Mendrisio amara per Cunego. Evans: "Qui mi sento a casa"
Altri SportIl Piccolo Principe commenta con tristezza l'ottavo posto ottenuto al Mondiale in Svizzera dove ha trionfato l'australiano Cadel Evans. Il ct Franco Ballerini: "Bisogna fare sempre i conti con le gambe: complimenti al Campione". GUARDA LA FOTOGALLERY
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di LUIGI VACCARIELLO
da Mendrisio (Svizzera)
Ha la delusione che gli campeggia sul volto Damiano Cunego. La faccia affaticata e sporca di chi sa di aver perso uno dei quei treni che passano una sola volta nella vita. Lui, il piccolo principe, che di solito è sempre sorridente anche nei momenti bui, non ce l’ha fatta a trasformarsi in re e non riesce a nascondere la tristezza grande di chi era venuto al Mondiale con i favori del pronostico ed è rimasto con un pugno di mosche in mano: "Cosa volete che vi dica di più, devo ripetervi di nuovo le stesse cose".
Quell’ottavo posto pesa come un macigno sulle spalle del capitano azzurro: "Sono rimasto solo negli ultimi km, mentre altri avevano i rinforzi, è andata come è andata, andrà meglio un'altra volta". Qualcosa non ha funzionato nelle battute finali, quando la squadra doveva essere lì a supportarlo, ma Damiano non se la sente di addossare colpe ai compagni: "Ognuno di noi ha fatto il massimo, non sono l’unico a dover essere deluso. Tutti hanno fatto la corsa su di noi. Ci hanno controllato benissimo. E’ stata una corsa piena di insidie e difficoltà".
Dodici mesi fa a Varese per il vincitore del Giro 2004 ci fu un argento, seppur amaro, ad attenderlo. Questa volta a Medrisio è andata male: "L'anno scorso sono arrivato secondo, oggi ottavo. Per tre quarti di corsa siamo andati piano, poi troppo forte. E' stata una gara dura e nervosa con scatti continui e certamente questo ritmo non mi si addice. Poi se due spagnoli scattano e tu sei da solo cosa puoi fare? Credo di aver fatto comunque una grande gara. Volevo vedere qualche altro al mio posto cosa sarebbe stato in grado di fare".
L’Italia poteva calare uno storico poker, ma Cadel Evans ha rovinato la festa agli azzurri: "Sapevamo che Evans era forte, complimenti a lui per il successo. Tenevamo tantissimo a questa corsa, sarebbe stato bellissimo conquistare il quarto successo mondiale di fila, ma è andata male. Ci rifaremo".
Deluso e rammaricato anche il ct Ballerini che trova in Cancellara la principale ragione del flop azzurro: "Fabian ha fatto la differenza nel finale, con quelle sue volate nel finale, ha messo in crisi tutti, compresi Basso e Valverde. Cunego ha fatto il massimo. Comunque anche oggi il ciclismo ha dimostrato che bisogna fare sempre i conti con le gambe. Evans aveva quella migliore ed ha vinto: complimenti a lui".
Alla delusione azzurra fa da contraltare la felicità, anche se in sala stampa il suo viso era il ritratto della fatica, di chi finalmente si è tolto di dosso la fama di eterno secondo. Cadel Evans, australiano di nascita, abita a 3 km dall’arrivo che l'ha consacrato campione del mondo: "Tutti mi hanno sempre rimproverato di aver vinto poco in carriera, beh diciamo che oggi ho finalmente vinto e ne ho vinta una buona. Vicina quanto lontana da casa mia".
L'australiano che non ha vissuto la migliore delle sue stagioni con questo successo l’ha raddrizza del tutto: "Tra juniores, dilettanti e mountain bike avevo vinto 8 medaglie ai Mondiali, ma mai l’oro".
