchi, tappe addietro. Lei imposta l’azione a modo suo: “Si può chiedere tutto ad Alessandro, non di sorridere”. Quello, seduto lì a fianco, sta tranquillamente ridendo. Non c’è verso: le remano tutto contro. Ormai, per risollevarsi il morale, Ada Negri passa le sue serate alle veglie funebri.
Silvio Martinello: puntuale nei commenti, brillante nell’esposizione, chiaro nel linguaggio. Completamente avulso dalla squadra. Il suo destino è già segnato.