Epo per curare la Sla. La speranza si trova nel doping

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Stefano Borgonovo, ex calciatore, lotta da anni contro la Sla. Eccolo durante una gara di solidariertà con Maldini e Baggio (foto Ansa)
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Ha inchiodato decine di atleti ai controlli antidoping, ma ora l'eritropoietina potrebbe salvare i malati di sclerosi laterale amiotrofica. C'è uno studio effettuato dall'Istituto Neurologico 'Besta' di Milano

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EPO uguale doping. L'equazione è presto fatta. Perché da anni siamo abituati a sentire parlare di questa sostanza legata allo sport corrotto, quello in cui gli atleti vincono barando. Ma l'EPO potrebbe non essere più solo questo. Nell'arco di qualche anno potrebbe diventare una speranza per i malati di SLA, che ancora non possono contare su una cura efficace. Uno studio pilota realizzato dall'Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano ha dimostrato che l'Eritropoietina, l'EPO appunto, potrebbe essere efficace sui pazienti di sclerosi laterale amiotrofica. 

Certo, si è ancora nella fase sperimentale. Ma forse fra tre anni, al termine di uno studio allargato a 160 pazienti e 25 strutture in tutta Italia, si scoprirà che l'EPO è efficace nella cura di questa malattia e per una volta quello che è il male potrà farà del bene. "Non sappiamo se sarà una cura per la Sla - dice il dottor Lauria , ma noi ci speriamo".

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