Il numero con il quale ha staccato Cunego e compagni sull’ultimo strappo di Novezzano ha lasciato di stucco tutti, Spagna e Italia in primo luogo, oltre al beniamino di casa Cancellara. Ma il successo di Evans è anche il trionfo del ciclismo pulito, quello senza le ombre disgustose del doping: "Non spetta a me parlare rispetto a questo tema, posso solo dire che sono felicissimo di aver vinto qui. Vivo a Stabio 10 mesi all’anno, ho sposato un'italiana, mi alleno tra Castellanza e Gallarate. Mi sento a casa". E allora la festa può cominciare. Il ciclismo può essere felice: ha un nuovo campione del Mondo e si chiama Cadel Evans proprio come i tifosi che lo aspettano all’esterno della sala stampa ed in perfetto italiano inneggiano al loro campione di casa.
di LUIGI VACCARIELLO
da Mendrisio (Svizzera)
Ha la delusione che gli campeggia sul volto Damiano Cunego. La faccia affaticata e sporca di chi sa di aver perso uno dei quei treni che passano una sola volta nella vita. Lui, il piccolo principe, che di solito è sempre sorridente anche nei momenti bui, non ce l’ha fatta a trasformarsi in re e non riesce a nascondere la tristezza grande di chi era venuto al Mondiale con i favori del pronostico ed è rimasto con un pugno di mosche in mano: "Cosa volete che vi dica di più, devo ripetervi di nuovo le stesse cose".
Quell’ottavo posto pesa come un macigno sulle spalle del capitano azzurro: "Sono rimasto solo negli ultimi km, mentre altri avevano i rinforzi, è andata come è andata, andrà meglio un'altra volta". Qualcosa non ha funzionato nelle battute finali, quando la squadra doveva essere lì a supportarlo, ma Damiano non se la sente di addossare colpe ai compagni: "Ognuno di noi ha fatto il massimo, non sono l’unico a dover essere deluso. Tutti hanno fatto la corsa su di noi. Ci hanno controllato benissimo. E’ stata una corsa piena di insidie e difficoltà".
Dodici mesi fa a Varese per il vincitore del Giro 2004 ci fu un argento, seppur amaro, ad attenderlo. Questa volta a Medrisio è andata male: "L'anno scorso sono arrivato secondo, oggi ottavo. Per tre quarti di corsa siamo andati piano, poi troppo forte. E' stata una gara dura e nervosa con scatti continui e certamente questo ritmo non mi si addice. Poi se due spagnoli scattano e tu sei da solo cosa puoi fare? Credo di aver fatto comunque una grande gara. Volevo vedere qualche altro al mio posto cosa sarebbe stato in grado di fare".
L’Italia poteva calare uno storico poker, ma Cadel Evans ha rovinato la festa agli azzurri: "Sapevamo che Evans era forte, complimenti a lui per il successo. Tenevamo tantissimo a questa corsa, sarebbe stato bellissimo conquistare il quarto successo mondiale di fila, ma è andata male. Ci rifaremo".
Deluso e rammaricato anche il ct Ballerini che trova in Cancellara la principale ragione del flop azzurro: "Fabian ha fatto la differenza nel finale, con quelle sue volate nel finale, ha messo in crisi tutti, compresi Basso e Valverde. Cunego ha fatto il massimo. Comunque anche oggi il ciclismo ha dimostrato che bisogna fare sempre i conti con le gambe. Evans aveva quella migliore ed ha vinto: complimenti a lui".
Alla delusione azzurra fa da contraltare la felicità, anche se in sala stampa il suo viso era il ritratto della fatica, di chi finalmente si è tolto di dosso la fama di eterno secondo. Cadel Evans, australiano di nascita, abita a 3 km dall’arrivo che l'ha consacrato campione del mondo: "Tutti mi hanno sempre rimproverato di aver vinto poco in carriera, beh diciamo che oggi ho finalmente vinto e ne ho vinta una buona. Vicina quanto lontana da casa mia".
L'australiano che non ha vissuto la migliore delle sue stagioni con questo successo l’ha raddrizza del tutto: "Tra juniores, dilettanti e mountain bike avevo vinto 8 medaglie ai Mondiali, ma mai l’oro".
Il numero con il quale ha staccato Cunego e compagni sull’ultimo strappo di Novezzano ha lasciato di stucco tutti, Spagna e Italia in primo luogo, oltre al beniamino di casa Cancellara. Ma il successo di Evans è anche il trionfo del ciclismo pulito, quello senza le ombre disgustose del doping: "Non spetta a me parlare rispetto a questo tema, posso solo dire che sono felicissimo di aver vinto qui. Vivo a Stabio 10 mesi all’anno, ho sposato un'italiana, mi alleno tra Castellanza e Gallarate. Mi sento a casa". E allora la festa può cominciare. Il ciclismo può essere felice: ha un nuovo campione del Mondo e si chiama Cadel Evans proprio come i tifosi che lo aspettano all’esterno della sala stampa ed in perfetto italiano inneggiano al loro campione di casa.