Tragedia sul Cho Oyu: la "Dea Celeste" uccide Walter Nones
Altri SportMuore a 39 anni l'alpinista trentino che, due anni fa, fu protagonista della drammatica scalata al Nanga Parbat in cui perse la vita Karl Unterkircher. Il grande Reinhold Messner: "E' una vicenda molto strana". GUARDA IL VIDEO
L'alpinista Walter Nones ha trovato la morte sul massiccio del Cho Oyu, tra Cina e Nepal. Due anni fa aveva già rischiato la vita nel corso della scalata sulla parete del Nanga Parbat, in cui perse la vita l'amico e collega Karl Unterkircher. Nones, 38 anni, carabiniere, due figli piccoli, ieri era in spedizione con altri due alpinisti e stava tentando la scalata autunnale all'ottomila himalayano, aprendo una nuova via sul versante sud ovest. A dare la notizia della morte è stata la moglie di Nones sul suo blog.
"Dobbiamo attendere nuove informazioni, sulla morte di Nones si sa ancora poco. E' una storia molto strana questa e non so come mai sia finito sotto una parete valangosa. Per un grande alpinismo servono tre cose, l'affrontare vie difficili, sapere che la montagna resta pericolosa e che si fa tutto sotto grande esposizione: se sbagli sei morto, non ci sono recuperi". Lo dice oggi Reinhold Messner, il grande alpinista altoatesino, il primo uomo al mondo a scalare l'Everest senza l'ausilio dell'ossigeno e soprattutto il primo ad aver scalato tutti i 14 Ottomila (tra il 1970 ed il 1986), sulla tragedia del Cho Oyu che ha visto coinvolto Nones.
La dinamica dell'incidente che ha causato la morte di Nones, appuntato scelto dei Carabinieri di stanza presso il Centro Addestramento Alpino di Selva Gardena, non è ancora stata chiarita, e chissà se mai lo sarà, in quanto al momento dell'incidente Walter si trovava da solo. I suoi compagni di spedizione, il maresciallo aiutante Giovanni Macaluso (46 anni) e l'appuntato Manuel Nocker (30), erano infatti ridiscesi verso il campo base inferiore, a seguito di un malore dovuto all'altitudine.
La salma dello sfortunato alpinista, che lascia la moglie Manuela e i figli, Erik e Patrick, non è stata ancora traslata a fondovalle per poi procedere al rimpatrio in Italia che, a questo punto, potrebbe durare anche oltre dieci giorni. "Anche se aveva 39 anni, Nones era un alpinista molto esperto. I pericoli li aveva già conosciuti due anni fa sul Nanga Parbat nella tragica spedizione di Karl Unterkircher. In quell'occasione con il compagno di spedizione morto, Walter assieme a Kehrer si erano comportati molto bene dando una eccellente prova di sopravvivenza. Sapevano che se tornavano indietro sarebbero morti e quindi hanno deciso di salire. "Adesso - prosegue Messner, che il 17 settembre scorso ha festeggiato 66 anni - non so perché sia finito sotto una parete costellata da tanti seracchi con continui rischio di scariche. L'arte dell'alpinismo sta nelle vie pericolose. Per fare questo serve una lunga scuola". A Walter non è bastata.
"Dobbiamo attendere nuove informazioni, sulla morte di Nones si sa ancora poco. E' una storia molto strana questa e non so come mai sia finito sotto una parete valangosa. Per un grande alpinismo servono tre cose, l'affrontare vie difficili, sapere che la montagna resta pericolosa e che si fa tutto sotto grande esposizione: se sbagli sei morto, non ci sono recuperi". Lo dice oggi Reinhold Messner, il grande alpinista altoatesino, il primo uomo al mondo a scalare l'Everest senza l'ausilio dell'ossigeno e soprattutto il primo ad aver scalato tutti i 14 Ottomila (tra il 1970 ed il 1986), sulla tragedia del Cho Oyu che ha visto coinvolto Nones.
La dinamica dell'incidente che ha causato la morte di Nones, appuntato scelto dei Carabinieri di stanza presso il Centro Addestramento Alpino di Selva Gardena, non è ancora stata chiarita, e chissà se mai lo sarà, in quanto al momento dell'incidente Walter si trovava da solo. I suoi compagni di spedizione, il maresciallo aiutante Giovanni Macaluso (46 anni) e l'appuntato Manuel Nocker (30), erano infatti ridiscesi verso il campo base inferiore, a seguito di un malore dovuto all'altitudine.
La salma dello sfortunato alpinista, che lascia la moglie Manuela e i figli, Erik e Patrick, non è stata ancora traslata a fondovalle per poi procedere al rimpatrio in Italia che, a questo punto, potrebbe durare anche oltre dieci giorni. "Anche se aveva 39 anni, Nones era un alpinista molto esperto. I pericoli li aveva già conosciuti due anni fa sul Nanga Parbat nella tragica spedizione di Karl Unterkircher. In quell'occasione con il compagno di spedizione morto, Walter assieme a Kehrer si erano comportati molto bene dando una eccellente prova di sopravvivenza. Sapevano che se tornavano indietro sarebbero morti e quindi hanno deciso di salire. "Adesso - prosegue Messner, che il 17 settembre scorso ha festeggiato 66 anni - non so perché sia finito sotto una parete costellata da tanti seracchi con continui rischio di scariche. L'arte dell'alpinismo sta nelle vie pericolose. Per fare questo serve una lunga scuola". A Walter non è bastata.