Razzismo: da Myers a Howe, ecco i coloured campioni d'Italia

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Tay Aguero durante la finale dei campionati europei di volley contro l'Olanda
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Dopo i continui insulti razzisti a Balotelli, secondo cui "un negro non può essere italiano", lo sport risponde con gli innumerevoli atleti diventati primatisti italiani: da May, Martinez e Grenot in atletica, alla Aguero nel volley, a Okaka nel calcio

Chi lo dice che un atleta di colore non può far parte di una rappresentativa azzurra di qualsiasi disciplina sportiva? Nonostante i cori dei tifosi juventini contro Balotelli ('Un negro non può essere italiano'), è lo storia delle vittorie azzurre, dal basket all'atletica, a dare la risposta definitiva.

Carlton Myers fu portabandiera dell'Italia a Sydney 2000, Tay Aguero ha lasciato da poco la nazionale di pallavolo e tutte le sue colleghe la rimpiangono già. Nel calcio, però, si è arrivati al paradosso che il popolo juventino si scaglia verbalmente contro Balotelli anche quando si trova in trasferta. Come è accaduto ieri sera allo stadio di Bordeaux, in Champions League. Eppure in nazionale l'attaccante che parla bresciano ma ha la pelle scura già gioca, seppur nell'Under 21 in attesa di quella maggiore.

Gli atleti dalla pelle scura, nel corso degli anni, hanno contribuito ai successi dello sport azzurro. Sia pure con molto ritardo rispetto agli altri grandi paesi europei, l'Italia sta diventando una nazione multietnica anche nello sport. Un esempio? Alle Olimpiadi di Pechino, nel 2008, sono stati 25 gli atleti azzurri nati all'estero e naturalizzati, o nati nella nostra Penisola da genitori stranieri, e divenuti italiani già con la maggiore età. C'è dell'altro, dunque, oltre Balotelli. Il nero che fa discutere solo alcune curve ("cosa c'è di più italiano di Balotelli", ricordava nei giorni scorsi la fondazione di Fini FareFuturo), ma in molti casi porta successi, medaglie, tanta gloria.

Andrew Howe, 24 anni compiuti a maggio, primatista italiano del salto in lungo con 8,47 metri, secondo nel 2007 ai Campionati mondiali di Osaka. E' uno degli azzurri di colore: mamma statunitense e papà italiano, a 5 anni si è trasferito a Rieti. Milita nella squadra dell'Areonautica militare e tifa per la Lazio. Il salto in lungo aveva regalato all'Italia la prima grande campionessa dalla pelle scura, Fiona May, oggi mamma e apprezzata attrice televisiva, divenuta italiana grazie al matrimonio con l'ex saltatore con l'asta (e suo allenatore) Gianni Iapichino. Il salto triplo ha regalato all'Italia un'atleta di origini cubane, Magdelin Martinez, anche lei italiana per matrimonio. Sempre per ragioni di cuore, e di matrimonio, è diventata italiana un'altra cubana, la mezzofondista Libania Grenot. E' un marciatore il 'nero' di Roma per eccellenza: si tratta di Jacques Nkouloukidi, rappresentante della seconda generazione di immigrati, nato a Roma da padre congolese e madre di haitiana, è tifosissimo della Roma.

Parla romano anche il primo giocatore di colore ad avere indossato la maglia di una Nazionale azzurra di calcio, quella dell'Under 17: è Fabio Liverani, attualmente in forza al Palermo, originario di Tor Bella Monaca. E' cresciuto a Roma anche Stefano Okaka, attaccante giallorosso, che peraltro ha una sorella di nome Stefania che indossa la maglia della Nazionale giovanile di pallavolo. Resta il fatto che Mario Balotelli, fatte le debite proporzioni, è una sorta di Barack Obama del calcio: osannato al momento del suo arrivo alla ribalta, accolto come nuova frontiera, e poi inviso soprattutto a chi non ha il suo stesso colore di pelle - questo dicono i sondaggi Usa del primo presidente nero. Nel calcio però, c'è una stranezza in più: per i tifosi della Juve Sissoko sì, Balotelli no.

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