Canoa, sostanze vietate: cacciato un azzurro dal ritiro
Altri SportAncora ignoto il nome dell'atleta, in Australia per il raduno della Nazionale: è stato immediatamente rispedito a casa dalla Federazione perché sorpreso da un tecnico con i prodotti proibiti nascosti nella sua stanza
Il nome ancora non si sa. Il fatto sì. Un canoista azzurro tra i più forti della nazionale è stato trovato in possesso di sostanze vietate dal regolamento antidoping nel ritiro in corso in Australia ed è stato immediatamente rispedito a casa dalla federazione italiana. L'atleta, del quale per ora (come premesso) non è noto il nome ma solo che si tratta di un elemento di una specialità olimpica, è stato colto con i prodotti proibiti nella sua stanza da un tecnico.
La Federcanoa ha successivamente confermato con un comunicato di aver "sospeso la partecipazione di un atleta del settore velocità al raduno collegiale in svolgimento in Australia, disponendo il rimpatrio con effetto immediato". "Il commissario tecnico, Josef Capousek - prosegue la nota -, ha infatti segnalato di aver trovato nella camera dell'atleta un prodotto vietato dal codice Wada e dell'accaduto ha portato conoscenza la Federazione con una relazione. Il presidente federale, Luciano Buonfiglio, dopo aver informato la società di appartenenza dell'atleta e i vertici del Coni, ha subito disposto il rientro dell'azzurro e domani mattina trasmetterà gli atti alla Procura Antidoping del Coni".
I dieci atleti in ritiro in Australia sono Alberto Ricchetti, Andrea Facchin, Franco Benedini, Albino Battelli e Samuel Pierotti (Fiamme Gialle), Maximilian Benassi e Matteo Galligani (Aniene), Nicola Ripamonti (Lecco), Mattia Colombi (Forestale) e Angelo Monte (Fiamme Oro). Il colpevole, come detto, è un atleta di spicco appartenente alle Fiamme Gialle: cinque i finanzieri presenti sui dieci azzurri in ritiro (sono Alberto Ricchetti, Andrea Facchin, Franco Benedini, Albino Battelli e Samuel Pierotti).
"Domani la segnalazione raggiungerà la Procura antidoping del Coni" aggiunge il presidente parlando del caso piombato nel corso della preparazione dei velocisti della canoa. La Federazione, contrariamente a quanto avvenuto in altri paesi in situazioni simili, si è mossa con molto rigore e tempestività rimandando subito a casa l'atleta . "La nostra politica, in linea con quella del Coni - sottolinea il presidente - è informata alla massima onestà e trasparenza. D'accordo con la società dell'atleta e con il nostro Comitato olimpico ora saranno fatti i passi necessari".
Il ritrovamento della sostanza vietata (resta da dimostrare che vi sia stata anche assunzione), "è avvenuto casualmente" aggiunge Buonfiglio, e non a seguito di una perquisizione mirata: "Se ci fossero stati sospetti, ne sarei stato informato prima".
La Federcanoa ha successivamente confermato con un comunicato di aver "sospeso la partecipazione di un atleta del settore velocità al raduno collegiale in svolgimento in Australia, disponendo il rimpatrio con effetto immediato". "Il commissario tecnico, Josef Capousek - prosegue la nota -, ha infatti segnalato di aver trovato nella camera dell'atleta un prodotto vietato dal codice Wada e dell'accaduto ha portato conoscenza la Federazione con una relazione. Il presidente federale, Luciano Buonfiglio, dopo aver informato la società di appartenenza dell'atleta e i vertici del Coni, ha subito disposto il rientro dell'azzurro e domani mattina trasmetterà gli atti alla Procura Antidoping del Coni".
I dieci atleti in ritiro in Australia sono Alberto Ricchetti, Andrea Facchin, Franco Benedini, Albino Battelli e Samuel Pierotti (Fiamme Gialle), Maximilian Benassi e Matteo Galligani (Aniene), Nicola Ripamonti (Lecco), Mattia Colombi (Forestale) e Angelo Monte (Fiamme Oro). Il colpevole, come detto, è un atleta di spicco appartenente alle Fiamme Gialle: cinque i finanzieri presenti sui dieci azzurri in ritiro (sono Alberto Ricchetti, Andrea Facchin, Franco Benedini, Albino Battelli e Samuel Pierotti).
"Domani la segnalazione raggiungerà la Procura antidoping del Coni" aggiunge il presidente parlando del caso piombato nel corso della preparazione dei velocisti della canoa. La Federazione, contrariamente a quanto avvenuto in altri paesi in situazioni simili, si è mossa con molto rigore e tempestività rimandando subito a casa l'atleta . "La nostra politica, in linea con quella del Coni - sottolinea il presidente - è informata alla massima onestà e trasparenza. D'accordo con la società dell'atleta e con il nostro Comitato olimpico ora saranno fatti i passi necessari".
Il ritrovamento della sostanza vietata (resta da dimostrare che vi sia stata anche assunzione), "è avvenuto casualmente" aggiunge Buonfiglio, e non a seguito di una perquisizione mirata: "Se ci fossero stati sospetti, ne sarei stato informato prima".